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Nel primo trimestre di quest’anno sono stati venduti 427,8 milioni di smartphone, in aumento del 19% rispetto al primo trimestre del 2010. Lo rivela l’ultimo studio Gartner, secondo cui i telefonini ‘intelligenti’ sono cresciuti a un ritmo superiore a quello del resto del mercato e conosceranno quest’anno un’adozione di massa grazie all’arrivo di nuovi modelli di fascia media e quindi più alla portata di tutti.
Gli smartphone rappresentano il 23,6% di tutti i telefonini venduti, una percentuale cresciuta dell’85% rispetto allo scorso anno e che sarebbe stata anche maggiore se molti produttori non avessero deciso di rinviare al secondo semestre il lancio dei nuovi modelli high-profile, spingendo molti consumatori a rimandare l’acquisto di un nuovo dispositivo.
Anche se Nokia resta leader del mercato in termini di unità vendute (107,6 milioni nel trimestre), la sua quota di mercato è scesa di un altro 5,5% rispetto allo scorso anno, toccando il punto più basso dal 1997. Android, inoltre, è il sistema operativo più diffuso, con una quota di mercato del 36% (era del 9% lo scorso anno) contro il 27,4% di Symbian, che perde invece il 17%. Nei primi tre mesi di quest’anno, sono stati 36 mila i dispositivi basati sul sistema operativo mobile di Google, contro i 27 mila dotati dell’Os del gruppo norvegese.
In attesa dei nuovi modelli basati su Windows Phone 7, che arriveranno solo il prossimo anno, Gartner prevede che Nokia resterà aggressiva sul versante dei prezzi, abbassando ancora il prezzo medio di vendita (ASP) soprattutto nei mercati in cui gli operatori controllano la catena delle vendite.
Samsung si conferma come il competitor più aggressivo: il gruppo sudcoreano ha registrato il suo trimestre più forte con 68 mila smartphone venduti e una quota di mercato del 16%. Il passaggio a modelli di fascia alta, come quelli della linea Galaxy, ha portato a un aumento del prezzo medio di vendita e ha aiutato il gruppo a bilanciare l’aumento dei costi dei componenti. Nel secondo semestre, inoltre, sono attesi diversi nuovi prodotti – come il Galaxy S II, il Wave 578 (basato sul sistema operativo Bada) e nuovi tablet Galaxy (10.1 e 8.9) – che aiuteranno a consolidare le performance del produttore sudcoreano.
LG si conferma in terza posizione con 23 mila smartphone venduti e una market share del 5,6%, in calo del 2% rispetto allo scorso anno, mentre Apple ha venduto 16,9 milioni di iPhone, raddoppiando le vendite rispetto allo scorso anno e aggiudicandosi una quota di mercato del 3,9% rispetto al 2,3 del primo trimestre 2010.
Un boom, per Apple, in tutto il mondo: l’iPhone è disponibile in 90 Paesi, offerto da 186 operatori. Una performance – ha spiegato l’analista Gartner Carolina Milanesi – “che ha aiutato Apple a consolidare la propria posizione al quarto posto del mercato delle comunicazioni mobili”.
Considerando il prezzo superiore alla media dell’iPhone, si tratta di un risultato “notevole”, che evidenzia anche l’impatto che un marchio forte può avere su un prodotto.
Stabile al 3% la quota di mercato della canadese RIM, con 13 milioni di BlackBerry venduti, seguita dalla cinese ZTE con 9,8 milioni di dispositivi e una market share del 2,3%.
Sul fronte dei sistemi operativi continuano a dominare Android e Apple iOs, anche se il periodo è stato dominato dalla notizia dell’accordo tra Nokia e Microsoft e del conseguente ritiro di Symbian. Ci si aspetta, dunque, una corsa dei competitor per accaparrarsi lo spazio lasciato vuoto dal sistema operativo Nokia.
Anche i BlackBerry transiteranno a una nuova piattaforma – QNX – nel 2012, il che fa presupporre che i nuovi smartphone della RIM riescano a guadagnare qualcosa in termini di grafica e performance. Modeste, nel primo trimestre, le performance di Windows Phone, che hanno raggiunto quota 1,6 milioni di unità, penalizzate dalla mancanza di appeal dei modelli lanciati nel 2010 e da fatto che gli operatori continuano a puntare su Android. Sul lungo periodo, sostengono però gli analisti, l’alleanza con Nokia aiuterà Microsoft a imporsi sul mercato.
Ai produttori, Gartner consiglia di concentrarsi sullo sviluppo di un ecosistema di applicazioni e servizi per legare gli utenti alle loro offerte e limitarne il passaggio ad altre piattaforme.
“Ogni volta che un utente scarica un’applicazione sullo smartphone o mette i propri dati in un server cloud, si sta impegnando con un particolare ecosistema e riduce la possibilità di passare a un’altra piattaforma. Si tratta di un chiaro vantaggio per chi già possiede un forte ecosistema, come Apple e Google“, ha sottolineato la Milanesi, spiegando che i produttori, invece “di inserire i loro device nel contesto di un più ampio ecosistema, dovrebbero iniziare a considerare gli smartphone come parte di un continuum”.
La crescita delle unità invendute, insieme a una certa debolezza della domanda nei mercati emergenti registrata in questo primo scorcio del secondo trimestre spinge Gartner a una certa cautela sulle previsioni di vendita per il resto dell’anno, che dovrebbero attestarsi 1,790 e 1,795 miliardi di unità.