Sicurezza: gli ‘hacktivisti’ di Anonymous minacciano la Nato. ‘Non sfidateci’

di Alessandra Talarico |

In risposta alle accuse mosse il mese scorso, il gruppo spiega che il loro obiettivo è difendere le persone dai troppi conflitti d'interesse dei governi che 'dicono una cosa in pubblico e un'altra in privato'.

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Gli ‘hacktivisti’ di Anonymous hanno risposto pubblicamente alle accuse della Nato, che aveva definito il gruppo (noto per il suo sostegno alla causa di Julian Assange) ‘un pericolo per i governi e le persone’, chiedendo all’organizzazione di ‘non sfidarlo’.
Anonymous ha difeso alcune delle sue azioni più recenti, intraprese in nome della ‘libertà’ e del ‘dissenso’ e  nel suo messaggio asserisce che la Nato ha paura del gruppo non perchè esso sia una minaccia per la società, bensì perchè “rappresenta una minaccia per la gerarchia stabilita”. Una gerarchia che Anonymous ha provato essere “inutile per il raggiungimento di grandi progressi”.

Per cui, spiega il gruppo, “Forse la cosa che temete di più è di aver realizzato la vostra irrilevanza in un’epoca in cui è stata ampiamente superata la dipendenza nei vostri confronti. Ciò che vi terrorizza veramente – sottolinea ancora la nota – non è un collettivo di attivisti ma il fatto che i progressi tecnologici abbiano reso superflui voi e tutto quello che rappresentate”.

 

In un report pubblicato il mese scorso, il relatore generale della Nato, Lord Joplin, metteva in allerta sulla crescente minaccia rappresentata dall’hacktivismo, ossia dagli attacchi informatici con fini politici.

Il rapporto sottolineava le incursioni del gruppo nei sistemi di molte società americane – come MasterCard, Visa, PayPal e Amazon – in difesa di WikiLeaks e metteva in guardia contro il crescente livello di raffinatezza degli attacchi, che avrebbero potuto colpire anche informazioni sensibili di governi, forze militari e aziende.

Secondo Joplin, Anonymous può contare su centinaia di attivisti senza regole: “più a lungo questi attacchi persisteranno, maggiori saranno le contromisure che svilupperemo per perseguitare gli autori”.

Secca la risposta del gruppo, che rivolgendosi alla Nato aggiunge: “Anonymous vi ricorda che i governi e le persone, contrariamente alle presunte fondamenta della ‘democrazia’, sono entità distinte con obiettivi e desideri a volte in conflitto. La posizione di Anonymous è che quando c’è un conflitto di interesse tra i governi e le persone, sono queste ultime ad avere la priorità. L’unica minaccia che la trasparenza pone ai governi è all’abilità di questi ultimi di agire in una maniera contraria alla volontà delle persone, senza dover affrontare conseguenze e responsabilità di tali comportamenti”, sottolinea il messaggio.

“Se un governo viola le regole, come nel caso di HBGary, deve anche accettarne le conseguenze democratiche. Noi non accettiamo che un governo dica una cosa in un pubblico e un’altra in privato. Disonestà e segretezza minano totalmente il concetto di autogoverno. Come può la gente giudicare per chi vota senza essere pienamente consapevole di quali politiche i loro rappresentanti stanno perseguendo?”.

“Non fate l’errore di sfidare Anonymous – recita infine il messaggio – non fate l’errore di credere di poter decapitare un serpente senza testa. Se tagliate una testa dell’Idra, ne cresceranno altre 10. Se spegnete un attivista, altri 10 si uniranno a noi semplicemente per pura rabbia verso il vostro continuo calpestare il dissenso”.

 

“La vostra sola possibilità di sconfiggere il movimento è di accettarlo. Questo non è più il vostro mondo, è il nostro mondo – il mondo della gente”, conclude Anonymous.

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