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Brevetti: Android crea troppi problemi legali. Samsung punta su WebOs di HP

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Samsung ha già smentito di voler acquistare la divisione Pc di HP, ma i rumors su un eventuale accordo tra le due società non si placano, anzi, montano. Ad alimentarli la notizia – riportata da DigiTimes – secondo cui l’azienda coreana avrebbe già assunto l’ex vicepresidente della divisione Pc del gruppo californiano, Raymond Wah, e punterebbe a mettere le mani sul sistema operativo WebOs, sviluppato da Palm per i dispositivi mobili e in seguito acquisito da HP.

Dopo aver annunciato alcune settimane fa l’intenzione di vendere la divisione Pc e di bloccare la produzione di dispositivi basati su WebOs, HP ha chiarito nelle ultime ore di voler procedere allo scorporo del business che, secondo il responsabile Todd Bradley resterà comunque leader del settore dei personal anche dopo un eventuale separazione dalla società.

“Lo spin-off sarà nel migliore interesse degli azionisti, dei clienti e dei dipendenti”, ha affermato un portavoce di HP a Reuters, sottolineando che dovrà comunque essere completato il processo di diligence “per comprendere a pieno le ‘dis-sinergie’ legate alla separazione del business da HP”.

Tale processo potrebbe durare fino a un anno e mezzo, ma una decisione è attesa per la fine di quest’anno.

L’annuncio di HP è stato giudicato ‘disastroso’: i critici hanno già sottolineato che HP avrebbe dovuto seguire l’esempio di IBM e trovare un compratore prima di far sapere al mondo di voler uscire dal settore dei personal computer.

Allo stesso modo, molti hanno allertato Samsung della pericolosità di una simile acquisizione: a differenza degli schermi LCD e delle DRAM, i Pc non hanno un margine di vendita sufficiente e lo stato delle finanze del produttore coreano potrebbe risentirne.

La stessa Samsung, del resto, smentendo la possibilità dell’acquisizione della divisione Pc di HP ha specificato che il gruppo americano “è il leader mondiale dei personal computer, con vendite per 40 milioni di unità all’anno, mentre Samsung è un player emergente nella categoria e nel 2010 ha venduto circa 10 milioni di unità. Sulla base di questa evidente disparità e della completa mancanza di sinergie sarebbe impraticabile, oltre che imprudente, anche solo considerare una simile acquisizione ”.

Diverso il discorso per quanto riguarda WebOs, la cui acquisizione secondo gli osservatori sarebbe una tappa logica e intrigante. Il fatto che Google abbia messo le mani su Motorola Mobility rappresenta un problema per tutti i produttori di smartphone Android e l’acquisto di WebOs permetterebbe di disporre di un sistema operativo già compiuto, con diverse versioni e una comunità di sviluppatori alla base.

A sfavore di un acquisto pure ritenuto ‘logico’ in quanto permetterebbe a Samsung di integrare WebOs sull’insieme dei sui apparecchi connessi (smartphone, tablet e Tv), il fatto che sarebbe molto complesso gestire la logistica e il supporto di 4 sistemi operativi: il produttore lavora già con gli Os Google e Microsoft e dispone di un software proprietario – Bada – di cui è imminente la versione 2.0.

Su ogni ipotesi si staglia quindi il problema dei brevetti. Samsung – che lo scorso anno ha messo le mani su Palm e le sue tecnologie per 1,2 miliardi – è in guerra con Apple per l’uso improprio dei rispettivi brevetti e webOs permetterebbe alla società di mettere qualche buona freccia nel suo carniere, alla luce anche della mossa di Google con l’acquisizione del portfolio Motorola e dell’accordo Nokia-Microsoft che porterà sui cellulari della casa finlandese Windows Phone 7 Mango.

Samsung sarebbe dunque l’unico produttore senza un elemento di differenziazione dell’offerta. La società dovrebbe solo rafforzare il versante delle app e WebOs sarebbe, quindi, un’opzione perfetta per continuare a competere senza affidare il destino dei suoi prodotti alle aule dei tribunali.

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