Italia
Va avanti spedita la campagna Donne e Media, sostenuta su internet a tambur battente da Key4biz, promossa da Gabriella Cims (Coordinatrice dell’Osservatorio sulla Direttiva Ue sui “Servizi di Media Audiovisivi”).
Oggi, secondo indiscrezioni, si terrà la prima riunione con le delegazioni nominate dal Ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani e dal Ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna.
Nel corso dell’incontro, si darà ufficialmente l’avvio al gruppo di lavoro Donne e Media.
Sul tavolo in primis l’adozione di un codice deontologico condiviso con le industrie, le associazioni, i consumatori etc. Il fine ultimo è poi insediare una sorta di “Authority“, un organismo ad hoc non solo per il monitoraggio e il controllo delle norme adottate, ma anche per promuovere iniziative atte a migliorare la rappresentazione mediatica del mondo femminile e dei diversi ruoli che le donne oggi svolgono nella società.
In ordine di tempo, l’ultima lettera di adesione alla campagna, inviata ai due Ministri, è quella Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Nazionale Magistrati, che già si è impegnata, aderendo all’Appello, a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità del rispetto di una corretta veicolazione dell’immagine femminile in televisione e in pubblicità.
Le coordinatrici della Commissione PO, Evelina Canale e Caterina Interlandi, hanno dichiarato che l’Associazione sostiene le richieste del Comitato Appello Donne e Media, attraverso le quali, dopo la intervenuta modifica del contratto di servizio pubblico contenente i dodici emendamenti che l’Appello ha proposto, si auspicano: l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto tra i diversi soggetti portatori di interessi per l’adozione di un Codice di autoregolamentazione “Donne e Media”; la costituzione di un Comitato per la vigilanza dell’applicazione del Codice e la promozione di una più corretta immagine femminile, al fine di pervenire, da un lato, all’abolizione degli stereotipi e, dall’altro, alla conseguente programmazione di azioni efficaci per il rispetto della dignità femminile.
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