Francia
L’Assemblea francese ha votato la soppressione della tassa sull’acquisto di spazi pubblicitari online, conosciuta come Google Tax, approvando un emendamento dell’UMP.
La tassa, che doveva entrare in vigore il 1° luglio, era stata votata alla fine dello scorso anno su iniziativa del Senato con la riserva del governo, nell’ambito dell’approvazione della Legge finanziaria. Il Ministro dell’Economia digitale, Eric Besson, aveva recentemente chiesto uno slittamento delle procedure di approvazione per permettere una maggiore concertazione con i player di internet e per la proposta di un provvedimento più adeguato.
In quell’occasione Besson aveva sottolineato che l’economia digitale si è sviluppata grazie agli investimenti degli operatori che hanno sviluppato le reti e fornito i servizi ma, aveva anche precisato che “società come Google e Facebook non contribuiscono in alcun modo al loro finanziamento” nonostante sfruttino in maniera sempre maggiore queste reti.
Besson aveva quindi sottolineato che “Queste società hanno sede all’estero, non pagano alcuna imposta in Francia, però occupano posizioni molto dominanti sul mercato francese”.
Ma spiegato anche che se i parlamentari avevano proposto questa tassa con lo scopo di trattenere in Francia una parte di queste entrate, non erano riusciti a raggiungere lo scopo perché il provvedimento, così come predisposto, non colpiva Google ma le PMI francesi che intendono investire su internet. (Leggi Articolo Key4biz)
Venerdì sera, il Ministro del Bilancio, François Baroin, s’è rimesso alla ‘saggezza’ dell’Assemblea, non assumendo alcuna posizione a riguardo. E’ quindi passato questo emendamento di Laure de la Raudière (UMP). L’opposizione ha invece preferito astenersi dal voto.
“L’introduzione di questa tassa non è una buona idea“, ha commentato de La Raudière.
Aggiungendo che i colossi americani come Google non pagherebbero mai pagato questa tassa che riguarda tutti i fornitori di servizi di pubblicità online, soggetti ad IVA e con sede in Francia. Il timore è appunto che gli ordini d’acquisto passino dall’estero per aggirare la tassa. Questa ‘delocalizzazione’ avrebbe causato, secondo lei, una perdita di IVA “più grossa rispetto a quanto si sarebbe ottenuto tassando la pubblicità online.
La soppressione della Google Tax, ha detto con soddisfazione Laure de la Raudière, vuole essere “un segnale forte per gli operatori del mercato digitale francese“.
L’emendamento deve ancora essere esaminato dal Senato, che aveva introdotto questa tassa dell’1% sull’acquisto di spazi pubblicitari.
“E’ l’unica soluzione tenuto conto della localizzazione fuori dalla Francia dei principali fornitori di spazi pubblicitari online, come Google appunto”, aveva commentato Philippe Marini dell’UMP.
Alla fine dello scorso anno, su Google si è anche espresso l’Antitrust francese, su richiesta del governo. Secondo il parere dell’Autorità, la società americana avrebbe una posizione dominante nella pubblicità legata alle ricerche su internet.
L’Antitrust ha elencato 14 “preoccupazioni“ visto che, secondo l’organo, Google totalizzerebbe oltre il 90% delle ricerche su internet.
L’Autorità, tuttavia, non reputa necessario regolamentare il settore, sostenendo che equivarrebbe a soffocare l’innovazione.
Pronta la replica da Mountain View. Si tratta di un’interpretazione troppo “limitata“: “L’analisi di mercato da parte dell’Autorità della concorrenza è troppo restrittiva perché tutte le pubblicità, sia che siano online o offline, sono in concorrenza”.