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Cellulari: non basta cancellare i dati prima di rivenderli. Italiani sempre più a rischio furto d’identità

Italia


Quando si decide di cambiare il telefonino, cancellare manualmente i dati in esso contenuti potrebbe non bastare a non eliminare tutti dettagli sulla vita dell’ex proprietario, rischiando di mettere nelle mani sbagliate informazioni preziose o riservate.

E’ l’allarme lanciato da uno studio di CPP Italia, secondo cui in Italia la vita media di un cellulare non supera i tre anni e ciò vuol dire che nell’arco della loro esistenza, gli utenti potrebbero cambiare da un minimo di 22 a un massimo di 34 dispositivi.

All’interno di questi apparecchi, che spesso vengono rivenduti o regalati, sono conservati molti dati personali e di vario genere – password per accedere a conti correnti bancari o a e-mail, ‘nomi utente’, estremi bancari, numero della carta di credito contatti della rubrica, i video personali, indirizzi e-mail, sms,  foto, informazioni sulla società per la quale si lavora – e non tutti vengono eliminati dalla cancellazione manuale, una pratica effettuata dal 78% delle persone che si disfano del loro vecchio cellulare.

 

Per effettuare il suo studio,  CPP Italia – filiale della multinazionale inglese specializzata nella tutela dei dati e nel contrasto delle frodi – ha acquistato 35 telefoni e 50 SIM sul web scoprendo un totale di 247 frammenti di dati su 19 telefoni mobili e 27 schede Sim.

Nel 54% dei casi, quindi, chi vende o regala un cellulare ad altre persone, rischia di mettere nelle mani dei nuovi possessori anche informazioni delicate, senza averne consapevolezza alcuna proprio perchè convinto di aver eliminato manualmente tutti i dati. Solo il 38% degli intervistati ha effettuato un resettaggio completo e il 4% ha usato un apposito software esterno per la cancellazione.

L’eliminazione manuale, ha spiegato Walter Bruschi, amministratore delegato di CPP Italia, lascia i file intatti e facilmente recuperabili eppure l’81% delle persone è convinto di aver cancellato i dati prima della vendita

“Una ‘percezione’ – sottolinea Bruschi – in netto contrasto con i risultati empirici della ricerca che registra la presenza di dati personali, nei cellulari, in più di un caso su due. Perciò è sempre meglio controllare, anche facendosi aiutare da una persona esperta, l’avvenuta corretta cancellazione dei nostri dati dal telefonino”.

 

“Negli ultimi anni – afferma ancora Bruschi – il furto di identità è cresciuto esponenzialmente, creando non pochi problemi ai truffati. Perchè chi viene in possesso dei nostri dati personali può utilizzarli per acquistare beni e servizi, chiedere finanziamenti o porre in essere altre azioni comportamenti delittuose a nostro nome. Per disconoscere la paternità di questi comportamenti, non è sempre sufficiente una semplice denuncia: a volte serve l’intervento di legali e altri esperti”.

 

E’ dunque essenziale gestire con la massima attenzione i nostri dati, così da non rendere il compito dei malintenzionati ancora più facile e, soprattutto, per non fare arrivare dettagli sulla nostra vita privata e lavorativa in mani sbagliate.

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