Gran Bretagna
Rupert Murdoch, fondatore di News Corp, ha detto in un comunicato al personale della società di ritenere che il gruppo uscirà rafforzato dallo scandalo delle intercettazioni telefoniche. “Ci vorrà però tempo per riconquistare la fiducia“, ha aggiunto il magnate australiano, che si è detto determinato a rispondere alle attese “degli azionisti, consumatori, colleghi e soci”.
Per esprimere la sua convinzione, il numero uno del colosso dei media ha scritto una nota inviata al personale del gruppo. “Voglio che sappiate tutti che ho grande fiducia nel fatto che ne usciremo rafforzati”, ha dichiarato il magnate, precisando però che “ci vorrà tempo per ricostruire il rapporto di fiducia”.
Intanto, il titolo News Corp ha registrato un rialzo alla Borsa di New York, al termine della seduta di Murdoch davanti ai parlamentari britannici, e ha fatto registrare un forte aumento, pari al 4,8%, anche all’apertura della Borsa di Sydney. Nel pieno dello scandalo, Rupert Murdoch si è mostrato combattivo e determinato.
“Sono stato scioccato e preoccupato dalle accuse mosse contro News of the World, e sono profondamente dispiaciuto per il male che è stato fatto – ha aggiunto nella nota al personale – e ci siamo presi le nostre responsabilità. Dirigo questa impresa da oltre 50 anni e ho ancora intraprendenza, ma non ho mai tollerato il tipo di comportamento che è stato denunciato nelle scorse settimane. Non ha posto in News Corp. Le gravi accuse mosse contro gli ex dipendenti di News of the the World sono in netta contraddizione con i nostri codici di condotta e non riflettono il lavoro e le idee della maggior parte dei nostri dipendenti”.
Stamani invece è toccato al premier David Cameron parlare alla Camera dei Comuni, in una sessione straordinaria, per fare chiarezza su i suoi rapporti con il gruppo del magnate e con Andy Coulson, ex portavoce travolto dallo scandalo intercettazioni illegali. Così il primo ministro ha anticipato il ritorno dalla Nigeria, dove era in viaggio di Stato. E questa mattina si è presentato in Parlamento per rispondere alle domande.
“Con il senno di poi non avrei offerto ad Andy Coulson l’incarico”, ha commentato. Arriva subito l’attacco di Ed Miliband, a capo dell’opposizione laburista, che accusa il premier di essere intrappolato in un “tragico conflitto di lealtà”. E lo invita a farsi da parte.
“Un torrente di rivelazioni nelle ultime settimane hanno incrinato la fiducia nei media, nella polizia e la politica” ha detto Cameron all’inizio del suo intervento e ha assicurato davanti ai Comuni che sullo scandalo intercettazioni verrà condotta un’inchiesta della polizia e un'”inchiesta giudiziaria ad ampio raggio” per stabilire che cosa è accaduto e “impedire che possa accadere di nuovo“. Le inchieste approfondiranno i legami tra stampa, politica e polizia, ha sottolineato il premier.
Sui rapporti con News Corp, Cameron ha affermato di aver agito nella massima trasparenza: “Non ho mai nascosto gli incontri con Murdoch“, ha detto. Il primo ministro ha negato dunque di aver infranto il codice di condotta ministeriale sul conflitto di interesse relativamente alla scalata di BSkyB da parte di News International. “Io ho sempre organizzato incontri prima delle elezioni”, ha detto, ricordando di aver diffuso una lista dei colloqui avuti con i vertici dei media, compresi quelli di News International. “Quando mai vedremo la stessa trasparenza da parte di Tony Blair e Gordon Brown?”, ha chiesto il premier provocatoriamente. “Basta gridare alla complotto“, ha concluso. E nell’insistere sulla correttezza del suo operato ha anche scherzato: “Non ho avuto nessun pigiama party con la Brooks”.
Ieri si è conclusa con l’audizione di Rebekah Brooks, l’ex direttore di News International adesso sostituita da Tom Mockridge, la giornata alla Camera dei Comuni di Londra, dove sono stati ascoltati anche James e Rupert Murdoch in merito allo scandalo intercettazioni del News of the World.
La loro audizione è stata interrotta bruscamente, salvo poi riprendere regolarmente, in seguito al tentativo di aggressione contro il numero uno di News Corp da parte di un dimostrante (GUARDA IL VIDEO). Un uomo, con indosso una camicia a scacchi, si è avvicinato a Rupert Murdoch e gli ha lanciato un piatto pieno di schiuma da barba. E’ stata la moglie del magnate Wendi Deng a fermare l’aggressore, l’attore comico Jonnie Marbles di 26 anni, che è poi stato portato via ammanettato.
