Quando un’app salva la vita: LifeLens aiuta a prevenire la malaria

di Alessandra Talarico |

Un milione di bambini muore ogni anno di malaria. L'app sviluppata nell'ambito del concorso Imagine Cup 2011, sponsorizzato da Microsoft, permetterà di ridurre i costi della diagnosi e di salvare la vita di milioni di bambini.

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LifeLens

Esistono orami applicazioni mobili per ogni esigenza e per tutti gusti, dall’intrattenimento all’informazione: si usano per giocare, per non perdersi, per ottenere informazioni stradali e sui ristoranti vicini a noi. Ma al di là dell’uso ‘faceto’, alcuni di questi programmi possono aiutare a salvare vite umane: tra queste, l’app LifeLens, sviluppata dal 25enne Tristan Gibeau, studente della University of Central Florida, che permette di ridurre l’impatto della malaria – che uccide ancora più di un milione di bambini ogni anno – accelerando la diagnosi e riducendo la necessità di ricorrere a costose analisi per individuare la presenza del parassita nel sangue.

L’app, sviluppata nell’ambito del concorso Imagine Cup 2011, sponsorizzato da Microsoft con l’obiettivo di incitare gli studenti a “immaginare un mondo in cui la tecnologia può aiutare a risolvere i problemi più difficili” – funziona grazie a uno speciale microscopio collegato alla fotocamera dei dispositivi basati su Windows Phone 7. La lente riesce a scattare una foto di un campione di sangue e ad elaborare i dati così ottenuti per determinare la presenza, e a che livello, del parassita nel sangue.
 

La mortalità infantile resta su livelli inaccettabili: circa 30 mila bambini al di sotto dei 5 anni – 21 al minuto –  muoiono ogni giorno per cause prevedibili. I dati sulla malaria, in particolare, sono sconcertanti: la malattia causa ogni anno la morte di circa 1 milione di bambini, l’85% dei quali con meno di 5 anni.

Attualmente, nell’Africa sub-sahariana, per diagnosticarla si utilizza il test di diagnosi rapida (RDT), che consiste in un tampone trattato con un reagente che cambia colore a contatto con sangue infetto. Ma l’agente reagente è molto instabile e può cambiare colore per diverse ragioni, con un’incidenza del 60% dei ‘falsi positivi’. Il risultato è che ogni falso positivo equivale a una persona curata senza necessità, con un enorme spreco di risorse.

 

La soluzione messa a punto da Gibeau, che può essere usata da chiunque abbia disponibilità di un cellulare basic, permetterà di ridurre i costi della diagnosi e di salvare la vita di milioni di bambini in tutto il mondo.

Gibeau ha spiegato che quando l’applicazione sarà lanciata a livello commerciale “farà la differenza nel tentativo di contenere le epidemie di malaria e potrà aiutare anche ad arginare l’impatto di altre malattie, come l’anemia falciforme, contribuendo a rendere migliore la vita di molte persone”.

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