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Al Gore ospite ad Annozero per difendere la posizione di Current Tv dopo la decisione di Sky di ‘cancellare il canale’ dalla programmazione.
Il Premio Nobel per la pace ha addotto ragioni politiche dietro la scelta del gruppo di Rupert Murdoch, ventilando l’ipotesi di un accordo con il governo. Una sorta di ‘patto di non belligeranza’ per il prossimo ingresso nel digitale terrestre, su cui s’è consumata un dura battaglia prima dell’OK all’azienda dalla Ue e dal Consiglio di Stato.
L’ex vicepresidente USA è arrivato addirittura a parlare di attacco alla libertà d’espressione. Ma c’è chi non la pensa come lui e i numeri parlano chiaro.
Pur ribadendo l’apprezzamento per la qualità di alcuni dei programmi in onda su Current, Sky ha chiarito che la performance del canale non è purtroppo in crescita. L’ascolto medio giornaliero di Current Tv nel 2011 è stato finora di un totale di 2952 telespettatori, con una perdita del 20% rispetto ai 3.600 spettatori medi del 2010. Se poi si analizza il prime time, purtroppo, tra il 2011 ed il 2010, la perdita di ascolti di Current Tv è prossima al 40%.
Da qui la necessità di rivedere i termini del contratto che però Current non ha accettato.
La piattaforma satellitare ha spiegato d’aver proposto un rinnovo con un’offerta in linea con il mercato, con il contesto economico e con le performance di Current. “Un’offerta – ha spiegato l’azienda – peraltro coerente con quelle in discussione con altri editori nostri partner, tra cui diversi editori italiani”.
Il management di Current Tv ha ritenuto di non rispondere neanche a questa offerta, richiedendo invece un aumento dei corrispettivi da parte di Sky pari al doppio di quelli attuali.
“Un livello di incremento – ha commentato la pay Tv – che nessun altro editore con cui Sky collabora ci ha mai richiesto durante gli ultimi anni. Questa scelta ha dunque portato, nostro malgrado, alla decisione di non rinnovare questo rapporto”.
Tutta una questione di numeri allora. Al Gore non è riuscito a trasferire il popolo della rete in televisione e sebbene non si possa mettere in dubbio che abbia offerti dei servizi giornalisticamente molto interessante, è ingiusto far credere che dietro questa decisione ci sia un attacco alla libertà d’espressione e che addirittura ci possa essere un accordo segreto tra Sky e il governo per la prossima assegnazione delle frequenze del digitale terrestre.
Gli ultimi fatti di cronaca dicono cose diverse e agli operatori di settore sanno che il gruppo di Murdoch non avrà gioco facile nella partita per il digitale terrestre. Lo sa bene anche la Ue che nei giorni scorsi ha espresso perplessità sulla bozza di bando di gara inviata dall’Italia per il beauty contest. A preoccupare sono soprattutto le differenze tra i 5 mux in gara. Due sono a frequenza unica, due ne hanno due e uno addirittura tre.
Il commissario Joaquin Almunia sta riflettendo se chiedere al governo di destinare i mux migliori (i due monofrequenza) ai nuovi entranti tra cui Sky, lasciando agli incumbent (Rai, Mediaset e TI Media) gli altri. Questo però vorrebbe dire togliere a Mediaset il canale 58, quello su cui l’azienda sta già sperimentando l’alta definizione, ma che in realtà utilizza per trasmettere i suoi canali in differita di un’ora.
Una questione già denunciata dall’amministratore delegato di Sky, Tom Mockridge, in una lettera inviata al Ministro Paolo Romani per denunciare una situazione che “potrebbe distorcere l’esito della prossima gara” a vantaggio della Tv della famiglia Berlusconi.
Mockridge ha chiesto senza mezzi termini un intervento immediato del governo riguardo all’assegnazione provvisoria a Mediaset , perché ‘altererebbe le regole del gioco’.
Il 23 agosto scorso, infatti, il Ministro dello sviluppo economico ad interim Silvio Berlusconi ha concesso a Mediaset l’autorizzazione a trasmettere sul digitale terrestre con la quinta frequenza (Mux 6) sul canale 58 UHF, per sperimentare tecnologie avanzate. E’ una delle sei frequenze che verranno assegnate gratuitamente ad altrettanti broadcaster, secondo le ultime informazioni entro giugno.
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