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Brevetti: il governo francese diventa patent troll? Al via fra le polemiche ‘France Brevets’

Francia


Mentre l’industria hi-tech si inquieta per la crescente offensiva dei cosiddetti patent troll (leggi articolo Key4biz), la Francia ha lanciato la società France Brevets, che ha come obiettivo quello di “riunire almeno 10 mila famiglie di brevetti” che saranno commercializzati in tutto il mondo.

I patent troll sono delle società che acquistano i diritti sui brevetti depositati da altri e se ne servono per ottenere il pagamento delle royalties, ricorrendo sempre più spesso ai tribunali per fare valere i loro diritti. Nel mirino, negli ultimi tempi, le tecnologie utilizzate negli smartphone e dagli sviluppatori di app per le piattaforme mobili.

France Brevets – lanciato dal governo insieme alla Cassa Depositi – è dotata di un budget di circa 100 milioni di euro (di cui la metà proveniente dal piano di investimento pubblico Grand Emprunt per il rilancio dell’economia) ed è stata costituita sotto forma di società per azioni semplificata.

 

“France Brevets – ha spiegato la Cassa Depositi – costituirà un grande portfolio di diritti di proprietà intellettuale, provenienti dalla ricerca pubblica e privata, e li valorizzerà riunendoli in gruppi e organizzando la loro vendita alle aziende sotto forma di licenze”.

La prima fase del suo funzionamento, che durerà circa un anno, sarà consacrata alla sperimentazione e alla validazione di questo modello.

 

Circa un anno fa, l’Eliseo aveva pubblicato un documento di sintesi sulla creazione di France Brevets, spiegando che l’obiettivo sarà quello di permettere alle PMI di vendere più facilmente le loro invenzioni, delegandone la commercializzazione alla società statale, che potrà acquistare dei portafogli di brevetti messi in vendita, ma nella maggior parte dei casi acquisterà una licenza con il diritto di vendere essa stessa delle sotto-licenze a clienti di tutto il mondo.

Il modello economico del fondo si basa sulla sua capacità di riunire i diritti di un gran numero di brevetti (l’obiettivo è di arrivare a quota 10 mila) in gruppi e di mobilitare dei team di gestione e di valorizzazione del migliore brevetto a livello internazionale e per rivenderlo sotto licenza al maggior numero possibile di utenti.

 

La società sarà direttamente interessata ai costi dei brevetti, poiché vorrà recuperare i soldi pubblici investiti. Per questo molti temono che il governo possa trasformarsi in un ‘patent troll’, partecipando all’inflazione dei brevetti, il cui numero è raddoppiato in meno di 15 anni. Già nel 2008, l’Ufficio europeo dei brevetti aveva messo in guardia sulla concessione di un numero eccessivo di brevetti, dei quali non poteva essere verificata adeguatamente la legittimità.

Ora, secondo i detrattori del progetto, il governo francese contribuirà ad accrescere questa inflazione di brevetti, impedendo – dicono alcuni – alle aziende di innovare. Il primo contratto di France Brevets è stato siglato con  l’Institut Télécom, di cui la società pubblica sarà delegata a gestire i brevetti.

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