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Un mese prima di festeggiare il suo centesimo anno di storia, IBM ha ricevuto un bel regalo dai mercati: le azioni di ‘Big Blue’ hanno raddoppiato il loro valore negli ultimi 5 anni e il gruppo si appresta a diventare il secondo al mondo per capitalizzazione, dopo Apple (che vale 314 miliardi di dollari) ma prima di Microsoft, Oracle e Google.
All’inizio di maggio l’azione di IBM ha raggiunto il suo massimo storico, a 173 dollari e dall’inizio dell’anno ha messo a segno un +16%, due volte più dell’indice Dow Jones di cui fa parte. Al valore di venerdì – 171 dollari – la sua valorizzazione di Borsa si è attestata a 207 miliardi di dollari, ossia solo un miliardo di scarto rispetto a Microsoft, primo produttore mondiale di software.
Un nuovo duro colpo, quindi, per il gruppo di Redmond, già detronizzato a maggio 2010 da Apple e che dall’inizio dell’anno ha perso l’11% del suo valore. Dal dicembre 1999, quando le azioni Microsoft hanno toccato il loro valore massimo e la società valeva 600 miliardi di dollari, il titolo ha perso il 57%.
Fondata nel 1911 dalla fusione di 4 piccole società e ribattezzata International Business Machines tre anni più tardi, IBM arrivata al secolo di vita sembra vivere, dunque, una seconda giovinezza, frutto di una riuscita trasformazione strategica. Abbandonato il mercato dei Pc, che ne aveva fatto la fortuna negli anni ’80, il gruppo ha rincentrato le attività sui servizi informatici, i server e i software che sono ora le attività più redditizie. Negli ultimi 7 anni, il suo margine lordo è cresciuto in maniera continuata e costante, passando dal 37% del 2003 a 46,1% nel 2010. Record anche per i profitti, che lo scorso anno si sono attestati a 14,83 miliardi di euro, mentre il fatturato quest’anno dovrebbe superare la soglia dei 100 miliardi di dollari, tornando ai livelli precedenti la crisi.
Da qui al 2015 il gruppo punta su una crescita del 20% del fatturato e per raggiungerla ha avviato una massiccia campagna di acquisizioni, per le quali dispone di un budget di circa 20 miliardi di dollari. La società conta altresì sullo sviluppo del cloud computing, dal quale conta di generare entrate supplementari per 7 miliardi di dollari. Altro fronte di crescita, i mercati emergenti che dovrebbero rappresentare il 30% dell’attività da qui al 2015, contro il 21% del primo trimestre di quest’anno.