Stati Uniti
Nel suo secondo giorno di contrattazioni a Wall Street, la web radio Pandora, sbarcata sulla Borsa di New York mercoledì 15 giugno, si è attestata in negativo, con il titolo scivolato al di sotto del prezzo di collocamento di 16 dollari per azione. (Leggi Articolo Key4biz)
Partita con un rialzo del 50% e arrivata a un massimo di 26 dollari per azione, già nel corso della seduta aveva ceduto terreno, chiudendo a 17,42 dollari. I ribassi sono proseguiti ieri, con il titolo che ha ceduto il 9,36%, 1,63 dollari, a 15,79 dollari per azione (aveva in precedenza toccato il minimo intraday di 15,50 dollari).
A fare da freno è la preoccupazione che la crescita non sarà abbastanza sostenuta da mantenere il valore raggiunto durante la prima giornata di scambi e pari a 2,8 miliardi di dollari.
Secondo gli analisti, il ribasso del titolo potrebbe essere un forte segnale per le prossime collocazioni sul mercato di diversi big dell’hi-tech, tra i quali Facebook e Groupon.
Bill Buhr, analista di Morningstar, ha commentato che questo potrebbe modificare le intenzioni delle altre società tecnologiche che pensano di poter fissare il prezzo dell’IPO a una soglia così elevata.
Lou Kerner di Wedbush Securities, fervente sostenitore dei titoli tecnologici, s’è detto ‘sorpreso’ dell’andamento di Pandora, sottolineando che “potrebbe indicare quanto sia sempre più difficile fissare il giusto prezzo per l’ingresso in Borsa“.
Un mese fa, la rete sociale per professionisti LinkedIn, ha raddoppiato il valore del titolo nel primo giorno di contrattazioni e, ancora oggi, vale circa il 50% in più rispetto al prezzo dell’IPO. Tanto che gli osservatori hanno commentato che LinkedIn ha perso l’occasione di guadagnare più soldi dalla sua quotazione, visto l’interesse degli investitori disposti a pagare un prezzo maggiore rispetto a quello richiesto, mentre Pandora ha beneficiato di un’operazione ben riuscita, raddoppiando la somma prevista nelle settimane precedenti.
Tutto ciò sebbene la radio online americana, i cui costi di acquisizione dei diritti aumentano tanto quanto la propria audience, abbia registrato forti perdite e non abbia ancora fissato una data di break-even.
Si trova in una simile situazione anche un’altra società che molto presto farà il proprio ingresso in Borsa. Si tratta di Groupon, specializzata negli acquisti di gruppo a prezzo scontato, che nell’ultimo mese ha evidenziato una crescita molto rapida ma, anche in questo caso, accompagnata da pesanti perdite.
Secondo alcuni investitori, “La performance di Pandora frenerà molti entusiasmi”. Il crollo di Pandora “ha messo in stato d’allerta, ma non possiamo dire che quanto successo a questa società accadrà anche a Groupon“, ha commentato Bill Buhr, ammettendo che comunque bisogna restare molto prudenti e non farsi prendere dall’entusiasmo suscitato dai titoli tecnologici.
Lo scorso anno Groupon aveva respinto l’offerta d’acquisto di Google, che lla stampa aveva stimato in 6 miliardi di dollari. Oggi varrebbe più di 15 miliardi di dollari.
Pandora, un’azienda molto più piccola, avrebbe un enterprise value di 2,55 miliardi, vale a dire 18,5 volte il proprio fatturato annuo.
Dopo Groupon, gli amanti delle nuove tecnologie, attendono il grande arrivo sul mercato di Facebook, previsto per l’inizio del nuovo anno.
Ma il re dei social network parte già con grossi vantaggi e in questo caso gli investitori dovrebbero avere meno dubbi a puntare su di lui.