Connected Tv: i broadcaster pensano a uno standard unico per sfuggire alla morsa di OTT e telcos

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Gli operatori televisivi puntano sull’HbbTV per il progetto DTT 2.0. Il marchio verrà lanciato il prossimo aprile.

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Connected Tv

L’operazione DTT 2.0 è sulla buona strada. Nome in codice per indicare il progetto dell’industria televisiva in senso largo (da Eutelsat a Panasonic, passando per Tf1 e STMicroelectronics) di lanciare un marchio per la Tv digitale connessa.
Per ottenerlo, bisognerà usare uno standard comune, l’HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV), ratificato dall’ETSI, che offrirà una vera e concreta interattività per gli apparecchi televisivi di nuova generazione nel prossimo mercato.

HbbTV è un sistema implementato nei decoder e nei televisori che sarà in grado di integrare i contenuti digitali trasmessi dalle emittenti tv (terrestri, satellitari, via cavo) e i variegati e numerosissimi contenuti online attraverso le interfacce sviluppate dai produttori tv. La nuova piattaforma software convergente cerca di offrire un terreno comune per i nuovi televisori, web based, sfruttando le connessioni della banda larga e alcuni standard già affermati.

 

Questa tecnologia, sviluppata inizialmente dall’industria francese e tedesca, poi adottata in Spagna e nei Paesi nordici, deve servire per distribuire la catch-up Tv, il video on demand, la pubblicità interattiva e arricchire l’offerta televisiva con videogiochi, social network, quiz, meteo… E’ stata testata a Roland-Garros e il marchio sarà lanciato il prossimo aprile.

 

HbbTV è stato creato per ridurre la frammentazione presente sul mercato della Tv connessa. Muriel Sangouard di TDF ha, infatti, sottolineato a Les Echos che oggi Apple, Google, Samsung, LG come anche altre società stanno tentando di costruire il loro impero televisivo limitandosi a guardare solo i loro affari, senza preoccuparsi dell’interoperabilità.

“Ogni produttore – ha detto Sangouard – offre il proprio modello e stringe accordi bilaterali con i fornitori di servizi e contenuti. Alla resa dei conti, il consumatore compra uno schermo e un portale, ma non può accedere a tutti i servizi”.

 

Secondo TDF, sostenere uno standard unico per la connected Tv è un modo per rendere più attrattiva l’offerta della Tv digitale terrestre. Ma questa tecnologia di trasmissione è in concorrenza con la Tv su IP proposta dagli internet service provider, che arriva in 11,4 milioni di case francesi.

I canali televisivi sono distribuiti sulle piattaforme degli operatori tlc, tuttavia, la convivenza non è semplice: non hanno dovuto lottare per sei anni affinché la loro partecipazione fosse remunerata?

TF1 ha dovuto battersi per ottenere sul portale di Orange un posto per il proprio servizio VOD ed è costretta a eliminare dal catalogo i film già offerti dall’operatore tlc.

Adesso, grazie alla connected Tv, le emittenti televisive vogliono allargare il proprio ruolo sul mercato.

 

La situazione non è semplice. Pure gli Over The Top, infatti, vorrebbero imporre le loro regole e i loro standard proprietari. Con HbbTV l’apertura dei broadcaster a internet resterebbe sotto controllo.

“Questo standard interoperabile sarà una risposta ad Apple e Google. Non vogliamo spianargli la strada verso la Tv connessa”, ha commentato un broadcaster.

 

In più, la DTT 2.0 avrà un vantaggio sulla televisione degli operatori telecom: il live e il web si uniscono in un’interfaccia fluida.

“Nessuno è ancora riuscito a integrare i contenuti lineari e quelli che non lo sono: con HbbTV basterà premere un pulsante rosso per passare da una trasmissione real time a un servizio interattivo”, ha spiegato Muriel Sangouard.

 

Si tratta di un buon inizio ma bisognerà essere anche più veloci per vincere su questo nuovo mercato.

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