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I rapporti tra Europa e Brasile in ambito ICT sono sempre più improntati in un’ottica di collaborazione, viste le sinergie che entrambi i mercati possono trarre dallo scambio di esperienze e best practice. Gli approcci adottati dalle due regioni nell’ambito dello sviluppo dei diversi segmenti del mercato sono sostanzialmente diversi – pur con lo stesso obiettivo di massimizzare i benefici delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione – e saranno al centro di uno studio di EUBrasil-Cullen International che sarà presentato domani, 10 maggio, a Porto Alegre in occasione del Bits, la maggiore fiera Ict dell’America Latina.
Già nell’ambito del seminario organizzato lo scorso settembre presso il Parlamento europeo dall’associazione non-profit EUBrasil – presieduta da Luigi Gambardella e che sostiene lo sviluppo dei legami economici, politici e culturali tra l’Europa e il Brasile – rappresentanti dell’industria e delle istituzioni europee e brasiliane hanno fatto il punto sullo stato delle relazioni bilaterali nel settore dell’ICT, cogliendo l’occasione per condividere strategie e obiettivi e per riflettere su come approfondire e rafforzare ulteriormente i legami fra le due aree.
Nell’ambito del seminario, il settore privato ha presentato le proprie opinioni – i dubbi e gli apprezzamenti – per le politiche portate avanti in Brasile e nella Ue e molti player presenti all’evento hanno manifestato interesse verso un maggiore coinvolgimento nella cooperazione tra le due aree, presentando proposte concrete su come il settore privato potrebbe contribuire a questo dialogo e ottenere sinergie da questo interesse recirpoco.
L’Europa non può non guardare con interesse al mercato brasiliano: il Paese conta una popolazione di oltre 193 milioni di abitanti ed è una delle economie a più forte crescita a livello mondiale – nel 2010 ha registrato una crescita del 7,5%, la più alta degli ultimi 24 anni. La domanda di servizi di comunicazione elettronica cresce in maniera sostenuta (3,5% in media nel 2009 e 2010) grazie al maggiore potere d’acquisto raggiunto dalle famiglie.
La penetrazione dei servizi di telefonia mobile ha superato il 100%, con oltre 207 milioni di utenti alla fine di febbraio, mentre la banda larga – con oltre 13,8 milioni di utenti alla fine del 2010 – è tra i servizi tlc a più forte crescita (+21,5% rispetto al 2009). La penetrazione broadband nel 2009 si è attestata al 6,3%, contro il 24,8% della Ue, mentre gli utenti dei servizi di Pay Tv hanno raggiunto quota 10 milioni, per una crescita del 30,7%.
In Europa, il settore delle comunicazioni elettroniche ha dimostrato una buona capacità di resistenza durante la crisi economica. Il mercato delle tlc ha registrato una crescita pari a zero nel 2009, ma è andato bene rispetto a un declino del 4,2% dell’economia. Il mercato dei servizi sia fissi che mobili, tuttavia, ha raggiunto la maturità e l’aumento dei profitti legati ai nuovi servizi a banda larga fissa e mobile – compresi i pacchetti triple play che includono l’IPTV – non sono ancora in grado di compensare il declino di quelli ‘tradizionali’.
Complessivamente, secondo i calcoli della Commissione europea, ci sono 124 milioni di utenti fissi e 25 milioni mobili, con significative variazioni tra le regioni e gli Stati membri. Da gennaio 2004 a gennaio 2010, la penetrazione della banda larga nella Ue è passata dal 4,9% al 24,8% mentre i prezzi per una connessione di 2-4 Mbps sono scesi dell’86%, da 49,63 a 26 euro.
