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Contenuti digitali: dagli USA proposta di legge che considera reato lo streaming online

Stati Uniti


La commissione Giustizia del Senato statunitense ha approvato una proposta di legge volta a rendere più rigide le disposizioni in materia di pirateria online di contenuti. Tra le varie disposizioni spicca quella che considera ‘grave reato’ lo streaming illegale di video a scopi commerciali, punibile fino a 5 anni di prigione se riguarda la visione online di almeno dieci opere protette da copyright in un periodo di 180 giorni.

Il valore del video deve essere superiore a 2.500 dollari oppure la licenza d’uso deve ammontare a minimo 5 mila dollari.

 

La proposta di legge bipartisan è stata presentata lo scorso 12 maggio da tre senatori, i democratici Amy Klobuchar e Christopher Coons, e il repubblicano John Cornyn.

 

“Non intendiamo colpire lo streaming dei singoli utenti o delle famiglie che usano la tecnologia per guardare da casa i film – ha detto Klobuchar – ma quei criminali che sottraggono agli aventi diritto migliaia di dollari, rubando i contenuti digitali e lucrando su questi”.

 

Con la raccomandazione del 15 marzo, il governo Obama s’è impegnato nella lotta allo streaming illegale di video, limitando però i casi di reato ad alcune situazioni ben circoscritte, in particolare quelle che riguardano la vendita di prodotti e contenuti piratati.

 

Nel 2008, la pirateria digitale di film, musica e software è costata dai 30 ai 75 miliardi di dollari alle aziende del gruppo delle 20 principali economie mondiali, secondo un Report di febbraio commissionato dall’International Chamber of Commerce di Londra.

 

La Copyright Alliance, che raggruppa membri come NBC Universal di Comcast, Time Warner e Viacom, s’è detta altamente soddisfatta del provvedimento preso dalla commissione del Senato contro lo streaming illegale.

“La distribuzione del lavoro di altre persone, senza il loro consenso, dovrebbe essere punita sempre alla stesso modo dalla legge a prescindere dalla tecnologia usata“, ha commentato Sandra Aistars, direttore esecutivo della Copyright Alliance.

 

La Electronic Frontier Foundation, un’associazione sui diritti digitali, ha invece espresso dei timori circa il nuovo provvedimento. L’avvocato Abigail Phillips è del parere che “potrebbe limitare la libertà d’espressione”.

“Pene più severe – ha spiegato – possono diventare un deterrente per l’innovazione e la circolazione delle opinioni in rete”.

La Phillips ha dichiarato che risulta ancora poco chiaro se questo provvedimento colpirà i siti web accusati di offrire contenuti illegali, le persone che scaricano video da questi siti, oppure quelle che si limitano solo allo streaming.  

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