Italia
Entro la fine di questa settimana scadono i termini per la trasmissione al ministero dello Sviluppo economico delle istanze per l’ottenimento dei titoli abilitativi necessari alla trasmissione televisiva su digitale terrestre.
E’ quanto ha richiesto lo stesso dicastero con apposita nota inviata alle emittenti operanti nelle regioni di prossima digitalizzazione.
Il provvedimento riguarda Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise dove, come definito dall’ultima riunione del Comitato Nazionale Italia Digitale (CNID), lo switch-off avverrà entro il secondo semestre 2011.
Il ministero ha quindi deciso di emanare delle guidelines in ordine alle procedure che i concessionari autorizzati dovranno adottare per intraprendere l’attività di operatore di rete, di fornitore di servizi di media audiovisivi e per l’attribuzione della numerazione LCN.
Più precisamente, la nota stabilisce che, qualora non avessero già provveduto, i soggetti interessati dovranno presentare entro il 15 maggio la Dichiarazione di Inizio Attività (DIA), prevista dall’art. 25 del Decreto Legislativo n. 259/2003, al fine di acquisire la veste giuridica di operatore di rete e poter, dunque, successivamente ottenere, in sede di switch-off, il diritto d’uso temporaneo delle frequenze di radiodiffusione in digitale.
Entro la stessa data, inoltre, dovrà essere inoltrata, ai sensi dell’art. 2 della Delibera Agcom n. 435/01/CONS, l’istanza per l’ottenimento dell’autorizzazione necessaria allo svolgimento dell’attività di fornitore di servizi di media audiovisivi.
Dovrà essere presentata un’istanza per ogni contenuto digitale (marchio/palinsesto) trasmesso, sia per la programmazione che precedentemente veniva diffusa in analogico, sia per nuovi contenuti che si volessero diffondere.
Naturalmente, considerato che l’utilizzo ottimale del multiplex è stato individuato nella diffusione di almeno 6 programmi, la presentazione di domande per ottenere autorizzazioni per più marchi/palinsesti diventa una scelta prioritaria per il concessionario, al fine di assicurarsi un uso efficiente della propria rete. Questa è la strada che è stata percorsa dai soggetti operanti nelle aree già passate al digitale; una strada, comunque, non priva di ostacoli, considerato che i palinsesti autorizzati vanno riempiti di programmi e la creazione degli stessi risulta dispendiosa.
A ciascun marchio/palinsesto autorizzato verrà poi attribuita una numerazione LCN sulla base di un apposito bando, la cui emanazione è prevista nel mese di maggio, con la possibilità di assegnazione, a ciascun soggetto, di un numero massimo di 6 identificatori.
Riguardo al prossimo beauty contest e all’assegnazione delle frequenze del dividendo digitale esterno, per Giovanni Stella, amministratore delegato di TI Media, “la situazione si sta ingarbugliando perché si stanno aggregando discorsi diversi, tutti complicati”.
Adesso è stato inviata la bozza del bando di gara a Bruxelles per avere il parere, non vincolante, della Commissione Ue. Le considerazione dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.
Una situazione, quella del beauty contest, complicata anche dall’ultima lettera inviata dall’Ad di Sky Italia, Tom Mockridge, al Ministro Paolo Romani, un intervento immediato del governo riguardo all’assegnazione provvisoria di frequenze televisive a Mediaset che “potrebbe distorcere l’esito della prossima gara”. (Leggi articolo Key4biz)
Per Mockridge questa situazione, creatasi a vantaggio dell’azienda di proprietà della famiglia Berlusconi, “altera le regole del gioco”.
Il 23 agosto scorso il Ministro dello Sviluppo economico ad interim Silvio Berlusconi ha infatti concesso a Mediaset l’autorizzazione a trasmettere sul digitale terrestre con la quinta frequenza (Mux 6) sul canale 58 UHF, per sperimentare tecnologie avanzate. E’ una delle sei frequenze che verranno assegnate gratuitamente ad altrettanti broadcaster, secondo le ultime informazioni entro giugno.
Mockridge, nella lettera a Romani, ha sottolineato che Mediaset non solo starebbe ancora utilizzando il canale oltre i tempi previsti (secondo i regolamenti le sperimentazioni su queste frequenze dovrebbero durare al massimo sei mesi), ma per di più lo starebbe facendo per la sua offerta commerciale, trasmettendo le versioni +1 delle reti generaliste e quelle in HD di Canale 5 e Italia 1.
Questo, secondo Sky “altera le dinamiche del mercato, dando un vantaggio competitivo a Mediaset”. L’utilizzo delle frequenze potrebbe, infatti, in base al regolamento Agcom, che Sky ha già impugnato davanti al Tar Lazio senza richiesta di sospensiva per non bloccare la gara, rappresentare un punto a favore in sede di assegnazione delle frequenze.
Per quanto riguarda invece l’asta per l’assegnazione delle frequenze espropriate alle tv locali a favore della banda larga mobile, appare quasi certo un rinvio della data prevista, dal 30 settembre alla fine dell’anno, a causa della richiesta di aumentare la quota di indennizzo dall’attuale 10% ad almeno il 20%, come richiesto dalle Associazioni Aeranti-Corallo e FRT.
Di più si saprà proprio in occasione del Forum di Aeranti-Corallo, in programma il 24-25 maggio a Roma, dove è prevista la partecipazione del Ministro Romani e del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò.
Ciò che fino a oggi appare certo è che le tv locali chiedono al governo più incentivi per liberare i canali. E la gara per le frequenze tv destinate alla banda larga mobile è sempre più a rischio. Si parla di un ulteriore slittamento di qualche mese rispetto al presunto termine di settembre.
Lo Stato deve rilanciare sul piatto degli incentivi per liberare le frequenze. In caso contrario, la strada dell’asta dalla quale il governo vuol ricavare almeno 2,4 miliardi, si fa tutta in salita. Non a caso Franco Bernabè, nel Forum su Il Sole 24 Ore del 7 maggio, ha detto: “Le frequenze che lo Stato intende mettere all’asta non sono ancora disponibili. Sono occupate dalle tv locali, che non mi sembrano intenzionate a mollarle. Pagare per un bene che non è disponibile non sarebbe un’azione giustificabile davanti agli azionisti”.
Giovanni Stella ha sottolineato “Siamo pronti da lungo tempo a concorrere e quindi ottenere questo quarto Mux. Per questo stiamo frenando il ricorso al Tar. Non lo stiamo attivando. Ad esito di questa procedura che si dovrebbe chiudere entro quest’anno potremmo considerare, nella valorizzazione dei nostri asset il quarto multiplex“.
Intanto, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo della rete a banda larga, l’ottava Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato ha sentito in audizione l’amministratore delegato di H3G, Vincenzo Novari.
Novari ha messo il dito nella piaga dell’asimmetria nell’assegnazione delle frequenze per i servizi di telefonia mobile. 3 Italia (H3G) è infatti l’unico operatore che non detiene diritti d’uso di frequenze nella banda dei 900 MHz
Novari ha quindi ravvisato la necessità di un riequilibrio delle condizioni, che potrebbe concretizzarsi con l’assegnazione gratuita di una fetta di banda degli 800 MHz, ovvero quella relativa al cosiddetto dividendo digitale esterno.
E’ molto difficile che 3 Italia riesca ad avere una risposta positiva dal governo in una fase così avanzata nella definizione delle procedure di ridistribuzione delle frequenze.
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