Diversi gli approcci del Brasile e dell’Europa alla privatizzazione e alla liberalizzazione: nell’ultimo decennio, il paese latino-americano si è concentrato sugli stimoli agli investimenti, l’espansione delle infrastrutture e l’adozione dei servizi in tutto il territorio. Servizio universale e tetti ai prezzi dei servizi sono stati un fattore essenziale per il decollo del mercato delle telecomunicazioni. Il regolatore (Anatel) dovrebbe però varare entro quest’anno un piano per lo sviluppo della concorrenza in settori specifici del mercato. A maggio 2010, il governo brasiliano ha lanciato un pian nazionale per la banda larga (PNBL), con l’obiettivo di estendere la portata dei servizi broadband base a circa 40 milioni di famiglie entro il 2014. In Europa, invece, i fondi pubblici sono limitati alle aree rurali o remote, dove gli operatori esitano a spendere per l’incertezza sui tempi di ritorno degli investimenti. Una decisione adottata per evitare che l’intervento statale distorca la concorrenza e il corretto funzionamento del mercato interno.
L’Europa, dal canto suo, ha proposto un accordo specifico per la concorrenza, con obblighi regolamentari asimmetrici imposti – quando richiesto – sugli operatori dominanti nei mercati rilevanti. Sul mercato fisso della maggior parte degli Stati membri sono disponibili una gran varietà di prodotti di accesso regolamentato, in genere insieme ad altre misure pro-concorrenziali come la non discriminazione, una tariffazione orientata sui costi e la pubblicazione delle offerte di riferimento. Lo sviluppo di servizi convergenti è stato anche favorito dal principio della neutralità tecnologica.
A settembre 2010, la Ue ha quindi adottato una raccomandazione sull’NGA, volta a promuovere un approccio coerente all’accesso regolamentato alle reti NGA, volta a evitare distorsioni della concorrenza e a fornire certezza giuridica agli operatori che vogliono investire nel settore.
Sul piano della produzione, gli esponenti dell’industria hanno evidenziato come Ue e Brasile debbano mettersi d’accordo su azioni concrete che rendano il settore dell’Information Technology – in particolare servizi come il Cloud Computing – un volano di crescita sostenibile per le rispettive economie.
L’ICT può svolgere anche un ruolo importante nel settore energetico: contatori intelligenti, illuminazione efficiente, cloud computing e software distribuiti possono infatti trasformare i modelli di utilizzo dell’energia, orientando cittadini e aziende verso un consumo più equilibrato.
Particolari sinergie, quindi, possono essere sviluppate per favorire il consumo di contenuti legali e di offerte che non violino le leggi sul copyright: Brasile ed Europa dovrebbero accordarsi su un quadro regolamentare chiaro e coerente nel settore della privacy e della protezione dei dati che consenta di innovare e lasci i player liberi di definire nuovi business model. Sia il Brasile che l’Europa dovrebbero promuovere una maggiore chiarezza giuridica in merito ai diritti di accesso ai dati di comunicazione e alla conservazione dei dati.
Riguardo quindi la banda larga mobile, il settore offre grandi opportunità sia in Brasile che nella Ue. Economie di scala, standard globali e allocazione dello spettro sono fattori chiave per il successo e la recente decisione del governo del Brasile di assegnare la banda 2,6 Ghz apre la strada a una maggiore capacità delle reti wireless.
Per massimizzare i benefici dell’economia digitale, sarà essenziale affrontare gli aspetti legati alla copertura e perseguire la rapida assegnazione dello spettro radio ai servizi a banda larga mobile e, riguardo nello specifico il Brasile, fondamentale sarà l’eliminazione delle restrizioni all’offerta di pacchetti triple play. Sempre nel paese latinoamericano, si dovrebbe intervenire per ridurre la complessità fiscale: i player chiedono infatti che la partecipazione del pubblico nella fornitura di servizi dovrebbe essere l’eccezione non la regola. Tra gli altri campi in cui dovrebbe essere approfondita la cooperazione bilaterale, l’industria identifica l’NGA, l’eInclusion nelle aree rurali, la proprietà incrociata di compagnie, le esportazioni e gli investimenti in altre aree geografiche, lo sviluppo congiunto di contenuti e applicazioni, i programmi di formazione.
EUBrasil sta lavorando attualmente a un documento programmatico per il prossimo summit e ha sottolineato che anche il nuovo governo brasiliano, varato a gennaio 2011, ha confermato l’impegno per la realizzazione dell’Agenda nazionale sull’ICT lanciata lo scorso anno, quasi in concomitanza con l’Agenda Digitale europea.
Consulta il documento ‘Building a Digital Agenda for Brazil and Europe’