Cinema: istituite le 4 Commissioni di lavoro dell’Anica

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Si occuperanno di cinema, new media, relazioni istituzionali e industriali.

Italia


Riccardo Tozzi

Come annunciato dal Presidente Riccardo Tozzi all’atto della sua elezione, sono state formate le quattro Commissioni di Lavoro che organizzeranno la struttura lavorativa dell’Anica per i prossimi anni. Per la filiera cinematografica il presidente è Paolo Pozzi. Componenti: Richard Borg, Nicola Maccanico, Michele Napoli, Andrea Occhipinti e Domenico Procacci.

Per i Media (televisioni e nuovi mezzi) il presidente è Fulvio Lucisano. Componenti: Aurelio De Laurentiis, Francesca Cima, Luciano Martino, Egidio Viggiani, Manlio Cruciatti, Andrea Occhipinti e Pietro Innocenzi.

Rapporti istituzionali: il presidente è Nicola Maccanico. Componenti: Lionelli Cerri, Mario Gianani, Andrea Occhipinti, Stefano Bethlen e Maurizia Graziosi. Relazioni industriali e interassociative: il presidente è Alessandro Usai. Componenti: Maurizio Sperandini, Ranieri De Cinque, Pietro Innocenzi, Donatella Palermo e Jacopo Capanna.

Anica e Apt sono intervenute anche in merito al confronto in atto sulla delibera Agcom sul diritto d’autore che dovrebbe essere approvata mercoledì 6 luglio.

Le due Associazioni “apprezzano che si possa finalmente avere una procedura corretta e trasparente di natura amministrativa, che non tocca in alcun modo l’utilizzatore della rete. La rete è terreno di scambio di informazioni, luogo di relazione e di manifestazione del pensiero. Sotto questo profilo deve esserle garantita la più ampia diffusione e la più assoluta intangibilità. Ferme restando le essenziali esigenze di legalità, nessun limite va posto alla libertà di espressione in rete. E infatti non è di questo che tratta il provvedimento dell’Autorità”.

“La rete – dicono ancora Anica e Apt – è anche luogo di mercato. Oggi è uno degli strumenti del mercato; domani sarà il principale strumento del mercato. Sul mercato si scambiano servizi e beni, materiali e immateriali. Tutti si scambiano ad un prezzo, fondato sul diritto di proprietà. Non esiste alcun principio ed alcuna logica per non applicare questo criterio alle opere dell’ingegno, fra cui i film, la musica, i libri. Il diritto d’autore è per le opere dell’ingegno ciò che la proprietà è per gli altri beni e servizi. Modificare sostanzialmente il diritto d’autore equivale a negare la proprietà intellettuale. E’ un tentativo che nella storia si è già effettuato, con la conseguente perdita della libertà di espressione. Chi sostiene la libera e gratuita circolazione delle opere dell’ingegno in rete, più o meno consapevolmente, mina alla radice la possibilità di realizzare tali opere, nella specificità di ogni singola opera e di ogni singolo autore. Ciò significa distruggere la libertà di espressione esercitata attraverso le opere. Occorre che ciò sia chiaro e che ognuno si assuma le proprie responsabilità, senza cedere a tentazioni demagogiche o a operazioni manipolatorie, o alle pressioni delle forze economiche più potenti“.

Anche Confindustria Cultura Italia ha espresso la propria approvazione per il lavoro dell’Agcom, affermando che in Italia, per la prima volta, è stato avviato “un dibattito pubblico sui possibili strumenti a tutela dei diritti degli autori nelle reti digitali, attraverso un processo positivo di partecipazione alle decisioni, che è guardato con attenzione sia oltreoceano che in Europa. I passaggi sono stati numerosi, tutti pubblici e pubblicati. Ora l’Autorità è in procinto di approvare una bozza di provvedimento, sul quale continuare ad ascoltare le parti”.

“Non è vero che il quadro legislativo non è chiaro: l’Autorità amministrativa avente funzioni di vigilanza, cioè l’Agcom, ha il potere di agire prontamente per porre fine alle violazioni sulla rete. Lo farà nel rispetto di tutti i diritti in gioco“, ha dichiarato Paolo Ferrari, Presidente di Confindustria Cultura Italia, aggiungendo: “Oggi i giornali e il web sono pieni di posizioni strumentali e ideologiche, che vogliono forzosamente dare un colore politico a qualcosa che invece è uno dei fondamenti di una società che voglia essere veramente civile: il rispetto dei diritti. La magistratura non è toccata dall’iniziativa dell’Autorità: i due binari sono paralleli e convivono, ma con funzioni ed effetti diversi nella sfera giuridica del soggetto cui sono irrogati”.

Confindustria Cultura Italia non potrebbe sostenere la compressione di libertà digitali e la censura. Qui lo snodo è: bloccare l’illegalità diffusa e aiutare il mercato legittimo. Inibire quindi quelle (poche) piattaforme web palesemente pirata. Non blog, forum, motori di ricerca, siti personali. Ma grandi siti pirata transnazionali grazie ai quali i titolari incassano ingenti somme tramite pubblicità, spesso su conti correnti off-shore.

“L’obiettivo è comune, ribadito in tutte le sedi, nazionali, europee, globali. Apparentemente è condiviso, ma alcune posizioni pubbliche fanno davvero dubitare che si conosca l’economia della Rete, l’economia dei contenuti creativi, che si parli nell’interesse dell’Italia e della produzione culturale nazionale ed europea, per cui tutti a parole dicono di battersi. L’obiettivo è quello di creare una rete libera, forte e aiutare la costruzione di un sano e-Content Market. Non garantire l’illegalità perpetua”.

L’intervento dell’Agcom, che andrà in discussione in Consiglio e sarà sotto gli occhi di tutti i cittadini, allo stesso tempo utenti della Rete e creatori di contenuti, va nella direzione giusta per sostenere i mercati digitali e il patrimonio creativo, intellettuale, di competenze che dovrebbe essere l’orgoglio del nostro Paese.

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