Fenomeno emoticon: un’indagine di Yahoo! svela quanto piacciono le faccine

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William Shakespeare diceva che ‘La brevità è l'anima stessa della saggezza’ dovremmo accettare che le emozioni si possano esprimere anche con solo 2 o 3 caratteri? Forse sì!

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E’ sempre più comune l’utilizzo di abbreviazioni ed emoticon quando mandiamo una mail, un sms o aggiorniamo il nostro status sui social network; e se spesso risultano più simili a una targa che non ha un messaggio, nella comunicazione moderna sono per molte persone saluti ed emozioni da condividere con chi è sulla stessa lunghezza d’onda.

Sull’uso delle abbreviazioni e degli emoticon ha indagato un recente studio di Yahoo! che ha chiesto agli utenti quale sia il mood rispetto al loro utilizzo nella comunicazione.

Chi vuole esprimere il suo divertimento scrive LOL (Laughing Out Loud o Lots Of Laughs -“sto ridendo sonoramente”, “un sacco di risate”) che è uno degli acronimi più diffusi.

ROLF dall’inglese Rolling On The Floor Laughing che tradotto significa “sto rotolando per terra dal ridere” pare sia invece l’acronimo meno utilizzato, solo il 5,9% ne conferma l’uso mentre ben il 41,5% si dichiara annoiato dal suo impiego.

Negli ultimi anni il fenomeno emoticon sta invece contagiando tutti: che tu stia usando un cellulare, una mail o un sms come meglio sdrammatizzare un messaggio che per la ridotta disponibilità di caratteri potrebbe essere frainteso?

Nel Belpaese la faccina che ride 🙂 è la più utilizzata soprattutto tra i meno giovani: il 15,1% degli intervistati con un’età superiore ai 45 anni dichiara di usarla abitualmente.

Enorme successo tra i giovani invece per la faccina stupita :-O, il 57,9 % dei ragazzi compresi tra i 16/24 anni la impiega abitualmente.

Grande differenza di utilizzo tra uomini e donne compare soprattutto nell’utilizzo dell’emoticon che indica grande felicità 😀 infatti, se ben il 44,8% degli uomini dichiara di utilizzarla, per le donne la percentuale si riduce drasticamente al 29,5%.

I guardiani della lingua italiana e gli appassionati dell’Accademia della Crusca possono però dormire sonni tranquilli, infatti solo il 7,5% degli intervistati dichiara di usare questi slang tutte le volte che parla o scrive mentre il 40,3% dichiara di non usarlo mai, media che però scende drasticamente al 10,9 % se consideriamo i ragazzi di età compresa tra il 16 e i 24 anni.

Insomma, i tempi cambiano e i giovani sembrano essere i più ricettivi all’evoluzione del linguaggio e alla sua capacità di adattarsi alla velocità della rete e alla frenesia della vita moderna. Internet, social network e mail, oggi sempre più usati, impongono le proprie regole e se come diceva William Shakespeare in una delle sue opere più famose “La brevità è l’anima stessa della saggezza” dovremmo forse accettare che le emozioni e gli stati d’animo si possano esprimere anche con solo 2 o 3 caratteri? Forse sì!

Ciò non vuol dire che si voglia rinunciare alla forma, infatti rimane costante l’interesse degli utenti a esprimersi nel modo più accurato possibile. Il 34,4% degli intervistati crede che l’utilizzo degli slang sia dannoso per la nostra bella lingua e solo il 7,7% degli interessati si dichiara completamente d’accordo nel considerare gli slang come un’evoluzione del linguaggio, utilizzandoli senza problemi.

Come dire, “sono felice di sentirti” qualche volta si può anche scrivere invece che disegnare; soprattutto se si hanno a disposizione oltre i 140 caratteri come la mail riesce a garantire.

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