Guglielmo Marconi e la IEEE: il rapporto tra l’Inventore italiano e l’American Institute of Electrical Engineers

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Francesco Vatalaro

Pubblichiamo l’intervento del prof. Francesco Vatalaro (Università Tor Vergata) all’evento ‘IEEE Milestones’, iniziativa promossa dalla sezione italiana dell’IEEE e dalla Fondazione Guglielmo Marconi nell’ambito del programma ‘IEEE Global History Network’. L’evento si è tenuto lo scorso 29 aprile a Pontecchio Marconi, presso la sede della Fondazione Marconi, dove è ospitato anche il Museo della Radio. Il testo è stato tradotto dalla versione inglese presentato nel corso dell’evento.

 

 

Vorrei provare a mettere in evidenza una delle ragioni per essere qui oggi, almeno secondo me. Quindi, desidero introdurre rapidamente perché e come Guglielmo Marconi è stato e sarà sempre collegato alla IEEE o più precisamente al suo più antico antenato, l’American Institute of Electrical Engineers (AIEE), ‘l’Istituto’ come usavano chiamarlo a quei tempi.

Marconi è stato eletto Socio onorario il 14 agosto 1917, ma i suoi legami di amicizia con l’Istituto risalgono al gennaio 1902, e furono sigillati con una memorabile cena annuale della AIEE tenutasi in suo onore presso il Waldorf-Astoria di New York.

Potete trovare alcuni dei documenti originali che ci forniscono la prova di questo evento storico nel prezioso sito web del IEEE History Center

La Fig. 1 mostra una nota interna dell’Istituto scritta il 12 dicembre 1929, esattamente ventotto anni dopo che l’Inventore aveva eseguito con successo la prima trasmissione transoceanica di un segnale radio. Essa riferisce le parole di Marconi pronunciate in occasione dell’anniversario celebrato a Londra quello stesso giorno. Eccole:

“L’annuncio che ero riuscito a trasmettere segnali radio attraverso l’Atlantico, è stato accolto con scetticismo da molti scienziati, principalmente in Europa. Lo stesso non si può dire degli ingegneri elettrici americani, giacché l’American Institute of Electrical Engineers è stato l’unico organismo tecnico e scientifico che per primo ha creduto in me e nella mia dichiarazione di aver ricevuto segnali attraverso l’Oceano Atlantico. È stata la prima società illustre e autorevole a celebrare con entusiasmo l’evento, e ad estendere a me il proprio generoso sostegno e l’incoraggiamento prezioso. Ha celebrato l’occasione in una cena offerta in mio onore a New York, alla quale hanno preso parte gli scienziati americani più illustri.”

Nelle immagini seguenti (Fig. 2 e Fig. 3) sono riportati i cablogrammi inviati il giorno stesso da parte dell’Istituto (“Siamo felici di sapere che ricorda la cena del millenovecentodue come un memorabile evento”) e, rispettivamente, quello della risposta di Marconi il giorno immediatamente successivo (“Non dimenticherò mai la cena del millenovecentodue né l’incoraggiamento sempre rivoltomi dall’Istituto”).

Ma cosa è successo in quella famosa cena, solo quattro settimane dopo il compiersi dell’incredibile risultato di Marconi di superare con i suoi segnali radio un ostacolo alto più di 270 chilometri, a causa della curvatura della Terra, tra due luoghi separati quasi 3.700 km?
Alla distanza di un solo click, oggi possiamo facilmente trovare il diario completo di quella notte memorabile, originariamente pubblicato nei Transactions del 1902 dell’American Institute of Electrical Engineers. O, per essere più precisi, quello che può essere considerato al contempo il diario ben documentato di quell’evento eccezionale e un prezioso articolo scientifico. Attraverso la lettura si può cogliere il senso dell’emozione sospesa nell’aria quella notte. E il diario puntuale della manifestazione permette di immergerci per un po’ in quell’ambiente, di vedere le decorazioni, le luci, il tavolo, la bandiera americana, e – ovviamente – una carrellata di eminenti scienziati e di ospiti d’onore: solo per citare alcuni di loro, il Presidente Steinmetz, il Past president Elihu Thomson, il Dr. Alexander Graham Bell, il Dr. Mihajlo Idvorski “Michael” Pupin che desidero ricordare qui soprattutto per ciò che dirò tra poco.

