New Media: i ragazzi italiani considerano internet ‘vitale’. Meglio il web che la macchina o la fidanzata

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Internet strumento di comunicazione eccellente, ma il rischio alienazione incombe specie per chi non conosce le mezze misure.

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Internet addict

Tra gli studenti universitari e i giovani professionisti fra i 20 e i 30 anni, uno su tre ritiene che Internet sia altrettanto importante di beni essenziali come aria, acqua, cibo, riparo.

Il 70% dei giovani italiani interpellati – e più della metà degli intervistati a livello globale – non potrebbero vivere senza il web – e lo definisce “una parte integrante della loro vita”, in alcuni casi più rilevante di avere un’auto, di avere una relazione e di divertirsi.

Questi ed altri dati emersi nella ricerca fotografano l’atteggiamento mentale, le attese ed i comportamenti delle persone che rappresentano la futura generazione di lavoratori, e delineano l’influenza che essi avranno su ogni aspetto del mondo del lavoro: dalla comunicazione ai nuovi stili di vita caratterizzati da una crescente mobilità, dalle modalità di ricerca del personale alla sicurezza aziendale, fino alla capacità di essere competitivi.

 

I dati sono raccolti nel Cisco Connected World Technology Report 2011 che si occupa della relazione fra i comportamenti umani, Internet e la pervasività della Rete nella vita quotidiana. Lo studio ha l’obiettivo di stimolare la discussione sul tema della competitività delle aziende in un contesto  sempre più influenzato dagli stili di vita tecnologici. Il Report, basato sulle risposte di studenti universitari e giovani professionisti sotto i 30 anni di 14 paesi del mondo (USA, Canada, Messico, Brasile, UK, Francia, Spagna, Germania, Italia, Russia, India, Cina, Giappone e Australia), mette in luce le sfide che le imprese dovranno affrontare, nello sforzo di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze dei lavoratori di oggi e del futuro e le esigenze aziendali; il tutto in un contesto in cui si diffondono sempre di più strumenti di lavoro in mobilità, aumentano i rischi per la sicurezza e nascono nuove tecnologie che mettono a disposizione in modo sempre più ubiquo le informazioni – tramite data center virtualizzati, sistemi di cloud computing, reti tradizionali fisse e mobili.

 

Uno su tre fra gli studenti universitari e giovani professionisti coinvolti nella ricerca (33%) considera Internet una risorsa fondamentale per l’uomo, tanto quanto aria, acqua, riparo. Circa metà di loro (49% degli studenti e 47% dei lavoratori) ritiene che la sua importanza si “avvicini molto” a quella di questi beni essenziali. Complessivamente, quattro persone su cinque ritengono che Internet abbia una importanza vitale e faccia parte dei “mezzi di sostentamento” necessari nel quotidiano. 

In Italia:  il 50% degli studenti universitari e il 30% dei giovani professionisti paragona l’importanza di internet a quella  di questi beni essenziali, e oltre il 30% di tutti loro ritiene che l’importanza del web si avvicini molto a quella dei beni essenziali.

Oltre la metà degli intervistati (55% degli studenti e 62% dei lavoratori) ha dichiarato che non potrebbe vivere senza Internet e cita il web come “parte integrante della loro vita”.

 

In Italia,  il 70% degli studenti e il 59% dei giovani professionisti dichiara che non potrebbe vivere senza Internet, fa parte delle necessità della vita quotidiana.

Se costretti a scegliere fra l’uno o l’altro, la maggior parte degli studenti universitari (circa due su tre, il 64%, il 66% fra gli italiani) sceglierebbe di avere una connessione Internet piuttosto che una macchina.

 

A livello globale, il 40% degli studenti intervistati ha dichiarato che per loro, nella vita quotidiana, Internet è più importante che avere una relazione, uscire con gli amici o ascoltare la musica. In Italia il dato sale al 46%.

Se le generazioni precedenti preferivano socializzare di persona, la nuova generazione inizia a preferire l’interazione online. Uno studente su quattro (27%) ha dichiarato che mantenersi aggiornati su Facebook è più importante che andare alle feste, avere una relazione, ascoltare musica, andare in giro con gli amici.

Per il 38% degli studenti italiani interpellati essere aggiornati su Facebook è la cosa più importante della giornata, precedendo il tempo passato con gli amici e altre attività.

