Europa
Il ministro olandese per gli affari economici e l’innovazione ha presentato un emendamento alla legge sulle tlc per impedire agli operatori di bloccare l’accesso ai servizi concorrenti. In sostanza, la net neutrality sarebbe garantita per legge, col divieto di impedire l’accesso o di far pagare di più qualsiasi servizio terzo. Dopo il Cile, primo paese al mondo a stabilire per legge il divieto di “bloccare, interferire, discriminare, o limitare la possibilità degli utenti di accedere e utilizzare qualsiasi contenuto, applicazione o servizio internet legale”, l’Olanda segue la stessa strada. La proposta d’emendamento sarà presentata al Parlamento la prossima settimana e la sua adozione sembra praticamente certa.
La misura intende evitare che gli operatori, alle prese col calo dei profitti legati ai servizi tradizionali, siano tentati di chiedere un sovrapprezzo agli utenti che volessero utilizzare, ad esempio, i servizi VoIP di Skype
E’ il caso proprio dell’operatore KPN, sospettato di voler fare ricorso alla pratica del ‘deep packet inspection’, utilizzata in teoria per gestire il traffico, ma nella pratica anche per garantire la fatturazione ‘extra’ di determinati flussi.
La nuova strategia tariffaria di KPN ha suscitato forti polemiche tra i consumatori e incoraggiato il governo a presentare un emendamento per evitare l’abuso di queste tecnologie, del tutto legittime per evitare sovraccarichi della rete ma illecite se utilizzate per bloccare l’accesso a contenuti concorrenti.
KPN non è certo il solo operatore a far ricorso a queste pratiche, contro le quali è scesa anche la Commissione europea, determinata a fare in modo che internet continui a crescere in maniera aperta e neutrale “senza restrizioni occulte alle velocità promesse dai fornitori di servizi”, come ha sottolineato ad aprile la responsabile Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, citando casi simili a quello di KPN anche in Germania, Portogallo, Austria e Francia.
La Kroes ha quindi anticipato che non esiterà a proporre provvedimenti rigorosi “sotto forma di orientamenti o perfino di misure legislative generali per realizzare la concorrenza e la possibilità per i consumatori di scegliere ciò che meritano”, fino ad arrivare a “proibire il blocco di servizi o applicazioni leciti” nel caso risultassero abusi nell’utilizzo dei sistemi di traffic management.