Italia
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso relativi alle frequenze in banda 800, 1800, 2000, 2600. Nella giornata di oggi 28 giugno, informa il Ministero in una nota, è invece scaricabile il testo del disciplinare.
La pubblicazione fa seguito alla riunione del Comitato dei Ministri dello scorso 14 giugno. (Leggi Articolo Key4biz)
Le domande di partecipazione dovranno essere presentate entro i prossimi trenta giorni. Le aziende che, sulla base di quanto previsto dal bando, saranno ammesse alla gara avranno ulteriori 30 giorni di tempo per presentare le offerte economiche. Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre avrà luogo la seduta pubblica per l’apertura delle offerte e, a seguire, lo svolgimento dell’asta.
Con l’attivazione della procedura di gara, l’Italia sarà tra le prime nazioni europee ad assegnare le suddette frequenze all’industria della telefonia mobile, aprendo di fatto la strada all’era del 4G e riaffermando il primato italiano nel panorama mondiale di questo settore.
Se le frequenze dovessero essere tutte vendute alla base d’asta, l’incasso per lo Stato sarà pari a 3,1 miliardi di euro e il ricavato non potrà comunque essere inferiore a 2,4 miliardi (cifra indicata dalla legge di stabilità). Le frequenze saranno assegnate agli operatori a settembre e potranno essere impiegate da gennaio 2013.
Il meccanismo messo a punto prevede che le Tv locali possano usufruire del risarcimento oppure spostarsi sui canali di emittenti più grandi.
Più precisamente, riguardo alla soglia del 10% sui 2,4 miliardi di euro indicati nelle stime e destinato a indennizzare le emittenti, il Ministro Paolo Romani ha affermato: “Stiamo trattando con il ministero dell’Economia per alzare questo tetto”.
“Se si vendono tutti i blocchi a basa d’asta, l’incasso minimo ricavato sarà pari a 3,1 miliardi di euro. E’ una gara importantissima – ha spiegato – che rende disponibili le frequenze Lte”.
L’asta potrebbe quindi contribuire, tra circa un anno e mezzo, a dare il via alla diffusione della tecnologia Lte (Long Term Evolution), evoluzione degli attuali standard di telefonia mobile. Le comunicazioni Lte dovrebbero avvenire sulle frequenze 800 MHz, liberate col passaggio al digitale terrestre dalle televisioni, così come sui 2,6 GHz.
Secondo indiscrezioni di stampa, la mossa, ideata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e non ancora formalizzata, è considerata decisiva per convincere i network regionali a scendere a patti con il governo: niente indennizzo per le tv locali che libereranno le frequenze occupate dopo il giugno del 2012 e prima maxi rata da oltre 1 miliardo di euro da pagare entro settembre di quest’anno.
Il governo ha così scelto di dilazionare nel tempo il pagamento da parte degli operatori tlc, che però dovrebbero mettere sul piatto, a gara avvenuta e quindi entro il 30 settembre 2011, quasi il 50% dell’importo totale e quindi oltre un miliardo e mezzo di euro, versando poi il resto a rate quando avranno la disponibilità effettiva delle frequenze. Pare che la scelta dell’esecutivo di incassare prima del tempo parte degli introiti della gara sia dovuta a necessità di finanza pubblica.
Le emittenti chiedono il triplo delle risorse stanziate, ritenendo gli indennizzi, previsti dalla legge di stabilità (10% del ricavato dalla vendita dei canali 61-69, con un massimo di 240 milioni di euro), talmente irrisori che in molti casi non riuscirebbero nemmeno a coprire gli investimenti effettuali per lo switch-off.
Nel dettaglio, ci sono 6 blocchi da 5 Mhz per le frequenze a 800; 3 lotti per quelle a 1800; 3 lotti per le frequenze a 2000 Mhz e 18 lotti a 2600.
Si tratta della più importante asta di frequenze mai attuata nel nostro Paese, data l’ampiezza dello spettro che sarà assegnata, pari a 255 Mhz.
Con la procedura di gara, il governo attua uno dei pilastri fondamentali del piano Italia Digitale, dopo aver dimezzato il digital divide a aver messo in campo un innovativo progetto di sviluppo per le reti Ngn.