Unione Europea
Tre europei su quattro considerano ormai la divulgazione dei dati personali una realtà della vita di ogni giorno, restano tuttavia preoccupati per il modo in cui le aziende, specie i motori di ricerca o i social network, utilizzano le informazioni che li riguardano.
Sono queste le principali conclusioni alle quali è pervenuto un sondaggio di Eurobarometer sull’atteggiamento dei cittadini verso la data protection e l’identità elettronica, pubblicato oggi dalla Commissione Ue.
Il Rapporto indica che il 62% dei cittadini Ue rivela solo le informazioni strettamente necessarie in modo da proteggere la loro identità, mentre il 75% vorrebbe poter cancellare, quando lo ritiene opportuno, i dati strettamente personali che circolano in rete, quello che è comunemente noto come il diritto all’oblio.
Quasi tutti gli intervistati, il 90%, chiedono un’azione forte da parte della Ue, in modo da uniformare le norme sulla privacy in tutti i Paesi membri.
Viviane Reding, Commissario Ue per la Giustizia, ha dichiarato che “La maggior parte degli utenti forniscono i propri dati personali quando fanno un acquisto online oppure usano i servizi delle reti sociali. Ma sono preoccupati dell’uso che verrà fatto dei propri dati e sentono di non avere un pieno di controllo su questo”.
“E’ per questo che, nell’ambito del processo di riforma delle regole sulla privacy, tengo a precisare che queste persone avranno il diritto – e non solo la possibilità – di ritirare il proprio consenso al trattamento dei dati”.
Per Neelie Kroes, Commissario Ue per la Digital Agenda, “Tante persone sono riluttanti ad acquistare online perché spaventati per la loro privacy. Questa situazione ostacola lo sviluppo del mercato unico digitale in Europa e la nostra ripresa economica. I cittadini sono altrettanto preoccupati per la protezione della loro identità digitale. Presto risponderà a questi timori con la presentazione di una proposta di legge”.
La Commissione Ue sta già predisponendo nuove disposizioni sulla protezione dei dati, con l’obiettivo di tutelare le informazioni sensibili degli utenti in tutti i campi d’azione, anche quello delle autorità di polizia, riducendo le formalità burocratiche che gravano sulle aziende, garantendo la libera circolazione dei dati in tutto il territorio Ue. La Commissione prevede di presentare delle proposte specifiche entro la fine dell’anno.
Il sondaggio rileva anche che il 60% degli europei che naviga in internet (il 40% di tutti i cittadini dell’Unione) acquista o vende prodotti online sui social network. Su questi siti circolano informazioni personali, come quelle biografiche (quasi il 90%), sociali (quasi il 50%) e sensibili (quasi il 10%).
Il 70% degli intervistati ha dichiarato d’essere preoccupato per l’uso che le aziende fanno di questi dati e ritengono di non avere che un controllo parziale, o addirittura nessuno, su quanto avviene. Il 74% ha detto che vorrebbe dare una specifica autorizzazione prima della raccolta e trattamento dei loro dati su internet.
Le regole Ue sulla privacy si basano su un principio fondamentale: gli utenti devono dare il consenso all’uso dei loro dati e le aziende non possono usare che quelli per i quali hanno avuto la autorizzazione.
Le maggiori preoccupazioni espresse dagli utenti riguardano i casi di frode negli acquisti online (55%), di uso dei dati a loro insaputa sui social network (44%) e trasferimento di queste informazioni da parte delle società senza il loro consenso (43%).
In materia di protezione della privacy, i cittadini Ue manifestano una maggiore fiducia nelle autorità pubbliche- come ospedali (78%), amministrazioni (70%) e istituzioni Ue (55%) – che nelle aziende private come i negozi (39%), gli internet service provider (32%) e i fornitori di servizi online (22%).
Il 42% ha ammesso di ricorrere a sistemi per filtrare lo spam e il 23% ha dichiarato di aver modificato i parametri di sicurezza del proprio browser.
Questo significa, in altre parole, che gli utenti potrebbero avere difficoltà a proteggere correttamente i dati online senza strumenti user friendly.
Il 58% degli utenti dice di leggere gli avvertimenti riguardanti la privacy, ma il 62% aggiunge che non sempre sono comprensibili o che addirittura non li legge, non li trovo o li ignora.
Quelli che effettivamente li leggono si mostrano molto più cauti per quel che riguarda i loro dati personali.
La riforma della data protection ha per obiettivo principale di rafforzare le regole, i modo che i provider rendano più trasparente il funzionamento dei loro servizi (quali sono i dati raccolti e trattati, a quale scopo, dove e come sono conservati) e garantiscano l’applicazione di misure di sicurezze idonee.
Il sondaggio rivela infine una netta differenza tra i giovani e i meno giovani quando si tratta di comunicare informazioni di natura personale: i primi sono più inclini a divulgarle, mentre i secondi sono più preoccupati per il rispetto della loro privacy.
Per maggiori informazioni:
The Eurobarometer survey on data protection and electronic identity in the European Union
Justice Directorate General Newsroom
Homepage of Vice-President Viviane Reding, EU Justice Commissioner
Homepage of Vice-President Neelie Kroes, Commissioner responsible for the Digital Agenda