Italia
Con un’operazione condotta questa notte, la Polizia Postale ha tolto l’anonimato ai componenti della ‘cellula’ italiana di Anonymous, il gruppo di hacktivisti che in questi mesi ha messo sotto scacco aziende ed enti governativi in tutto ilo mondo. Sono 36 le persone coinvolte nelle indagini, svolte nel quadro dell’operazione ‘Secure Italy’, compreso il ‘capo’ del gruppo: un italiano di 26 anni – di cognome e nome di battaglia fa ‘Frey‘ – che vive in Svizzera, nel Canton Ticino.
In una nota, la Polizia ha spiegato che le persone identificate sarebbero “il promotore ed alcuni esponenti di rilievo della cellula italiana di ‘anonymous’, il gruppo hacker che dallo scorso gennaio ha organizzato e condotto numerosissimi attacchi informatici ai danni di siti web istituzionali e di aziende di rilevante interesse nazionale”,
Diversi, in effetti, i ‘colpi’ messi a segno dal gruppo negli ultimi mesi: nel mirino aziende come Eni, Finmeccanica, Poste e Unicredit, ma anche i siti di Senato, Camera dei Deputati, Palazzo Chigi e AgCom. Attacchi messi a segno sulla scia di fatti di cronaca o, nel caso dell’Agcom, sulla scia delle polemiche innescate dalle nuove disposizioni dell’Autorità, che prevedono, in caso di segnalazione di una violazione del copyright, la rimozione dei contenuti per via amministrativa e l’eventuale oscuramento del sito, senza passare per il sistema giudiziario. Un provvedimento da molti ritenuto dettato da volontà censorie e che ha portato alla protesta di Anonymous, secondo cui queste misure minano “alle fondamenta il diritto di avere una Rete libera e imparziale”.
La controffensiva delle forze dell’ordine, dunque, è scattata all’alba di oggi, quando gli investigatori del Centro Nazionale Anticrimine Informatico (CNAIPIC) della Polizia delle Comunicazioni, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno denunciato 3 persone, di cui una minorenne, ed eseguito 32 perquisizioni su tutto il territorio nazionale ed 1 in Svizzera con l’ausilio della Polizia Cantonale Ticinese.
Secondo informazioni raccolte dal Corriere della Sera, “le accuse non dovrebbero portare a degli arresti ma da parte dei danneggiati potrebbero ora partire le cause civili. Secondo fonti del ministero degli Interni da oggi é massima allerta: non sono escluse infatti azioni dimostrative da parte degli altri rami internazionali di Anonymous contro il segnale lanciato dal Viminale agli affiliati italiani”.