Europa
Internet deve restare libero e l’accesso deve essere considerato un diritto fondamentale. E’ quanto dichiarato dal rappresentante dell’OSCE (Organization for Security and Co-operation in Europe) per la libertà dei media, Dunja Mijatović, in occasione della presentazione a Vienna del Rapporto sulle norme che riguardano i new media in 46 dei 56 Paesi aderenti.
“Tutti devono avere il diritto di partecipare alla società dell’informazione e gli Stati hanno la responsabilità di garantire ai cittadini l’accesso a internet”, si legge nel Report dell’OSCE ‘Freedom of Expression on the Internet’, il primo dell’Organizzazione su questo argomento.
Il documento invita gli Stati membri dell’Organizzazione a seguire l’esempio di Finlandia ed Estonia che hanno definito l’accesso a internet un diritto umano.
“Questa tendenza – ha commentato Mijatović –secolo deve essere sostenuta come elemento fondamentale della libertà dei media nel XXI”.
Lo Studio realizzato da Yaman Akdeniz, professore all’università di Bilgi di Istanbul, misura il livello delle norme sui contenuti online nei Paesi dell’OSCE e valuta le leggi nazionali alla luce degli impegni dell’Organizzazione europea e delle norme internazionali sulla libertà d’espressione e l’accesso all’informazione.
Akdeniz esprime la propria preoccupazione riguardo alla pratica di bloccare l’accesso web di molti Paesi aderenti all’OSCE.
“Le restrizioni alla libertà d’espressione – aggiunge il professore – devono essere conformi alle norme internazionali. Il mancato rispetto potrebbe portare alla censura”.
Nel Report emergono anche altri elementi interessanti. “Le leggi di molti Paesi – ha evidenziato Mijatović – non riconoscono che la libertà d’espressione e la libertà dei media devono valere anche per internet. In alcuni degli Stati dell’OSCE, atteggiamenti di estremismo, propaganda terrorista, contenuti dannosi e discorsi che incitano all’odio sono definiti molto genericamente e possono essere interpretati in modo ampio per vietare i tipici discorsi che gli utenti internet possono ritenere legali”.
Lo Studio sottolinea inoltre che i sistemi di filtraggio e di blocco delle connessioni sono nella maggior parte dei casi incompatibili con la libertà d’espressione e la libera circolazione delle informazioni, che sono invece impegni fondamentali dell’OSCE.
Un argomento caldo quello del ‘taglio della connessione’ che vede coinvolta anche l’Italia, dove è in atto un’ampia discussione sulle misure proposte dall’Agcom sulla tutela del diritto d’autore.
L’Italia s’è spaccata in due fronti: uno che ha gridato alla ‘censura’ e l’altro che ha invece apertamente sostenuto l’Authority. Anche se gli animi sembrano essersi placati dopo la delibera con lo schema di regolamento che ha dato il via a una consultazione pubblica.
La Francia si sentirà indirettamente colpita dallo Studio dell’OSCE visto che con la legge Hadopi ha autorizzato la disconnessione internet per i colpevoli di pirateria.
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