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Grande sorpasso di Netflix. La piattaforma per il noleggio online di film registra negli Stati Uniti più traffico internet del sito di file-sharing illegale BitTorrent.
Un passaggio di testimone altamente simbolico, segno che gli utenti si stanno rivolgendo sempre di più all’offerta legale.
Netflix, che offre il servizio su abbonamento, genera ormai il 30% del traffico internet americano ma è anche il più vorace consumatore di banda, secondo uno Studio pubblicato dalla società Sandvine, specialista della banda larga.
In una giornata, la sua fetta raggiunge il 22,2%, lasciandosi dietro BtiTorrent, fino a poco tempo fa tappa fissa dei pirati del web (Leggi Articolo Key4Biz), che oggi arriva al 21,6%.
Nel Report si legge che “Netflix è ormai il re indiscusso della banda passante in America del Nord”. Per gli analisti, questo passaggio conferma che “siamo ormai arrivati all’era del video online”.
“Gli utenti hanno ormai adottato il servizio VOD di Netflix, modificando radicalmente il panorama di internet”.
Un mutamento durevole, hanno sottolineato gli autori del Rapporto, perché lo sviluppo di device mobili come l’iPad e dei decoder digitali come Roku e Boxee aumentaranno ancora di più l’uso della piattaforma negli Stati Uniti.
Netflix, YouTube e altri siti che offrono questo tipo di servizi generano insieme il 46% dei download nelle ore di punta.
Un cambiamento avvenuto in tempi rapidi, visto che il precedente Studio pubblicato lo scorso autunno riportava che Netflix registrava ancora solo il 20,61% del traffico internet nelle ore di punta. Nel corso degli ultimi sette mesi la piattaforma, che conta 23,6 milioni di abbonati ai servizi video, ha visto crescere i propri utenti di 6,7 milioni.
Secondo Sandvine, la categoria di on-demand entertainment rappresenterà il 55-60% del picco di traffico per la fine del 2011.
Il servizio, creato nel 1997 da Marc Randolph e Reed Hastings, è partito con la consegna postale di Dvd acquistati in rete. Nell’ottobre 2010 ha rivoluzionato il mercato, introducendo un abbonamento internet mensile di soli 7,99 dollari, grazie al quale l’utente può vedere un numero illimitato di film e telefilm sul proprio pc o televisore dotato di connessione.
La società, contemporaneamente, ha stretto molteplici accordi con i canali televisivi come HBO e AMC per accedere a una maggiore offerta di contenuti. Ma Netflix è anche un servizio già integrato nei decoder Apple Tv e soprattutto è riuscito a imporsi nei televisori di casa grazie alle console di videogame connesse a internet.
La Playstation 3 e la Xbox 360 sono stati i primi due modelli a prevedere l’accesso alla piattaforma, usati rispettivamente dal 31% e dal 25% degli abbonati. La Wii di Nintendo rappresenta l’11% degli utenti.
In totale, queste tre console forniscono il 67% degli abbonati e superano i pc che generano invece il 19,55%.
Sandvine ha evidenziato che gli utenti di Netflix che accedono al servizio dalle console di videogiochi “consumano il doppio dei dati” rispetto agli altri clienti: un terzo delle Xbox 360 connesse negli Stati Uniti sono, infatti, usate per la visione di film noleggiati su Netflix.
Di fronte a questo crescente consumo di traffico, gli operatori tlc hanno cominciato a prendere provvedimenti, abbandonando le tariffe flat, a favore di pagamenti calcolati sulla base della quantità di dati consumati.
Provvedimento che però non è piaciuto ai content providers, secondo i quali gli aumentati costi per i collegamenti internet potrebbero allontanare i clienti dai servizi VOD, che sono riusciti ad affermarsi grazie ad abbonamenti meno cari rispetto a quelli praticati dagli operatori di pay Tv.
Società come YouTube e Netflix, che stanno stringendo accordi con le major cinematografiche per ampliare le proprie offerte, potrebbero, quindi, essere profondamente danneggiate dalle scelte delle telcos (Leggi Articolo Key4biz).
Nella lettera che Reed Hastings, presidente di Netflix, ha scritto agli azionisti e nei documenti inviati alle Autorità canadesi e alla Federal Communications Commission, si fa presente che simili provvedimenti rischiano di danneggiare il business della società. E forse anche dissuadere gli utenti a preferire i servizi legali online alle reti illegali di P2p.