E che quella fosse una serata davvero commovente per tutti nel salone, lo comprendiamo chiaramente dall’incipit di Guglielmo Marconi, quando gli fu data la parola: “Signor Presidente, Signore e Signori, mi è difficile trovare le parole per esprimere la mia gratitudine e il ringraziamento per l’accoglienza ricevuta questa notte…”.

Ma quello che mi ha veramente impressionato durante la lettura dell’articolo delle Transactions del 1902 è un piccolo brano che voglio condividere con voi. Una riflessione molto moderna di Pupin, a chiusura del suo discorso in onore di Marconi. Un pensiero molto fresco sui meriti della concorrenza nel guidare il progresso umano.

Questa è una lezione che ci proviene da Pupin, che ricordiamo per avere dato a suo tempo un contributo importante soprattutto su alcune tecniche di equalizzazione del segnale vocale su linee fisse. Era un difensore di una tecnologia potenzialmente sotto attacco: le comunicazioni via filo. Ma, udite come parla, e come pesa le parole:

“Se lui [cioè Marconi, ndr] dice così, io sono propenso a credergli, se non per altri motivi. Ma nel lavoro scientifico non dobbiamo mai credere a niente finché non vediamo la dimostrazione. Io credo che il Sig. Marconi abbia trasmesso i famosi tre punti attraverso l’Atlantico, ma devo dire che gli credo perché lo conosco personalmente. Se io non lo conoscessi personalmente, non ci crederei, perché la prova che il Signor Marconi ha fornito non è sufficientemente forte da un punto di vista puramente scientifico, ma conoscendolo personalmente come nel mio caso, io credo alla sua dichiarazione. Bene, e allora? Supponiamo che egli abbia trasmesso segnali attraverso l’Atlantico. Supponiamo che il sistema di telegrafia senza fili ci permetta di trasmettere segnali attraverso l’Atlantico in modo soddisfacente, e allora? Andrà tutto questo ad incidere sulla condizione delle attuali Società di trasmissione via cavo? Forse potrà farlo in un primo momento, se soltanto il sistema Marconi dimostrerà di essere un buon sistema e anche migliore dei sistemi via cavo attuali. Ma li influenzerà allo stesso modo come l’illuminazione elettrica ha influenzato le società del gas. In un primo momento le azioni in borsa del gas sono scese di valore. Ma oggi sono cresciute di nuovo.”

E prosegue, come riporto di seguito:

Penso che ogni successo che Marconi potrà ottenere finirà per aiutare il settore delle comunicazioni via cavo, non il contrario. Penso che qualsiasi cosa potrà accadere, se il Signor Marconi riesce a darci un migliore sistema di trasmissione di informazioni attraverso l’Atlantico o no, di una cosa possiamo essere certi, e cioè che questa notte dobbiamo giudicarlo per quello che ha fatto. Egli ha fatto grandi cose.”

E più avanti Pupin dice, e io vado verso la mia conclusione con le sue parole: “… sarà una grande cosa se dovesse riuscire a perfezionare un sistema di trasmissione di informazioni attraverso l’Atlantico e il Pacifico con la stessa precisione, facilità e la prontezza con cui le attuali società di sistemi via cavo trasmettono messaggi. Sarebbe una grande cosa perché avremmo allora un concorrente, e non vi è nulla di così potente nello stimolare il progresso come la concorrenza. Il problema delle società di sistemi via cavo, se davvero esiste, è che non hanno avuto alcun serio concorrente. In un certo senso non c’è stato alcun progresso, ma dovrei dire piuttosto che ci sono stati progressi, solo penso che ci sarebbe stato un progresso molto più grande, se ci fosse stata più concorrenza: se due o tre o quattro sistemi diversi fossero stati in concorrenza tra loro. