Unione Europea
La Digital Agenda europea non è soltanto l’espressione dell’approccio della Ue verso il settore digitale, ma rappresenta una chiamata all’azione per le aziende e i governi e per milioni di individui, il cui coinvolgimento è essenziale per ottenere la trasformazione digitale dell’Europa.
Lo ha affermato il Commissario Ue Neelie Kroes nel suo discorso alla Conferenza ‘Broadband for all‘ presso il Parlamento europeo, sottolineando che la “trasformazione digitale” è essenziale e senza di essa saranno a rischio “il futuro economico, la crescita e l’occupazione nei decenni a venire”.
Secondo il Digital Scoreboard, il resoconto annuale sui progressi compiuti dagli Stati membri in termini di economia digitale, in Europa si contano 133 milioni di linee fisse a banda larga, pari a una crescita annua del 7,5%, mentre aumentano le velocità delle connessioni a banda larga: il 40% delle linee fornisce infatti una velocità tra i 10 e 30 Mbps.
Meno incoraggianti, invece, i dati su ricavi e investimenti: la crescita complessiva del settore tlc in Europa è stata del -0,7%, un calo inferiore al -1,7% nel 2009. I ricavi si sono attestati a 332 miliardi di euro nel 2009 (erano 350 miliardi nel 2008), pari a metà dell’intero settore delle ICT. Significativo il calo dei ricavi voce, che rappresentano ancora più della metà dei ricavi, sia nel comparto fisso che in quello mobile (-6,7% nel primo e -4,2% nel secondo), mentre i ricavi da dati (ancora al 25 % del totale per gli individui e le famiglie, il 7% per le aziende) sono sempre più elevati (+5,6% nel caso di accesso a internet fisso e +9,4% nel caso dei servizi di dati mobili).
I ricavi voce (ancora il 57% delle entrate totali degli operatori di tlc europei) hanno subito cali importanti.
Diminuisce, inoltre, proprio in un momento cruciale, il livello complessivo degli investimenti, con gli operatori alle prese con strategie di riduzione dei costi volte a compensare la flessione dei ricavi. Il calo, nel 2009 è stato notevole e si è attestato a -12% nel comparto mobile e a -3% in quello fisso.
In declino anche l’intensità degli investimenti, come misurato dal rapporto CAPEX/ricavi che per il 2010 dovrebbe attestarsi all’11% circa nel 2010 (in Italia, prima nella Ue, è del 14,8%, Leggi articolo Key4biz).
Anche se cresce l’impatto sui ricavi del traffico, è ancora la voce a rappresentare la maggior parte delle entrate e, questa asimmetria – ha spiegato la Commissione – “…è uno dei problemi principali da affrontare per la sostenibilità dei modelli di business futuri”.
Nel settore delle comunicazioni elettroniche, l’esecutivo sottolinea come l’evoluzione dei ricavi dall’accesso alla rete sia in netto contrasto “con i ricavi crescenti provenienti da attività che si svolgono all’interno delle stesse reti che forniscono efficienze per l’economia intera (es. e-commerce, motori di ricerca, o la pubblicità online)”.
La Commissione ha calcolato che da qui al 2020 saranno necessari investimenti tra 73 e 221 miliardi di euro per le reti di nuova generazione, così da sostenere la crescita esponenziale del traffico globale di Internet, che aumenterà più di quattro volte entro il 2014, con le applicazioni video che occuperanno più del 91% del traffico complessivo.
In un momento in cui i tassi di crescita appaiono troppo deboli per garantire i livelli di occupazione e di comfort sociale ci aspettiamo per il futuro, ha commentato la Kroes, “…semplicemente non si può ignorare un settore dell’economia europea…che genera la metà della nostra crescita della produttività”.
Bisogna fare tutto il possibile per alimentare e sostenere questa crescita e lo dimostrano i risultati ottenuti dai paesi che hanno già abbracciato la rivoluzione digitale e stanno ora raccogliendo i frutti in termini di maggiore crescita e più posti di lavoro.
“Solo in Francia – ha detto la Kroes – 700.000 posti di lavoro sono stati creati grazie a Internet; l’ICT è il secondo maggiore settore d’occupazione della Germania, e le piccole nazioni come l’Estonia sono un esempio per tutti noi in termini di innovazione e di eGovernment”.
Gli investimenti in ICT e i posti di lavoro sono, molto semplicemente, “diverse facce della stessa medaglia”, ha aggiunto il Commissario, sottolineando altresì l’importanza della ‘inclusione sociale’ e la necessità di garantire che tutti possano avvantaggiarsi della rivoluzione digitale.
La Digital Agenda ambisce a dotare tutti i cittadini europei di una connessione a banda larga entro il 2013 e di una connessione ultrabroadband per metà della popolazione entro il 2020.
In linea generale, a livello europeo, sottolinea comunque la Commissione, si osservano progressi ‘buoni’ nell’uso regolare di internet, acquisti in linea, servizi di amministrazione in linea e illuminazione a basso consumo energetico; progressi ‘medi’ nella disponibilità e nell’effettivo uso della banda larga; progressi ‘insufficienti’ nell’eCommerce transnazionale, nella presenza online delle piccole e medie imprese (PMI), nei prezzi del roaming e nella ricerca pubblica.