La Brooks, arrestata nei giorni scorsi e poi rilasciata su cauzione dopo 12 ore di interrogatorio, ha iniziato l’audizione porgendo le sue scuse: “Vorrei aggiungere le mie scuse personali a quelle fatte da James e Rupert Murdoch”. “Errori sono stati fatti in passato ma abbiamo agito rapidamente e correttamente”. Ha poi aggiunto “Sono le nostre prove che hanno aperto l’inchiesta del 2011. Abbiamo seguito molte indagini interne. Abbiamo ammesso le responsabilità civili e abbiamo cercato di patteggiare dove si poteva”.
La donna ha anche ammesso di aver utilizzato dei detective privati per ottenere informazioni, pratica – ha spiegato – molto comune nella stampa britannica.
“News of the World – ha affermato – ha utilizzato detective privati come molti giornali di Fleet Street e io ne ero al corrente”.
Ma ha negato di aver mai pagato o autorizzato il pagamento di un poliziotto. Alla domanda di un deputato, che chiedeva se la pratica di retribuire gli uomini di Scotland Yard fosse diffusa tra i giornali o limitata a quelli di News International, Brooks ha risposto che per la sua esperienza, le informazioni ottenute dalla polizia arrivavano “free of charge”, vale a dire gratis.
Quanto al caso del cellulare di Milly Dowler, la ragazzina uccisa da un maniaco nel 2002, ha detto: “Ho saputo solo due settimane fa che era stato violato”.
Ha quindi approfondito la sua ricostruzione: “Abbiamo scoperto quello che succedeva a News of the World solo alla fine del 2010, quando sono stati posti alla nostra attenzione i documenti attinenti al caso delle intercettazioni di cui era stata vittima Sienna Miller. Agimmo rapidamente, siamo stati noi a informare la polizia a inizio 2011 e a mettere in moto l’indagine”. E ha concluso: “Quello che è successo a News of the World è stato terribile e abominevole” ha detto l’ex direttrice.
Su Rebekah Brooks, James Murdoch ha detto: “Non ho prove che la Brooks e gli altri fossero a conoscenza delle intercettazioni. Le dimissioni sono state accettate ma non abbiamo prove che lei e gli altri non abbiano avuto un comportamento inappropriato”.
Nell’audizione Rupert Murdoch ha difeso l’ex ad di News International: “Mi fidavo di Rebekah, mi fido. Ecco perché non ho accettato le sue dimissioni la prima volta che le ha presentate“. Il numero uno di News Corp ha aggiunto di averle accolte la seconda volta perché “era estremamente angosciata“. Alla domanda se si fosse pentito di aver chiuso il domenicale News of the World per “salvare la testa” di Rebekah ha risposto che le due decisioni “non erano in alcun modo collegate“.
James ha aggiunto che la società sta facendo in modo che i giornalisti che erano a News of the World, che non sono coinvolti nella questione legale e hanno fatto un lavoro straordinario per il tabloid, possano trovare un nuovo impiego. “Non prendiamo alla leggera la situazione e abbiamo compassione per loro e le loro famiglie”.
In ogni caso la holding al momento ha escluso di avere in mente il lancio di un nuovo tabloid: “Adesso abbiamo altre priorità. Dobbiamo andare avanti per affrontare le accuse e farlo nel modo più chiaro possibile”.
Smentita anche la notizia sulle possibili dimissioni del magnate australiano dalla News Corp.
“Mai pensato a dimissioni – ha ribadito – Persone di cui mi fidavo mi hanno deluso. Io sono la persona migliore per fare pulizia”. Proprio martedì 19 luglio il Wall Street Journal, giornale del gruppo, aveva scritto che Rupert Murdoch avrebbe pensato, già da prima dello scandalo intercettazioni, alla possibilità di cedere la guida di News Corp all’attuale CEO Chase Carey.
Un consigliere di News Corp ha commentato che la notizia è priva di fondamento perché il Cda ha dato il pieno appoggio al presidente.
Aggiungendo che “non c’è stata alcuna riunione. Questo consiglio sostiene pienamente l’attuale direzione”.
Intanto vanno avanti anche le inchieste negli Stati Uniti per capire se sono state spiate, da giornalisti del gruppo, le vittime dell’11 settembre o se vi sono stati tentativi di corrompere funzionari di polizia newyorchesi. Su questo per Murdoch, “non ci sono prove” ma, in caso vi fossero, il magnate australiano garantisce la “massima collaborazione”.
E anche il governo australiano chiede chiarimenti al ramo australiano di News Corp, News Limited. “Ci sono domande difficili a cui Murdoch dovrà rispondere” ha detto il primo ministro Julia Zillard. “Quando la gente scopre i suoi telefoni intercettati, quando vede persone che soffrono per tutto questo – ha aggiunto – penso che si faccia delle domande anche nel nostro Paese, domande che riguardano News Limited”.