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Cinema: raddoppiano gli schermi digitali europei, trainati dal 3D. Italia ancora dietro

Europa


Il numero degli schermi europei dotati della tecnologia DLP Cinema o SXRD al 1° gennaio 2011 è salito a 10.346 con un incremento del 120,9% in 12 mesi.

E’ quanto rileva MEDIA Salles nel Report che verrà presentato al Festival di Cannes, nell’ambito del workshop organizzato dall’Osservatorio Ue dell’Audiovisivo, domenica 15 maggio. (Leggi Articolo Key4biz)

Gli schermi digitali sono passati così a rappresentare in Europa il 29% del totale delle sale, rispetto al 13,4% dell’anno prima.

L’incidenza maggiore si registra in Lussemburgo (73%) e in Belgio (65%). Percentuali molto diverse caratterizzano anche i maggiori mercati: mentre sopra la media europea si collocano Regno Unito (38%), Russia (38%) e Francia (34%), restano invece al di sotto Germania (27%), Italia (23%) e Spagna (19%).

 

Il numero dei cinema digitali è passato nel corso del 2010 a 4.120. Cresciuti del 74,1% rispetto al 1° gennaio 2010, pesano per il 33% sul totale dei complessi europei contro il 18.7% del gennaio 2010. Nello stesso periodo è aumentato il numero medio degli schermi per complesso digitale, salito tra gennaio 2008 e gennaio 2011 da 1,6 a 2,5.

Anche da questo punto di vista, peraltro, i mercati europei si differenziano fortemente. All’inizio del 2011 la media più alta è quella del Belgio (6,8 schermi per cinema). Vengono quindi Lussemburgo (4,8), Portogallo (4,8), Austria (4,3), Lettonia (3,7), Romania (3,6), Estonia (3,5) e Francia (3,5).

 

Nei mercati di maggiori dimensioni il valore più basso è quello dell’Italia (1,9 schermi per cinema nel 2011), da mettere a raffronto con quello della Gran Bretagna (3,1), Spagna (2,6) e Germania (2,2).

Nel 2011 i cinema digitali nel nostro Paese erano 474 (290 nel 2010 e 46 nel 2009) mentre gli schermi digitali 912 (434 nel 2010 e 80 nel 2009).

 

I principali mercati europei in termini di biglietti venduti sono anche quelli che vantano il maggior numero di schermi digitali sull’insieme delle sale del Continente. La Francia è alla testa di questa classifica col 18,2% degli schermi digitali europei, seguita da Regno Unito (13,6%), Germania (12,1%), Russia (9,1%), Italia (8,8%) e Spagna (7,3%).

Con riferimento invece ai tassi di crescita nell’ultimo anno, i maggiori incrementi si riscontrano nei paesi scandinavi: Danimarca (+444% rispetto a gennaio 2010), Norvegia (+339%) e Svezia (+308%). Se si considera d’altro canto il periodo tra il 2007 e il 2011, la maggior crescita annuale ha riguardato Russia (+293%), Portogallo (+216%) e Finlandia (+206%), paesi in cui il numero degli schermi digitali è cresciuto molto soprattutto fino al 2009.

 

In Europa la digitalizzazione sembra avvenire in modo piuttosto concentrato se si considera che i dieci maggiori esercenti in termini di schermi digitali pesano per il 32,4% del totale. I cinque principali operatori sono Odeon and UCI Cinemas Group (con l’8,0% degli schermi digitali), che è attivo come Odeon Cinemas nel Regno Unito, come UCI in Austria, Germania, Irlanda, Italia e Portogallo e come Cinesa in Spagna; la società francese Europalaces (4,8%), attiva in Francia, Svizzera e Paesi Bassi; Cineworld Group (3,9%), presente nel Regno Unito e Irlanda; CGR (3,7%) operante in France, e Kinepolis (2,3%), presente in Belgio, Francia e Spagna.

 

Come nel 2009, il cinema 3D è stato di nuovo il motore della crescita del digitale: l’incidenza degli schermi digitali dotati di sistema 3D sul totale delle sale digitali è aumentata ovunque, tranne che in Spagna, passando dal 74% all’81,5% tra gennaio 2010 e gennaio 2011.

 

In alcuni paesi dell’Europa Centro-Orientale, come Croazia, Lituania, Serbia and Slovenia, dove il numero degli schermi digitali è ancora limitato, così come in Islanda, gli schermi 3D rappresentano il 100% del totale.

In diversi paesi gli schermi 3D incidono per oltre il 90% del totale: Russia (99,6%), Turchia (98,5%), Ungheria (98,2%), Svezia (96,8%), Polonia (95,7%), Danimarca (95,6%), Svizzera (94%), Bulgaria (93%), Italia (92,3%), Finlandia (92%), Paesi Bassi (91,7%), Grecia (91,5%), Repubblica Ceca (91%) e Lettonia (90,9%). La percentuale è peraltro più bassa nel Regno Unito, dove è passata dal 71,1% del gennaio 2010 al 77,9% del gennaio 2011, così come in Francia, dove essa è salita dal 69,4% al 74,5%.

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