Italia
Nuovi rischi per il prossimo beauty contest? Secondo Milano Finanza potrebbe esserci una ‘battuta d’arresto’ della procedura con la quale verranno assegnati gratuitamente i multiplex ai broadcaster già operanti sul mercato televisivo italiano e ai nuovi entranti. Il tutto quando è ormai imminente la pubblicazione del bando di gara per l’assegnazione delle frequenze digitali che ha già ricevuto anche l’OK, con qualche riserva, della Commissione europea.
La procedura d’infrazione aperta contro l’Italia nel 2006 potrà tuttavia essere chiusa solo una volta che il beauty contest avrà avuto luogo nel pieno rispetto delle norme Ue.
A creare problemi, di tipo legale, potrebbe essere Tivuitalia, attiva nella distribuzione del segnale e dei contenuti televisivi controllata dalla quotata Screen Service.
Secondo quanto riporta MF, infatti, dopo che il ministro Paolo Romani ha declassato Tivuitalia (che copre 18 regioni su 20 e più del 70% della popolazione italiana) da operatore di dimensione nazionale a soggetto di taglia ridotta o locale, l’azienda ha deciso di passare al contrattacco su tutti i fronti.
Secondo la società, che ha richiesto il riconoscimento dello status di operatore di rete nazionale oltre 16 mesi fa, in base al principio del silenzio-assenso, decorsi sessanta giorni dalla data della richiesta, lo status viene conseguito ipso jure, sempreché il Ministero non notifichi nello stesso termine un provvedimento motivato contenente il divieto di prosecuzione della attività. Provvedimento che nei confronti di Tivuitalia non è mai stato emesso.
Adesso, dopo essersi rivolta alla giustizia amministrativa italiana e alla Ue con una missiva datata 5 luglio e indirizzata a Krzysztof Kuik, responsabile dell’unita media della Commissione Ue, adesso l’azienda è intenzionata a fare valere le proprie ragioni anche per quel che riguarda il tanto atteso beauty contest.
“Ci siamo mossi con estremo rigore fino ad oggi e continueremo a farlo – ha dichiarato nei giorni scorsi Antonio Mazzara, amministratore delegato di Tivuitalia – nell’interesse prima di tutto dei nostri azionisti per ottenere il riconoscimento formale di un diritto acquisito che abbiamo conseguito attraverso rilevanti investimenti e seguendo un iter procedurale espressamente previsto dal legislatore a tutela del pluralismo, riconoscimento che oggi ci viene inspiegabilmente ed illegittimamente negato”.
“L’Unione Europea si è già espressa contro il Ministero e lo Stato italiano nel caso di Europa 7 – ha concluso Antonio Mazzara – e il caso di Tivuitalia è ancora più eclatante avendo la società già acquistato, a titolo oneroso, frequenze sulla maggior parte del territorio italiano e posto in essere un’attività commerciale volta alla liberalizzazione ed alla concorrenza del mercato”.