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La nuova strategia di Twitter punta maggiormente sulla pubblicità, sfruttando quegli utenti che seguono già sul social network alcuni marchi o aziende.
Questa nuova formula pubblicitaria verrà testata con alcuni grossi marchi come Dell, Gatorade (gruppo Pepsico), Groupon, JetBlue, LivingSocial, Microsoft, Red Bull, Starbucks e Virgin America. Ma anche con alcune organizzazioni umanitarie come la Croce Rossa americana.
“Seguire un marchio preferito, una società o un ente benefico, significa essere informati per primi di notizie particolari, programmi esclusivi oppure offerte vantaggiose”, ha spiegato Twitter in una nota.
Lo scorso anno il sito aveva lanciato una prima formula di questo tipo, servendosi di tweets promozionali. Il numero degli inserzionisti s’è moltiplicato per sette in un anno, secondo le stime del direttore generale Dick Costolo, e nell’estate del 2010 se ne contavano già centinaia.
Il nuovo modello farà in modo che i messaggi pubblicitari non si perdano tra gli altri post, facendoli apparire in cima alla pagina o comunque ben in evidenza.
Creata nel 2006, Twitter, che consente di leggere e postare messaggi di massimo 140 caratteri, finora ha puntato più sulla crescita che sulla redditività. La scorsa settimana, Costolo ha rifiutato di commentare coi giornalisti lo stato finanziario del gruppo.
Nel 2010 il gruppo, secondo eMarketer, ha registrato un fatturato pubblicitario da quasi 50 milioni di dollari. Cifra che quest’anno dovrebbe triplicare visto che circolano quotidianamente 200 milioni di tweet mentre lo scorso anno erano solo 65 milioni.
La società sarebbe anche sarebbe in trattative con gli investitori per alzare la stima della società che nel dicembre scorso era di 3,7 miliardi di dollari.
In sette mesi il sito di microblogging ha raddoppiato il proprio valore e, adesso, starebbe discutendo con alcuni privati, come rivela Bloomberg, per un’iniezione da centinaia di milioni di dollari. Se la cosa andasse in porto, il nuovo enterprise value di Twitter sarebbe di 7 miliardi di dollari.
La cosa non sorprende visto l’entusiasmo che sta infiammando il mercato internet, specie dopo la quotazione a maggio di LinkedIn e quella ormai imminente di Groupon e Zynga
Ma ha anche sollevato i timori di alcuni analisti che temono lo scoppio di un’altra bolla internet.