Stati Uniti
Groupon, specializzata negli acquisti di gruppo online a prezzo scontato, ha deciso di rinviare l’Ipo e respingere gli incontri con i potenziali investitori davanti a un mercato fortemente instabile.
Secondo quanto rivelato da tre insider, coperti dall’anonimato perché sui piani aziendali c’è stretto riserbo, il gruppo e le banche stavano pianificando di vedere gli investitori la prossima settimana. La quotazione però potrebbe slittare solo di qualche mese e collocarsi per la fine dell’anno.
Le ragioni sarebbero legate alla profonda crisi economica che ha investito gli Stati Uniti col ribasso del rating sul debito pubblico.
Sicuramente ha pesato anche l’andamento negativo della web company Pandora, entrata in Borsa lo scorso giugno. (Leggi Articolo Key4biz)
Nel suo secondo giorno di contrattazioni a Wall Street, la web radio, sbarcata sulla Borsa di New York mercoledì 15 giugno, si era attestata in negativo, con il titolo scivolato al di sotto del prezzo di collocamento di 16 dollari per azione.
Da quando tre mesi fa Groupon ha depositato il prospetto iniziale, l’index 500 di Standard & Poor ha perso l’11%. La società ha inoltre bisogno di maggior tempo per chiarire alcuni aspetti regolamentari, compresa la revisione dei controversi criteri di contabilizzazione usati nella documentazione depositata in vista della quotazione.
La portavoce del gruppo, Julie Mossler, ha rifiutato di commentare la notizia.
Negli ultimi tre mesi, rispetto allo stesso periodo del 2004, negli USA s’è registrato un alto numero di rinvii o addirittura rinunce di Ipo. Il mese scorso, sono state completate solo cinque offerte.
Il maggiori competitor di Groupon, LivingSocial, deve ancora presentare la richiesta per l’Ipo, anche se la società già a luglio aveva dato mandato alle banche. (Leggi Articolo Key4biz)
Secondo gli analisti, il ribasso del titolo di Pandora sarebbe stato un forte segnale per le prossime collocazioni sul mercato di diversi big dell’hi-tech, tra i quali Facebook e appunto Groupon.
Lo scorso anno Groupon aveva respinto l’offerta d’acquisto di Google, che la stampa aveva stimato in 6 miliardi di dollari. Oggi varrebbe quasi 20 miliardi di dollari.
Tuttavia il mercato fortemente instabile e un esagerato entusiasmo per l’ingresso in Borsa di alcune società internet, come LinkedIn, hanno frenato la corsa all’Ipo.
A questo bisogna aggiungere che la SEC ha chiesto a Groupon di rivedere i criteri usati per contabilizzare le entrate che darebbero un’immagine falsata della società. Senza tralasciare che giusto alcuni giorni fa, l’Autorità di Borsa ha richiamato l’azienda perché alcuni manager avevano fatto circolare notizie finanziarie molto incoraggianti su Groupon, cosa vietata dalle regole SEC prima di un’Ipo.