Italia
Il mondo digitale inverte per la prima volta nella storia dell’uomo la trasmissione di sapere, tradizionalmente dai nonni ai nipoti. Non era mai successo prima nella storia dell’Uomo.
Pubblichiamo volentieri due esperienze di ragazzi impegnati in questa entusiasmante attività di divulgazione e di azione sociale, che hanno raccontato a Key4biz le loro emozioni. Sono due dei tanti ragazzi che lavorano come volontari nei progetti della Fondazione Mondo Digitale, un esempio da seguire e sostenere.
Elena Speranza, 18 anni, volontaria della conoscenza:
“Vorrei raccontarvi la mia esperienza, parlarvi di come in questi giorni ho aiutato “le persone mature” a navigare in Internet.
Ogni giorno ci si dava appuntamento a Piazza del Gesù, esattamente al centro, come a voler essere un faro, un punto di riferimento e con tre PC cominciavamo la nostra opera: far entrare nella rete di Internet anche i nonni viterbesi.
E’ stato qualcosa di unico ed emozionante e soprattutto un’esperienza che mi ha fatto crescere. Il luogo comune che i nonni sono troppo vecchi ormai per navigare nel web, disegnare con paint, cercare informazioni sulla macchina di Santa Rosa grazie a Google, parlare con i parenti lontani grazie a Skype, è stato finalmente esorcizzato!
E questo grazie anche a noi, volontari della conoscenza e “fornitori” di pillole digitali. Per quanto ciò che cercavamo di insegnare era poco, abbiamo comunque raggiunto il nostro obiettivo: insegnare ai “nonni” che non si è mai troppo anziani per Internet.
E poi, con grande sorpresa e piacere, non hanno partecipato solo loro: è stato un incontro con la fascia più matura della popolazione viterbese, ma anche con diverse nazionalità: da quella albanese a quella scozzese, passando per quella olandese e le idee, le emozioni, le impressioni in circolo erano tantissime. Un evento speciale, VERO.
Qualcosa che ci ha unito, che ha conciliato due mondi, due fasce d’età completamente diverse e all’apparenza inconciliabili, ma che hanno potuto collaborare e scoprire qualcosa in più. Di pazienza ce n’è voluta molta, questo è vero, ma nonostante tutto (anche il tempo che non era dalla nostra) abbiamo portato a termine il nostro scopo”.
Gioacchino Congi, 16 anni, Liceo classico statale Buratti di Viterbo
“Mi chiamo Gioacchino e sono un volontario della conoscenza! Una breve introduzione penso sia d’obbligo. Mi sono occupato, insieme agli altri volontari, di presentare al mondo degli adulti (più precisamente alla fascia over60) il web! Vi starete chiedendo: perché Volontario della conoscenza, e non solo volontario? Bene ciò che ci distingue da altri tipi di volontariato è proprio quello che facciamo cioè dare delle “Pillole digitali” che altro non sono che brevi e basilari insegnamenti dell’ uso del web. In un certo senso insegniamo, ma in realtà siamo coloro che apprendono!
Con questa mia esperienza di volontariato che, sebbene non sia la prima, è sicuramente la più significativa per ora, posso dire che nel momento in cui mi trovo di fronte al problema di dover trasmettere un insegnamento e riesco a farlo mi “torna indietro” l’esperienza di quella persona. Per esempio, la prima nonna in cui mi sono imbattuto è Azzurra. Una nonna albanese che si trovava a piazza del Gesù con due nipotine e la figlia che non ha mai avuto un contatto con questo strumento, il computer. E’ impossibile per me descrivere lo sguardo e l’emozione che quest’ anziana signora ha emanato nel momento in cui ha visto le sue nipotine, collegate ad un altro pc via Skype! E ancora più inimmaginabile è stato il suo sguardo vivo e incredulo quando le ho fatto vedere la sua casa in Albania tramite Google Maps!
Riflettendo sono arrivato anche a comprendere l’importanza che, secondo me, può avere un’ azione di volontariato (e, a questo punto, mi sento di dissentire da questo termine): il volontario, si crede, è qualcuno che lavora senza un reddito, noi, invece, il nostro reddito lo abbiamo ricevuto, eccome! Certo non sono soldi, ma vi giuro che è impagabile l’emozione che questi Nonni ci hanno regalato! Queste persone sono anziane e la maggior parte di loro non vive felice, per svariati motivi: la pensione che non arriva come dovrebbe, i problemi burocratici che non fanno che aggravare la loro situazione e l’isolamento in cui spesso sono costretti a vivere. Il peso maggiore che questa fascia d’età deve sopportare è, infatti, la solitudine. Spesso vengono trascurati dalle famiglie, non vengono seguiti, anzi a volte si preferisce “abbandonare” i propri nonni negli ospizi! E allora perché non dare loro la possibilità di essere autosufficienti di trovare svaghi e passioni che possano distrarli e aiutarli in quello che è il periodo anziano della loro vita?! Non dimentichiamoci che prima o poi tutti ci passeremo … si spera!
Mi sono permesso di disegnare questo quadro generico perché penso di sapere quale possa essere l’immenso valore di una persona che entra in questo mondo: la mia nonna è così, ha 76 anni e non può fare a meno del PC! Sono felice e ringrazio di cuore chi mi ha fatto fare quest’ esperienza che rimarrà sempre nel mio cuore insieme agli occhi e all’animo stupito di nonna Azzurra !”