Brevetto europeo: l’Italia presenta ricorso alla Corte di Giustizia Ue

di Alessandra Talarico |

Il nostro Paese, isolato insieme alla Spagna dagli altri 25 Stati membri, contesta il ricorso alla 'cooperazione forzata', che sarebbe contraria agli obiettivi dell'Unione.

Unione Europea


Brevetto UE

L’Italia, che pure non ha ancora un ministro per le politiche comunitarie dopo le dimissioni di Andrea Ronchi, risalenti a novembre 2010, ha attaccato la decisione del Consiglio dell’UE del 10 marzo 2011 che ha autorizzato l’istituzione di un brevetto europeo attraverso la cooperazione rafforzata di 25 Paesi membri.

Di fronte all’opposizione di Roma e Madrid riguardo le modalità di traduzione del brevetto, gli altri 25 Stati membri hanno deciso di passare per una “cooperazione rafforzata”, una procedura di ultima istanza introdotta dal Trattato di Lisbona e che permette a un gruppo di Paesi di mandare avanti un dossier nel caso in cui non fosse possibile raggiungere un accordo tra i 27 Stati membri.

Con questo ricorso, spiega in una nota il Dipartimento per le Politiche Comunitarie, “…l’Italia ha inteso agire a difesa dei valori e degli obiettivi dell’Unione contro il tentativo di definire una gerarchia di poteri e di valori in violazione dei principi di pari dignità e di rispetto delle diversità linguistiche e culturali degli Stati membri”.

Secondo il governo italiano, inoltre, la scelta della ‘cooperazione rafforzata’ per lanciare questo brevetto “è contraria allo spirito del mercato unico”, in quanto in grado di creare divisioni e distorsioni all’interno di quest’ultimo, “recando quindi pregiudizio alle nostre imprese”.

Secondo la Commissione, un brevetto unico europeo permetterebbe di ridurre dell’80% i costi attualmente sostenuti dalle imprese.

Attualmente, la procedura per l’ottenimento di un brevetto è complessa e costosa. Una volta rilasciato dall’Ufficio europeo dei brevetti (UEB), un brevetto deve essere convalidato in tutti gli Stati membri in cui l’inventore desidera che sia tutelato. Accanto alle pratiche amministrative, la procedura comporta elevate spese di traduzione. Per proteggere la propria invenzione in tutta la Ue, un’impresa arriva quindi a sborsare fino a 32 mila euro, contro i 1.850 euro pagati in media negli USA.

25 Stati membri (meno Spagna e Italia) hanno deciso di fare un passo avanti, dotando l’UE di un brevetto unico, semplice e a prezzi accessibili. A seguito di questa iniziativa la Commissione europea ha presentato due proposte legislative in vista dell’introduzione del brevetto.

Il nuovo sistema di tutela della proprietà intellettuale costerà in futuro 680 euro a brevetto, riducendo quindi in maniera significativa i costi di brevettazione. Inoltre, creando condizioni più propizie all’innovazione (elemento essenziale per una crescita economica sostenibile), permetterà di attirare investitori e ricercatori e rafforzare il mercato unico.

Le domande potranno essere presentate in qualsiasi lingua e dovranno sempre essere tradotte in una delle lingue dell’UEB (inglese, francese o tedesco), ma le relative spese saranno rimborsate al titolare del brevetto;

Secondo l’Italia, la decisione di imporre la decisione di ricorrere alla cooperazione forzata rappresenterebbe “un precedente negativo nel processo d’integrazione europea: le cooperazioni rafforzate non sono infatti state immaginate come strumento divisivo, sostanzialmente teso a vanificare le norme dei Trattati che richiedono l’unanimità, ma per consentire a gruppi di Stati di avviare sviluppi del processo di integrazione europea, cui altri Stati non sono interessati”.

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