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Debito pubblico USA: battaglia politica a colpi di tweets. Ma quanto piace agli americani?

Stati Uniti


La Casa Bianca e i repubblicani proseguono su Twitter il confronto sul tetto del debito pubblico, servendosi del popolare social network per segnare punti a proprio favore.

Il rischio default della più grande economia del mondo, che sta agitando le Borse internazionali, ha spinto i responsabili delle comunicazioni del presidente Barack Obama e del leader dei repubblicani, John Boehner, a darci dentro.

Comunicati stampa, dichiarazioni televisive e conferenze con i giornalisti riempiono le agende dei politici americani.

In vista della scadenza del 2 agosto, anche il sito di microblogging è stato preso di mira dove stanno impazzando i botta e risposta contenuti nei tweet che possono contenere massimo 140 caratteri.

Ansiosa di far arrivare a tutti le proprie ragioni, la Casa Bianca ha avviato su Twitter almeno sei sessioni con domande e risposte sul debito USA. Gli utenti sono invitati a porre i loro interrogativi seguiti da #WHChat, sulla falsariga del ‘summit Twitter’, organizzato da Obama lo scorso 6 luglio.

Lunedì sera, dopo i discorsi successivi e concorrenti di Obama e Boehner, il capo della comunicazione della Casa Bianca, Dan Pfeiffer, commentava sul proprio account ufficiale @Pfeiffer44: “In sintesi il discorso di questa sera – il presidente: compromesso non è una parola grossa. Boehner: compromesso è una grossa parola”.

Martedì, dopo il briefing del portavoce della Casa Bianca, il corrispondente del Time notava che Jay Carney aveva pronunciato “49 volte la parola compromesso, segnando una sorta di record”.

Messaggio ripreso immediatamente da Pfeiffer, con il commento: “49 di più di Boehner ieri sera”.

Il portavoce di Boehner, Brendan Buck (@Brendan_Buck), raccoglieva la sfida e rispondeva a Pfeiffer: “Grazie per la piattaforma, tra l’altro“, alludendo al discorso di Obama che avrebbe aperto la via a quello di Boehner.

Altro motivo di beffa per Buck, la minaccia di veto della Casa Bianca contro il piano di Boehner. La presidenza ha usato la formula abituale “I consiglieri del presidente raccomandano di porre il veto”. “Sono i consiglieri che promulgano le leggi o il presidente”, si chiedeva Buck.

Buck come Pfeiffer ha anche largamente fatto ricorso ai ‘retweets’, post su Twitter che riprendono semplicemente e direttamente altri (in particolare quelli dei giornalisti), aggiungendo la sigla RT e un reply all’utente citato.

Buck indicava in particolare il messaggio di un reporter del giornale Politico, Jonathan Allen, nel quale si rilevava che la Camera di commercio americana, che rappresenta le principali aziende di Washington quindi con grosso potere di lobby, ha sostenuto il piano di Boehner.

Pfeiffer preferiva, invece, citare un giornalista dell’Huffington Post, molto vicino alle posizioni dei Democratici, che indicava che la proposta di legge di Boehner era stata accolta freddamente dalla Bank of America perché, secondo l’establishment, fa rischiare agli Stati Uniti una riduzione del rating del debito.

Questi scambi di tweet, di cui non bisogna esagerare la portata (Pfeiffer ha 16.200 utenti e Buck 1.450), hanno suscitato i commenti delusi di alcuni osservatori.

“Se la questione del tetto del debito pubblico e il deficit possono essere risolti con comunicati stampa e tweets faziosi, presto ne avremo anche troppi”. E’ stato il commento postato su Twitter da Glenn Thrush, da uno dei corrispondenti di Politico alla Casa Bianca.

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