Telecom Italia. Ricavi in crescita, utili in calo. Marco Patuano, ‘Miglioramento nel 2° semestre’

di Alessandra Talarico |

Male il business mobile. Franco Lombardi (Asati): 'Scorporare Tim e riquotarla in Borsa. Grazie all’alleanza e alle sinergie con Telefonica potrebbe ridiventare ad essere quel player mondiale come oggi è Vodafone'.

Italia


Marco Patuano

Telecom Italia ha chiuso il primo trimestre 2011 con ricavi per 7,07 miliardi di euro, in crescita del 10,3% rispetto al primo trimestre 2010 e un utile netto di 549 milioni di euro, in diminuzione di 52 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2010. L’Ebitda si è attestato a 2,9 miliardi di euro ( +3,6% rispetto al primo trimestre 2010), mentre il marigine Ebitda è stato del 41,4%.

Il debito è stato ridotto di 846 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2010 e di 2,6 miliardi su base annua, attestandosi a 30,6 miliardi di euro. Il Free cash flow operativo è cresciuto di 322 milioni a 1,07 miliardi di euro.

Sul mercato domestico, i ricavi core si sono attestati a 4,3 miliardi di euro, in calo del 6,7%. In particolare, sul mercato consumer la flessione dei ricavi è pari a 224 milioni di euro (-9,2%), relativi principalmente a ricavi da servizi (-219 milioni di euro, -9,2%) e marginalmente a ricavi da vendita prodotti (-5 milioni di euro, -10,4%). Evidente la flessione nel comparto mobile, dove i ricavi si sono attestati a 1,6 miliardi di euro, in flessione di 228 milioni di euro (-12,0%) rispetto allo stesso periodo del 2010: i ricavi da servizi hanno registrato una riduzione dell’11,7%, mentre i ricavi da prodotti del 22,4%.

In conference call, l’Ad Marco Patuano si è soffermato, tra le altre cose, proprio sulla situazione del mercato mobile, dove il calo dei ricavi è riconducibile ad “…alcune discontinuità tra cui, in particolare, gli effetti del repricing della navigazione dati a consumo e della promozione di offerte bundle dati in linea con la delibera Agcom 326 ” .

“Il riposizionamento di prezzo era inevitabile – ha aggiunto – ma ci ha consentito di fidelizzare la base clienti e di preparare il terreno per il nuovo business ‘broadband’ mobile, bilanciando penetrazione e redditività”.

Nella seconda parte di quest’anno, comunque, ci saranno miglioramenti nella performance del fatturato anche grazie allo scadere delle promozioni lanciate nel corso del 2010.

Sull’impatto della decisione Agcom sulla terminazione mobile, “l’effetto a livello contabile – ha affermato – è estremamente basso, ma è evidente che questo abbia determinato un cambiamento nel modello dei ricavi. Abbiamo iniziato – ha detto – a ridurre ferocemente i prezzi e se il glide path sarà confermato ci sarà un forte impatto sul business mobile. Se verrà confermato considero la possibilità di un’accelerazione del consolidamento del mercato italiano”.

Patuano ha quindi sottolineato come sul mercato domestico il gruppo abbia evitato una guerra dei prezzi, nonostante le offerte aggressive, ma non sostenibili, dei concorrenti: “entrare in una guerra dei prezzi – ha affermato – sarebbe stato pericoloso per il futuro, quando dovremo rivendere al giusto prezzo la connettività broadband, mentre sul segmento business abbiamo deciso di adottare misure contro il cosiddetto ‘bill shock'”.

Anche se questo ha determinato una certa sofferenza in termini di market share, “abbiamo agito correttamente” e i risultati di questa strategia saranno evidenti nel secondo semestre, quando si coglieranno anche i vantaggi dell’entrata in vigore del contratto Consip che prevede un aumento delle linee nel fisso di quasi 0,5 milioni e poco meno di 200 mila nuove linee nel mobile.

“Nel primo anno – ha detto Patuano – l’effetto netto del calo delle tariffe per i servizi alla Pubblica amministrazione e l’aumento delle linee sarà intorno ai 100 milioni”.

Il presidente Franco Bernabè ha invece espresso soddisfazione soprattutto in riferimento alla riduzione del debito a al rafforzamento della posizione del gruppo in Sud America.

“Grazie alla ridefinizione e alla maggiore focalizzazione della struttura, il gruppo è pronto ad affrontare le sfide per il prossimo triennio, in continuità con il lavoro svolto fino ad ora. I risultati del primo trimestre confermano la validità della strategia di rafforzamento in America Latina e di riposizionamento sul mercato domestico”, ha affermato Bernabè, sottolineando che “…i principali indicatori operativi nel business domestico confermano il recupero di competitività sul mobile, iniziato lo scorso anno, e di valorizzazione dell’accesso fisso: negli ultimi 12 mesi i clienti di TIM sono tornati a crescere mentre sul fisso abbiamo confermato il trend di progressiva riduzione delle linee perse”.

Per l’anno in corso, ha concluso Patuano, “…dovremo lavorare in modo coerente e continuare a concentrarci sulle vendite più che sul marketing. La qualità è un must e l’espansione degli smartphone ci consentirà di aumentare i ricavi broadband mobile mentre nel segmento business parliamo del 65% dei ricavi da mobile”.

Sulla evidente crisi del settore mobile di Telecom Italia, è intervenuto Franco Lombardi di Asati (Associazione Azionisti Telecom Italia), chiedendo lo scorporo immediato del business domestico, “in netta crisi di ricavi e marginalità” da più di tre anni e procedendo così in direzione opposta a quanto fatto nel 2005, quando si è proceduto allo scorporo del complesso aziendale relativo al business di comunicazione mobile da parte di Tim a favore di una società controllata al 100% da Telecom Italia.

Per questa operazione di trasferimento a Telecom Italia della titolarità delle azioni ordinarie e di risparmio Tim, che secondo Asati è stata “fortemente negativa ” vennero spesi 14 miliardi di euro e vennero create, spiega Lombardi “le premesse delle criticità attuali e annullando l’effetto che costituì il successo del brand Tim”.

Dal momento che attualmente non esistono sinergie significative tra la parte mobile e fissa – sono separate le offerte commerciali per i clienti consumer e per la maggior parte dei clienti business e anche la fatturazione ai clienti – la netta separazione di Tim e la sua ricollocazione in Borsa “…sembra l’unico modo per creare valore per gli azionisti (il titolo e’ sempre fermo intorno a 1 euro !) e per valorizzare al meglio sia le relative risorse finanziarie sia quelle umane impegnate nell’Azienda”, ha spiegato Lombardi, sottolineando, infine, che “il settore mobile anche grazie all’alleanza e alle sinergie con Telefonica potrebbe ridiventare ad essere quel player mondiale come oggi è Vodafone nel mobile”.

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