Francia
La Francia non potrà assegnare i canali bonus a TF1, Canal+ e M6. Lo ha deciso la Commissione Ue che, secondo quanto rivelato a Les Echos, domani invierà al governo un avviso motivato per definire la procedura ‘contraria al diritto della Ue’.
Nessun canale aggiuntivo, quindi, per i tre broadcaster storici, altrimenti si violerebbero le norme europee sulla concorrenza.
Nel documento la Ue chiede a Parigi di rivedere la disposizione che assegna questi canali ‘compensatori’ a TF1, M6 e Canal+, in cambio della chiusura anticipata dei loro contratti per la trasmissione su analogico.
Per Bruxelles, che già dallo scorso novembre aveva messo in mora la Francia, il meccanismo che assegna questi canali ai tre incumbent senza alcuna forma di rispetto della concorrenza è ‘contrario al diritto Ue’.
La disposizione viola più precisamente le norme della Direttiva sulla Concorrenza, compresa nel Pacchetto Telecom del 2002, secondo le quali l’assegnazione delle frequenze deve avvenire secondo criteri “obiettivi, trasparenti, non discriminatori ed equilibrati”.
Il provvedimento del governo penalizza inoltre gli operatori concorrenti, i new entrant della Tv digitale terrestre a partire da Nextradio o NRJ, che denunciano da tempo il ‘cadeau bonus’ accordato ai broadcaster storici dell’audiovisivo francese (Leggi Articolo Key4biz)
Secondo la Commissione Ue, la procedura di assegnazione dei canali bonus risulta illegale in più parti. Intanto perché un tale dispositivo potrebbe essere tollerato solo se necessario per obiettivi di interesse generale. Questo non è sicuramente il caso della Francia. E poi perché assegnare dei canali ad alcuni operatori e non ad altri è già di per sé una discriminazione.
In più la Ue ritiene questa sorta di ‘donazione’ sproporzionata al ‘presunto danno’ arrecato agli operatori storici dall’anticipazione di qualche mese dello switch-off. Il danno, agli occhi di Bruxelles, sarebbe invece ‘trascurabile’.
La Francia, che ha due mesi per rispondere alla Commissione, dovrà quindi rivedere la disposizione per renderla conforme al diritto Ue, se desidera evitare il deferimento alla Corte di Giustizia dell’Unione. Sicuramente non si arriverà a tanto. Nei giorni scorsi, il presidente del CSA, Michel Boyon, intervenendo sulla questione dei canali bonus, aveva consigliato l’abrogazione definitiva della disposizione, in caso di parere contrario della Ue.