Proprietà intellettuale: la Ue propone sistema flessibile. Ma la grande sfida saranno le economie emergenti

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Per la Ue, serve un approccio equilibrato al problema della pirateria online per garantire i diritti degli utenti, assicurando però il rispetto della legge.

Unione Europea


Karel De Gucht

Nuove guidelines dalla Ue sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale. In occasione di una conferenza, che s’è tenuta a Bruxelles, il Commissario per il Commercio internazionale e IPR, Karel De Gucht, nel proprio intervento ha sottolineato l’impegno della Commissione per la crescita economica e l’occupazione sul mercato interno ed esterno alla Ue.

Un elevato sistema di protezione della proprietà intellettuale è condizione essenziale per un’economia basata sulla conoscenza, come quella della Ue, e sulla tutela e promozione dei talenti.

L’importanza degli IPR è evidenziata da alcuni dati: nel 2009, il valore dei primi dieci brand nei paesi Ue è stato pari al 9% del PIL. Nel 2006 l’industria creativa basata sul copyright, come software, libri, quotidiani, musica e film, ha contribuito al 3,3% del PIL Ue e ha rappresentato circa 1,4 milioni di PMI con 8,5 milioni di posti di lavoro.

L’occupazione nell’economia della conoscenza è aumentata del 24% tra il 1996 e il 2006, rispetto al 6% di altre industrie.

Per De Gucht abbiamo bisogno di regole che promuovano l’innovazione e non la inibiscano. In questo senso, ha citato il lavoro del Commissario Ue Michel Barnier che ha avviato la revisione della materia e, con una Comunicazione del maggio scorso, ha introdotto importanti modifiche.

Tra le altre cose, il brevetto unico della Ue, la revisione delle norme Ue sui marchi volta a semplificare la procedura di registrazione e le procedure doganali. Ma anche il riesame della Direttiva IPR Enforcement del 2004 per migliorare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale in ambito digitale e affrontare i problemi causati da differenti normative all’interno dei Paesi Ue.

Tutto questo consentirà di beneficiare di un mercato interno più armonizzato e favorirà le relazioni con i Paesi terzi a cui si potrà chiedere la collaborazione per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale.

Secondo le nostre previsioni, ha aggiunto il Commissario Ue, il 90% della crescita mondiale nei prossimi 5 anni si registrerà nei Paesi emergenti. Questo offre enormi opportunità per le imprese europee, ma al tempo stesso rappresenta una sfida importante che richiede una strategia di successo per investimenti in marketing, innovazione e aggiornamento tecnologico. Per essere più competitive e difendere la loro leadership, le imprese europee dovranno essere in grado di usare gli input provenienti dal mercato interno ma anche dai Paesi extraeuropei, senza correre il rischio di violazione dei loro IPR.

Il crescente valore dei diritti di proprietà intellettuale è un indicatore di successo. Tuttavia espone le aziende al rischio di contraffazione e pirateria specie nei Paesi terzi. Necessario quindi intervenire per controllare strettamente produzione, distribuzione e vendita delle merci attraverso le frontiere. Internet purtroppo viene sempre più usato per affari illegali.

Il web offre grandi vantaggi ad aziende e privati ma può anche essere usato per commettere violazioni dei diritti di proprietà intellettuale su vasta scala, attraverso il file-sharing illegale o lo scambio di beni contraffati sulle piattaforme di eCommerce come eBay.

Il nostro approccio, ha detto il Commissario Ue, deve essere quello di garantire agli utenti la libertà d’espressione e il rispetto della loro privacy, ma assicurarsi anche che rispettino su internet le stesse leggi che valgono per il mondo fisico.

Per raggiungere il giusto equilibrio, la Ue è pronta a collaborare con tutte le parti interessante, compresi i consumatori, gli internet service provider e i creatori di contenuti.

Mentre i Paesi industrializzati hanno compreso l’importanza di dotarsi di sistemi di protezione, alcuni Paesi in via di sviluppo hanno ancora un sistema di norme molto debole per tutelare la proprietà intellettuale.

La sfida sarà quello di poter cogliere le opportunità offerte dalle economie emergenti consapevoli però dei rischi che si corrono.

Questi argomenti saranno oggetto di una Comunicazione della Commissione, che sarà adottata entro la fine dell’anno, per definire le giuste strategie nei rapporti con i Paesi terzi.

Tutto questo si potrà ottenere, ha concluso il Commissario De Gucht, solo con un approccio equilibrato al problema della violazione dei DPR, tenendo in debito conto gli interessi di tutte le parti coinvolte.

Ma soprattutto bisogna cooperare. Il Commissario ha, infatti, citato il caso di alcuni Memorandum di intesa sulla vendita online di beni contraffatti siglati da diverse società e associazioni (come Amazon, eBay, LVMH, Nokia e molti altri) che possono migliorare in modo significativo l’impatto delle iniziative adottate dai legislatori.

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