Quanto conviene sovvenzionare l’iPhone? Bloomberg fa i conti in tasca agli operatori che lo offrono

di Alessandra Talarico |

Per gli analisti, Verizon Wireless potrebbe aver pagato, tra febbraio e marzo, 880 milioni di dollari in sovvenzioni, mettendo di tasca propria 400 dollari per ogni iPhone venduto.

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I costi legati alla vendita degli iPhone superano i vantaggi per gli operatori mobili che ne sovvenzionano l’acquisto? Potrebbe essere così, almeno stando alle indiscrezioni che circondano la pubblicazione dei risultati annuali di Vodafone, che saranno resi noti domani.

Secondo Bloomberg, infatti, Verizon Wireless – società americana per il 45% di proprietà del colosso delle tlc mobili mondiali – potrebbe aver pagato, tra febbraio e marzo, 880 milioni di dollari in sovvenzioni per la vendita di 2,2 milioni di iPhone. La cifra si basa sulle stime effettuate dall’analista UBS John Hodulik, secondo cui il gruppo avrebbe messo di tasca propria 400 dollari per ogni iPhone venduto, per un esborso pari a 15 milioni di dollari al giorno.

A febbraio, Vodafone aveva reso noto che le previsioni sugli utili operativi annuali avrebbero escluso ‘l’effetto iPhone’ e, secondo gli analisti interpellati dall’agenzia, non vi è dubbio: questo tipo di strategia di commercializzazione crea valore aggiunto solo per Apple.

 

Con l’obiettivo di avvantaggiarsi dell’entusiasmo dei consumatori per gli smartphone – i cellulari di nuova generazione che navigano in internet – gli operatori li acquistano dai costruttori (da Apple nel caso dell’iPhone) e poi li offrono ai clienti a prezzi minori, per incoraggiarli a sottoscrivere contratti di lunga durata e quindi avvantaggiarsi di questa fedeltà obbligatoria prolungata nel tempo.

 

Sempre secondo le stime citate da Bloomberg, nel trimestre chiuso a marzo i ricavi da servizi di Vodafone potrebbero essere scesi al 2,1% dal 2,5% dei tre mesi precedenti. Questa voce include il gettito derivante dai servizi voce, dati, messaggistica e banda larga ed esclude gli smartphone e gli accessori. In totale, secondo 10 analisti interpellati dall’agenzia, i ricavi dell’intero anno fiscale sarebbero cresciuti del 2% a 45,6 miliardi di sterline (52,2 miliardi di euro), rispetto a un aumento dell’8,4% nell’anno fiscale precedente. L’Ebitda rettificato potrebbe scendere dell’1% a 14,6 miliardi di sterline (16,7 miliardi di euro).

 

Dal 2008, anno in cui Vittorio Colao ha preso le redini della compagnia, le vendite annuali legate ai servizi dati sono salite a 5 miliardi di sterline. Nello stesso arco di tempo, i costi legati alle vendite sono cresciuti del 34%, trainati dalle sovvenzioni per l’acquisto degli smartphone e dai costi per le frequenze.

 

Per incrementare le entrate legate agli smartphone, che secondo i piani dovrebbero arrivare al 70% da qui a marzo 2013 dal 30% dello scorso anno, Vodafone ha iniziato a offrire tariffe differenziate in base alla quantità di dati utilizzata e alla qualità del servizio.
 

Secondo le stime, Verizon Wireless, il principale operatore mobile americano, potrebbe vendere nel 2011 circa 11 milioni di iPhone. Il gruppo ha strappato l’esclusiva sulla vendita dello smartphone Apple ad AT&T a febbraio, ma non ha puntato solo sul modello della casa di Cupertino. A marzo ha lanciato anche il ThunderBolt di HTC, il suo primo smartphone di quarta generazione, spingendo sull‘LTE per stimolare ulteriormente le vendite di piani dati e attirare nuovi clienti.
A settembre, Vodafone aveva spiegato che la redditività maggiore è garantita soprattutto dai modelli di fascia media più che da quelli di fascia alta come l’iPhone e il Nexus S di Samsung, o i dispositivi basati su Android.

 

Secondo l’analista  Robin Bienenstock di Sanford C. Bernstein, i costi per utente cominceranno a stabilizzarsi quando Vodafone comincerà a trarre vantaggi dalla sua scala e dalla estensione globale della sua offerta, ma per gli analisti di Evolution è ancora presto per capire se la strategia della sovvenzione pagherà sul lungo periodo.

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