Italia
La pianificazione di una rete d’accesso in fibra ottica di nuova generazione e il definitivo annullamento del digital divide infrastrutturale è un tema al centro dell’attenzione dei diversi attori delle comunicazioni elettroniche e non poteva che occupare un posto di rilievo anche nella relazione annuale dell’Agcom presentata stamani alla Camera.
Sulle NGN, l’autorità ha approvato lo scorso 19 maggio le regole necessarie per partire, mentre il Governo – ha detto Calabrò – al tavolo Romani, sta cercando “con tenace impegno di convincere i maggiori operatori di telecomunicazioni a investire insieme”, così come previsto dal Trattato dell’Unione europea.
“E’ ormai tempo – ha aggiunto – che vengano assunti precisi impegni contrattuali che assicurino la convergenza sull’obiettivo, con investimenti condivisi” e determinante in questo senso il ruolo che vorrà giocare la Cassa Depositi e Prestiti.
Il tema dello sviluppo delle reti è dunque “la cornice imprescindibile in cui inquadrare tutti i tasselli del puzzle e promuovere la sostenibilità dell’ecosistema digitale”, a fronte di proiezioni che indicano per i prossimi 5 anni un tasso di crescita annuo medio del 35% per la rete fissa e del 107% per la rete mobile.
Le tecnologie mobili forniscono un’ulteriore leva nella risoluzione del digital divide, infatti la popolazione priva di qualsiasi forma di copertura broadband si riduce a circa 4,0 milioni, se al 92% di copertura netta di rete fissa si somma il contributo radio (HSPA, Hiperlan e WiMAX).
Uno scenario, anche questo, molto complesso, a cui si aggiunta la problematica dell’ingresso degli operatori ‘over-the-top’ che non sono vincolati ad investimenti in infrastrutture: soggetti come Google, Facebook, YouTube, ha sottolineato Calabrò, “sviluppano servizi ad alto margine e non pagano agli operatori di telecomunicazione un pedaggio proporzionato al valore che estraggono dalla rete, proprio nel momento in cui gli operatori avrebbero maggior bisogno di risorse per investire nelle reti di nuova generazione”.
Per quanto concerne le reti nazionali a larga banda di nuova generazione (NGA), a maggio 2010 è stato presentato il piano Fibra per l’Italia, presentato da Fastweb, Vodafone e Wind con l’obiettivo dotare il Paese di un’unica infrastruttura di rete in fibra ottica, attraverso la creazione di una società che coinvolga sia gli operatori privati che le istituzioni.
Il piano prevede la copertura delle 15 maggiori città italiane (10 milioni di persone) entro 5 anni, con una seconda fase in cui le infrastrutture potranno essere estese fino a coprire le città con più di 20.000 abitanti, raggiungendo così il 50% circa della popolazione italiana. Per quanto riguarda la banda ultra larga, a novembre 2010 è stato inoltre sottoscritto un Memorandum of understanding, promosso dal Ministero dello sviluppo economico, nell’ambito del “Tavolo Governo – Operatori per l’implementazione di reti di nuova generazione nel Paese”.
Le parti (i sette principali operatori tlc) hanno poi lavorato congiuntamente per dare vita a un business plan congiunto, che dovrà verificare la fattibilità economica del progetto, destinato principalmente alle aree a fallimento di mercato, eventualmente anche con la compartecipazione di istituzioni finanziarie quali la Cassa depositi e prestiti. Il progetto è finalizzato alla realizzazione di infrastrutture passive comuni (cavidotti, fibre ottiche spente, collegamenti verticali, permutatori ottici e collegamenti ottici per stazioni radio base) in linea con il principio di sviluppo di una infrastruttura neutrale ed aperta. Inoltre, a partire da gennaio 2011, al Memorandum ha aderito la società Fibra Ottica s.p.a. (FOS, costituita da 13 ISP di minori dimensioni), interessata a co-investimenti per la realizzazione di reti a banda ultralarga.
Queste iniziative, nazionali e locali, si inseriscono in un più ampio contesto di progetti e realizzazioni di reti di nuova generazione di singoli operatori ed in particolare: il Piano di Telecom Italia per lo sviluppo della rete NGA, che prevede di rendere disponibili i collegamenti in fibra ottica in 13 città entro il 2012, per arrivare al 50% di copertura della popolazione e a 138 città entro il 2018; la rete NGA di Fastweb, che oggi collega circa due milioni di abitazioni e ha ca. 300.000 clienti connessi in FTTH.
La flessione del numero di accessi fisici alla rete fissa in rame è tuttavia proseguita anche lo scorso anno, con un numero complessivo di linee che a fine 2010 risulta inferiore a 21,5 milioni. Gli accessi degli OLO, con una crescita di oltre 500.000 linee nel corso dell’anno, a fine 2010 hanno largamente superato i 6 milioni, determinando una ulteriore flessione della quota di mercato di Telecom Italia di 2,7 punti percentuali, che risulta inferiore al 72%. La diffusione dell’accesso alla rete fissa così come per l’accesso ai servizi broadband, risulta piuttosto differenziata a livello territoriale. A fronte di una media su base territoriale nazionale che colloca intorno al 69% le famiglie con un collegamento alla rete fissa, il quadro si differenzia in misura anche non marginale se si guarda alle singole regioni.
A fronte di regioni che mostrano una diffusione maggiore del 70% come per il Lazio (79,7%), la Campania (73,5%), la Liguria (73,1%) e la Lombardia (71,3%) per altre si osservano valori inferiori al 60%, come in Calabria (55,5%), in Basilicata (57,1%) ed in Sardegna (58,2%). 2. Il settore delle comunicazioni.
Nella relazione, quindi, i principali numeri e lo stato dell’arte del mercato DSL e delle altre tecnologie: la copertura DSL ha superato il 92% della popolazione, e i comuni con piena copertura sono 4.200, mentre circa 900 sono le municipalità non coperte. I rimanenti comuni (circa 750) sono in una situazione di copertura parziale.
Il WiMAX ha vissuto nel 2010 una fase di razionalizzazione e consolidamento dei player di mercato con un conseguente ritardo nello sviluppo della rete. La copertura, infatti, è disponibile in meno di 1.000 comuni italiani, rappresentativi di una quota della popolazione italiana inferiore al 10%.
La copertura HSDPA lorda (misurata in termini di popolazione residente nei comuni dichiarati coperti dagli operatori) ha superato il 95% della popolazione, mentre l’Hiperlan su banda a 5 GHz ha registrato un ulteriore incremento rispetto all’anno passato raggiungendo quasi il 20% degli italiani.
Nell’ultimo anno, le azioni di infrastrutturazione degli operatori non si sono concentrate solamente nell’estensione della copertura, ma anche nel potenziamento di proprie reti preesistenti. Gli operatori mobili hanno proseguito con l’implementazione e la diffusione delle release successive dell’HSDPA, diffondendo progressivamente l’HSPA a 14,4 Mbit/s, mentre gli operatori fissi hanno incrementato la copertura ADSL2+ IP 20 Mbit/s (raggiungendo il 65% della popolazione) rispetto alle velocità tradizionali dei 7 e 8 Mbit/s.
La sensibilità alle tematiche del digital divide è ormai elevata anche a livello locale, con quasi tutte le Regioni italiane che hanno avviato o realizzato piani e progetti per la riduzione del digital divide. Si tratta di piani autonomi regionali, in molti casi integrati da accordi stipulati dalle singole Regioni con il Ministero dello sviluppo economico, che prevedono l’attuazione degli interventi tramite la società Infratel.
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Relazione annuale sull’attività svolta e sui programmi di lavoro