Roaming dati. Anche l’Ocse lancia l’allarme ‘Prezzi troppo alti sinonimo di scarsa concorrenza’

di Alessandra Talarico |

L'Organizzazione chiede a regolatori e politici di intervenire per calmierare i prezzi. Eccessive le discrepanze tra le tariffe praticate nei vari paesi: i canadesi pagano 17 euro per lo stesso servizio che ai greci costa meno di 3 euro.

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Roaming dati

Il prezzo per navigare in  internet dal cellulare quando ci si trova all’estero è ancora troppo alto. Non lo dice più solo la Commissione europea – che sui costi del roaming ha intrapreso una vera e propria battaglia (leggi articolo Key4biz) – ma anche l’Ocse, dopo aver analizzato le tariffe praticate da 68 operatori in 34 paesi.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico chiede quindi l’intervento di politici e regolatori a tutela dei consumatori, perchè – spiega – “Gli attuali livelli di prezzo indicano, in termini generali, che non c’è ancora sufficiente concorrenza né al dettaglio né all’ingrosso”.

 

L’Ocse ha calcolato per scaricare o inviare 1 Mb di dati (l’equivalente di 10 fotografie) si spendono in media 6,50 euro. I più ‘sfortunati’ sono gli utenti canadesi che, quando si trovano all’estero, per 1 Mb di dati pagano circa 17 euro, seguiti dagli americani (15 euro) e dai messicani (13,60 euro). Gli utenti che pagano meno sono i greci (2,8 euro), seguiti dagli islandesi (3 euro) e dai lussemburghesi (3,07 euro).

Queste vistose differenze nei prezzi, spiega il rapporto, possono essere spiegate dal fatto che in Grecia vengono praticate tariffe all’ingrosso più convenienti, che quindi generano prezzi al dettaglio più bassi, oppure potrebbero riflettere una maggiore concorrenza sul mercato mobile greco rispetto a quello canadese.

 

Gli operatori, spiega l’Ocse, dovrebbero mettere in atto delle semplici misure, come l’invio di un sms con i dettagli delle tariffe agli utenti che si trovano all’estero o l’adozione di un limite – di dati o di prezzo – oltre il quale la connessione viene interrotta, così da evitare bollette ‘shock’ al rientro delle vacanze. Le stesse misure, in sostanza, rese obbligatorie dalla Commissione europea che ha imposto un limite di spesa di 50 euro, superato il quale gli operatori sono tenuti a bloccare la connessione all’internet mobile, a meno che l’utente non abbia comunicato di voler continuare il roaming di dati nel mese in questione. Inoltre, i prezzi massimi all’ingrosso per il roaming di dati, dal primo luglio 2010, sono scesi da un euro a 80 cent per megabyte.

“Chi si oppone a queste misure, ossia gli operatori mobili, sostiene che questi obblighi siano troppo onerosi da mettere in atto”, spiega il rapporto, sottolineando che neanche l’implementazione di misure a tutela dei consumatori sarebbe a costo zero, mentre un limite al roaming dati è riuscito a fornire un’adeguata protezione contro le bollette ‘shock’.

“Una simile misura – continua l’Ocse – aiuterà ad evitare situazioni in cui l’utente si vede costretto a pagare cifre esorbitanti quando ritorna dall’estero”.

 

Le nuove norme europee regolano le tariffe all’ingrosso ma non quelle al dettaglio, con la conseguenza che, mentre sia i prezzi all’ingrosso che quelli al dettaglio sono calati sensibilmente, si è allargato il gap tra i prezzi che gli operatori si praticano l’un altro e quelli praticati ai consumatori. Gap che evidenzia, conclude il rapporto Ocse, “una possibile mancanza di concorrenza nel mercato”.

Consulta il Rapporto OCSE

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