Android: stavolta è Google nel mirino di Apple. Andy Rubin accusato di furto di brevetto

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Nei documenti presentati in tribunale contro HTC, per la prima volta si fa riferimento al furto, che sarebbe stato perpetrato da Andy Rubin, il ‘papà’ di Android, quando lavorava per Apple. Si apre la strada allo scontro diretto tra i due giganti?

Stati Uniti


Andy Rubin

Si inasprisce la querelle tra Apple e Google sull’uso illecito dei brevetti utilizzati nei rispettivi sistemi operativi mobili. La novità più recente è stata riportata dal blog specializzato Foss Patents secondo cui nei documenti presentati dai legali di Apple contro il costruttore HTC si farebbe menzione addirittura al furto e, per la prima volta, ci sarebbe un diretto riferimento a Google, non tanto ai suoi partner.

La notizia, riportata in un allegato, si riferisce a un brevetto ottenuto da Apple nel 2002, relativo a un’interfaccia di programmazione per la gestione dei flussi di informazione in tempo reale. Una tecnologia, dunque, centrale per il funzionamento degli smartphone e che sarebbe stata creata da Apple.

Ora, non è questo il punto, perché è ormai cosa nota che Apple abbia innescato una feroce lotta contro lo sfruttamento illecito delle sue tecnologie. La vera novità sta nel fatto che per la prima volta il mirino è diretto verso Google, non verso i produttori di smartphone (come Samsung o HTC) e che l’accusa sia ben pesante: Apple sottintende, infatti, che l’idea sia stata rubata alla società da un ex dipendente, un ingegnere che attualmente lavora per Google, e che Android violi questo brevetto nel suo insieme, non solo in alcune implementazioni specifiche.

Sotto accusa, in sostanza, è Andy Rubin, che ha lavorato alla Apple tra il 1989 e il 1992, ed è a tutti gli effetti il ‘papà’ di Android. Dopo l’acquisizione della sua società da parte di Google nel 2005 sono, in effetti, iniziati i rumors dell’impegno del gruppo di Mountain View nel settore dei software per la telefonia mobile.

“Mr Rubin – si legge nei documenti depositati da Apple nella causa contro HTC – ha cominciato la sua carriera alla Apple all’inizio degli anni ’90, lavorando come ingegnere a stretto contatto con gli inventori del nostro brevetto 263 (relativo al trattamento dei dati in tempo reale) proprio nel momento in cui l’invenzione veniva concepita e sviluppato. Non sorprende, dunque, che la piattaforma Android utilizzi lo stesso approccio e violi il nostro brevetto che consente flessibilità di design e permette alla piattaforma di essere altamente personalizzabile e espandibile”.

Secondo l’analista Florian Mueller, queste accuse non dovrebbero avere un peso rilevante nell’attuale azione contro HTC, dal momento che Rubin non ha mai lavorato per la società taiwanese, ma potrebbero rivelarsi fondamentali in vista di future azioni legali contro Google, se mai si dovesse arrivare a uno scontro diretto fra i due gruppi.

“Google, o una sua divisione (come Motorola Mobility) sarebbe certamente ritenuto colpevole di aver violato intenzionalmente un brevetto così rilevante e questo aumenterebbe significativamente le possibilità di Apple di ottenere un’ingiunzione e un risarcimento danni triplo”, ha spiegato Mueller.

In Australia e in Germania, ad esempio, Apple ha ottenuto il divieto temporaneo delle vendite del tablet Samsung Galaxy Tab 10.1 in attesa della decisione dei giudici sulle denunce della società californiana.

Ma il giudice americano Annabelle Bennett ha chiesto a Apple prove tangibili che il gruppo coreano abbia veramente danneggiato le vendite di iPad, ritenendo quelle presentate insufficienti a ottenere il veto sulle vendite.

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