 

Due terzi degli studenti (66%), e oltre metà dei lavoratori (58%) dichiarano che uno strumento mobile (laptop, smartphone, tablet) è “la tecnologia più importante per la loro vita”.  In Italia device fissi e mobili sono sostanzialmente alla pari: il 42% degli studenti e il 39% dei giovani lavoratori indicano nel computer desktop il mezzo più importante; gli strumenti mobile (laptop, smartphone, tablet) sono citati invece dal 41% degli studenti e dal 39% dei giovani professionisti.

 

Gli smartphone sono destinati a superare il computer tradizionale nella classifica dello strumento più utilizzato a livello globale; già oggi il 19% degli studenti (il 13% italiani) indica lo smartphone come lo strumento “più importante” nell’utilizzo quotidiano, contro il 20% globale di coloro che indicano come strumento più importante il classico desktop.   Questo dato conferma la crescente popolarità degli smartphone e le attese rispetto a un utilizzo sempre più diffuso di questo strumento da parte della nuova generazione, quando entrerà nella forza lavoro.  Il dato riaccende il dibattito sulla reale necessità di avere degli uffici, rispetto ad avere la possibilità di connettersi a Internet e alla rete aziendale ovunque -a casa, in spazi pubblici etc.

Nell’edizione 2010 dello studio, il 60’% dei lavoratori intervistati aveva dichiarato che non è necessario avere un ufficio per essere produttivi.

 

Lo studio indica che la TV è sempre meno importante per gli studenti universitari e i giovani lavoratori, perdendo terreno a favore di strumenti quali laptop e smartphone. A livello globale meno di uno studente su 10 (6%) e meno di un lavoratore su dieci (8%) ha indicato come strumento tecnologico più importante nella vita quotidiana la televisione.

Questi dati sono simili anche per l’Italia (10% degli studenti, 7% dei giovani professionisti).

Man mano che i programmi TV e i film diventeranno disponibili in mobilità, ci si attende che il trend negativo continui.

 

Solo una persona su 25 (4%) a livello globale ha dichiarato che il principale strumento per accedere alle informazioni per loro è il giornale. I dati sono simili per il nostro paese.

Il 21% degli studenti non ha comprato un libro “di carta” (esclusi i testi scolastici) in una libreria negli ultimi due anni, o non ne ha mai comprato uno in assoluto.

In Italia, il 33% degli studenti non ha comprato un libro in libreria, esclusi i libri di testo, negli ultimi due anni.

 

Circa 9 su 10 fra studenti (91%) e lavoratori (88%) di tutto il mondo hanno un account su Facebook; di questi, l’89% degli studenti e il 73% dei lavoratori controllano la loro pagina Facebook almeno una volta al giorno. Un terzo di questi (33%) la controlla almeno cinque volte al giorno.

In Italia l’89% degli studenti ha una pagina Facebook, e l’84% di loro vi accede almeno una volta al giorno: il 24% controlla almeno una volta ogni ora e un altro 24% la ha sempre attiva; anche il 93% dei giovani lavoratori ha una pagina Facebook, e l’81% la controlla almeno una volta al giorno, mentre il 22% la controlla almeno una volta ogni ora.

 

Gli studenti raccontano di venire costantemente interrotti, mentre studiano o lavorano ai propri progetti, da Instant Messaging, aggiornamenti provenienti dai social media, telefonate. Mediamente in un’ora l’84% degli studenti viene interrotto almeno una volta; il 19% degli studenti subisce sei o più interruzioni – significa una volta ogni 10 minuti o meno. Uno su 10  ha dichiarato di aver perso il conto delle volte in cui viene interrotto mentre cerca di lavorare a un progetto.

In Italia il 23% degli studenti dichiara di perdere il conto delle interruzioni che riceve da social media e altri mezzi.

 

Sette giovani lavoratori su 10 sono amici dei loro capi o colleghi su Facebook, dato che indica il superamento dei confini fra lavoro e vita privata. Il dato è simile anche per l’Italia, paese in cui il 35% è amico sia di colleghi che dei propri manager, il 42% solo dei colleghi.

Per motivazioni culturali, negli USA si sono avute percentuali molto inferiori di dipendenti che diventano amici di manager e colleghi (solo uno su quattro, il 23%) anche se due su cinque (40%) sono amici dei colleghi.

Fra i lavoratori che usano Twitter, più di due su tre (68%) seguono l’attività su Twitter dei loro capi o dei loro colleghi; il 42% seguono entrambi, mentre un terzo (32%) preferisce tenere per sé la propria vita privata. In Italia Twitter è uno strumento meno utilizzato: il 28% ha un account twitter, contro un dato globale del 42%.

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