Europa
Si è svolta a Budapest il 2 maggio la conferenza ‘Cyber-security: Challenges and Policies’, incentrata sulle possibili risposte della comunità internazionale nel caso in cui il cyberspazio fosse trasformato in un teatro di guerra.
La Conferenza, voluta dalla presidenza ungherese dell’Unione, ha inteso ribadire l’importanza di una maggiore cooperazione per poter rispondere alle minacce contro lo spazio virtuale, che negli ultimi due decenni si sono trasformati da remota possibilità in tragica realtà.
Da semplici ‘reati minori’, abusi quali il furto di dati o i crimini contro la proprietà intellettuale sono ora considerati una questione di sicurezza nazionale e diversi speaker alla Conferenza hanno sottolineato che il miglioramento della sicurezza dello spazio virtuale non sarà possibile senza un’ampia collaborazione internazionale da momento che si tratta di una minaccia globale che non conosce confini e non può essere gestita da un solo Stato.
Mancano, inoltre, leggi appropriate e non esiste neanche un ‘codice di condotta’ riconosciuto globalmente e sarebbe pertanto di grande importanza – hanno sottolineato i partecipanti alla Conferenza – una maggiore collaborazione tra la Ue e la Nato nel campo della cybersicurezza.
Nel suo discorso, il ministro della Difesa ungherese, Csaba Hende, ha evidenziato come le società siano sempre più dipendenti dalle nuove tecnologie. I progressi compiuti negli ultimi 20 anni, tuttavia, possono e sono sempre più utilizzati con intenti criminosi. La questione della sicurezza del cyberspazio merita dunque un’attenzione particolare proprio perchè dalle reti dipendono servizi e operazioni strategiche.
Un attacco informatico su larga scala – ha sottolineato il ministro – potrebbe infatti provocare danni irreversibili alle reti elettriche, idriche, di trasporto, ai sistemi bancari e finanziari, all’industria delle comunicazioni.
Tali attacchi potrebbero anche avere ripercussioni ‘fisiche’ sui sistemi militari, con l’acquisizione, da parte di forze ostili, di dati rilevanti e descrizioni delle armi strategiche.
“Ecco perchè – ha affermato – la difesa anche in questo campo è più che mai importante”.
Anche i consumatori dovrebbero considerare il cyberspazio come un “teatro di guerra”, ha affermato ancora Hende, proprio “come la terra, l’acqua e l’aria”.
Molti gli esempi che danno il polso della situazione, dal recente cyberattacco che ha colpito i sistemi informatici della Ue e provocato il blocco dei servizi di posta elettronica e del sito della Commissione, ai precedenti attacchi che hanno colpito nel 2007 l’Estonia, costringendo il governo a sospendere il proprio servizio di posta elettronica per 12 ore e due delle maggiori banche del Paese a interrompere i servizi online o al worm Stuxnet, che ha colpito le aziende energetiche di tutto il mondo e rappresenta il primo esempio di un tipo di minaccia avanzata che in molti hanno definito come il preludio del cyberterrorismo, un ‘temibile prototipo base di una cyber-arma, che porterà alla nascita di una nuova corsa agli armamenti a livello mondiale’.
La “dipendenza digitale” è una cosa positiva, ha sottolineato anche il Commissario per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, ma è anche vero che necessita di “costi e responsabilità” e che bisogna colmare con urgenza le falle dei sistemi di cyber-security.
Lo scorso 31 marzo, la Commissione ha adottata una Comunicazione sulla protezione delle infrastrutture critiche volta a rafforzare la cooperazione interna e quella internazionale. “Bisogna intervenire tempestivamente – ha aggiunto la Kroes – per evitare di esporre governi e cittadini a rischi inevitabili e per non frenare l’economia”.
Il ministro della Difesa ungherese ha concluso il suo intervento sottolineando che per salvaguardare il cyberspazio e le infrastrutture critiche è essenziale mettere a punto misure adeguate per prevenire, intercettare e respingere eventuali cyberattacchi, oltre che “uno scambio regolare di conoscenze ed esperienze, sia all’interno della Ue che nelle relazioni transatlantiche”.