Unione Europea
Martedì 24 maggio si svolgerà l’udienza del Tribunale Ue nella causa Microsoft (sostenuta da The Computing Technology Industry Association, Association for Competitive Technology) contro la Commissione europea (sostenuta da Free Software Foundation Europe eV, Samba Team, Software & Information Industry Association, Comitato Europeo per la Interoperable Systems (ECIS), International Business Machines Corp., Red Hat, Oracle).
Il gruppo chiede l’annullamento della decisione della Commissione del 27 febbraio 2008, che fissa l’importo definitivo dell’ammenda a 899 milioni di euro e, in via subordinata, l’abolizione o la riduzione della pena.
Secondo la Ue, infatti, Microsoft non avrebbe rispettato gli obblighi imposti dalla decisione del 2004 durante il periodo 21 giugno 2006 – 21 ottobre, 2007. La decisione riguarda solo l’obbligo di fornire l’accesso alle informazioni relative all’interoperabilità e autorizzarne l’uso a condizioni ragionevoli e non discriminatorie.
Giusto alcuni giorni prima della comunicazione del provvedimento Ue, la compagnia americana aveva comunicato i tanto attesi cambiamenti in tema di interoperabilità e di condivisione delle informazioni relative ai prodotti e alle tecnologie.
I Principi di interoperabilità e le iniziative presentate rientravano appunto nello sforzo intrapreso dall’azienda di Redmond per andare incontro alle responsabilità e agli obblighi fissati dalla Corte Europea di Primo Grado nel settembre 2007.
Microsoft si era detta disposta ad assicurare connessioni aperte con i prodotti a più ampia diffusione, anche pubblicando sul proprio sito la documentazione di tutte le interfacce di programmazione applicativa (API) e dei protocolli di comunicazione.
Gli impegni non sono stati ritenuti sufficienti. La decisione Ue del 2004, confermata dalla Corte di prima istanza nel settembre 2007, ha stabilito che Microsoft ha abusato della sua posizione dominante nel quadro dell’articolo 82 del Trattato delle Comunità europee, ragione per cui ha richiesto al gruppo di rivelare la documentazione d’interfaccia che avrebbe consentito ai server non proprietari di ottenere piena interoperabilità. Per tre anni, ha detto la Ue, Microsoft non ha ottemperato alla decisione, persistendo nel comportamento confermato come illegale anche dalla Corte di prima istanza.
Secondo l’Antitrust, nel 2004 la società aveva commesso due abusi di posizione dominante rifiutando di fornire ai suoi concorrenti le informazioni sull’interoperabilità e di autorizzarne l’uso per il periodo compreso tra ottobre 1998 e la data di notifica della decisione del 2004.
Entrambi gli abusi sono stati puniti con una ammenda di 497.196.304 euro. Inoltre, per correggere il rifiuto abusivo è stato ordinato a Microsoft di:
a) fornire informazioni in materia di interoperabilità a qualsiasi società desiderasse sviluppare e distribuire sistemi operativi per server gruppo di lavoro e permettere a queste aziende di utilizzare le informazioni sull’interoperabilità per sviluppare e distribuire sistemi operativi per server per gruppi di lavoro;
b) garantire che le informazioni divulgate in materia di interoperabilità fossero aggiornate in base alle esigenze e, non appena possibile;
c) istituire un meccanismo di valutazione che consente alle aziende interessate di ottenere in modo efficiente informazioni sulla portata e le condizioni di uso delle informazioni relative all’interoperabilità;
d) comunicare alla Commissione tutte le misure che intende adottare per conformarsi alla decisione.
Nel luglio 2005, la Commissione ha nominato il fiduciario indipendente, dotato dei poteri di accedere, indipendentemente dalla Ue, all’assistenza, alle informazioni, ai documenti, ai locali e ai dipendenti della Microsoft nonché al codice sorgente dei prodotti rilevanti dell’azienda.
Nel 2006 la Commissione ha fissato a 280,5 milioni di euro l’importo finale della ammenda, avendo constatato che la documentazione tecnica preparata da Microsoft contenente le informazioni sull’interoperabilità non era né precisa né completa. Inoltre ha aumentato l’ammenda stabilita dalla decisione del 2005 a 3 mio di euro/giorno dal 31 luglio 2006.
Con sentenza 17 settembre 2007, il Tribunale UE ha annullato parzialmente la decisione 2004 (circa l’ingiunzione a Microsoft di presentare una proposta per la nomina di un fiduciario con costi a carico del gruppo e riserva alla Commissione di imporre il meccanismo stesso. Il ricorso è stato respinto per il resto e la decisione è stata confermata.