NSN: falliscono le trattative per ingresso nuovi soci. Al via la ristrutturazione

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Secondo il Wall Street Journal, le due società starebbero ora esplorando la via del 'self-help' per salvare l'attività che fa fatica a competere con i fornitori asiatici, sempre più aggressivi sul versante dei prezzi.

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Nokia Siemens

Dopo il fallimento delle trattative con alcuni investitori per la cessione di una quota di maggioranza della loro joint venture, Nokia e Siemens sembrerebbero decisi a ristrutturare Nokia Siemens Network, numero due mondiale nel settore delle apparecchiature per le telecomunicazioni mobili.

Lo rivela il Wall Street Journal, secondo cui le due società starebbero ora esplorando la via del ‘self-help’ per salvare l’attività che fa fatica a competere con i fornitori asiatici, sempre più aggressivi sul versante dei prezzi.

 

Nokia e Siemens avevano avviato trattative con le società di private-equity Gores Group e Platinum Equity. Negoziati che però, notano alcune fonti citate dal WSJ, probabilmente non andranno da nessuna parte.

KKR e TPG, dicono alcuni insider, potrebbero ancora essere disponibili per un accordo relativo a una quota di minoranza. Secondo le loro indicazioni, la JV potrebbe essere valutata intorno a 3 miliardi di dollari, ma i due fondatori ritengono la cifra inadeguata al reale valore della loro società.
 

NSN, attiva in 150 paesi e con 66 mila dipendenti, è il secondo fornitore mondiale di infrastrutture per il mercato della banda mobile, in particolare nei segmenti GSM, WCDMA e LTE. Tra i suoi clienti figurano Vodafone, France Telecom, Deutsche Telekom e Telefonica.
Quando venne creata, 4 anni fa, da due delle maggiori realtà industriali europee, NSN puntava a diventare leader del mercato nordamericano delle infrastrutture per le tlc, ma il gruppo non ha mai raggiunto una scala tale da poter competere per contratti importanti e il Nord America è arrivato a generare il 6% dei profitti totali, contro il 36% del rivale Alcatel-Lucent. Il maggior cliente di NSN negli Usa è T-Mobile, cui fornisce le tecnologie HSPA+, ma il contratto con la società potrebbe essere a rischio dopo l’acquisizione del gruppo da parte di AT&T, così come a rischio sarebbe anche il contratto da 7 miliardi di dollari con la start-up LightSquared per lo sviluppo e il mantenimento della rete a banda larga mobile. LightSquared potrebbe infatti decidere di acquistare capacità di rete da un operatore.

 

Le due società hanno avviato ad agosto le prime negoziazioni in vista del possibile ingresso di nuovi soci – in lizza società di private equity tra cui Blackstone, TPG, KKR, Silver Lake Partners e Bain Capital ma anche società concorrenti come Alcatel-Lucent e Samsung – pur manifestando la loro volontà di mantenere la maggioranza della JV, nata nel 2007 e subito sopraffatta da un lato dalla concorrenza della svedese Ericsson e, dall’altro, dall’escalation delle cinesi ZTE e Huawei che ha contribuito a dimezzare il prezzo delle stazioni radio base in un mercato già in declino. Ad aggiungere pressione sui fornitori di infrastrutture, la congiuntura economica negativa, che ha spinto molti operatori a tagliare le spese. Sia Nokia che Siemens, quindi, hanno deciso di svalutare il valore della loro quota azionaria, che ammonterebbe, secondo le stime di Bernstein Research ciascuna a 7-8 miliardi di euro.

All’inizio di giugno, il Ceo Nokia, Stephen Elop, ha confermato i rumors su una possibile vendita della JV, dopo mesi di smentite e di indiscrezioni sulle divergenze dei due soci in merito alla cifra base di un eventuale accordo.

I due gruppi controllano ciascuno il 50% della JV, ma Nokia dispone di 4 consiglieri sui 7 del cda e Siemens, riferiscono sempre alcune fonti, avrebbe più volte manifestato il suo disappunto per l’incapacità del partner finlandese di trovare una soluzione.

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