Unione Europea
In rete circolano ancora troppi contenuti nocivi per i minori, segno che gli Stati membri hanno adottato misure insufficienti e approcci inadeguati all’entità del problema. È quanto emerge da una relazione presentata oggi dalla Commissione europea sul livello di attuazione di due raccomandazioni – una del 1998 e una del 2006 – relative alla tutela dei minori che usano servizi audiovisivi e online e volte ad armonizzare le politiche dei diversi Stati membri.
Secondo i dati di EUKidsOnline, infatti, mediamente i bambini iniziano a usare la rete molto presto, all’incirca a 7 anni e utilizzano per navigare non solo il Pc, ma anche cellulari e tablet.
Il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni e il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai 12 anni sostiene di avere un profilo su un social network; un quarto degli utenti di tali siti dichiara di avere un profilo pubblico.
Le politiche di tutela dei minori online, quindi, dovrebbero tenere conto della natura globale e in constante evoluzione dell’ambiente digitale, per rispondere in modo flessibile alle nuove sfide e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Commissione nella Digital Agenda, tra i quali anche quello di rendere internet un luogo più sicuro per i bambini.
Dalla relazione emerge invece come sussistano ancora troppe divergenze, ad esempio, nel modo in cui viene nei diversi paesi viene verificata l’illiceità o la nocività dei contenuti segnalati ai servizi preposti o ancora nell’impostazione dei sistemi di classificazione per età dei videogiochi e dei dispositivi tecnici per far sì che i siti e i giochi siano adatti all’età degli utenti che li utilizzano.
La Commissione affronterà queste problematiche nei mesi a venire e presenterà un’iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie.
Per il commissario all’Agenda digitale, Neelie Kroes, non bisogna certo vietare internet ai più piccoli, per i quali il web rappresenta un mondo nuovo e ricco di opportunità per imparare e divertirsi, ma è necessario “imprimere urgentemente un impulso alle nostre azioni e al modo di collaborare per educare e proteggere i bambini in questo mondo virtuale in continua evoluzione”, partendo dall’educazione di genitori e insegnanti, le cui conoscenze in materia sono spesso di molto inferiori a quelle dei bambini.
Relazione della Commissione sulla tutela dei minori
Programma Ue per l’uso sicuro di internet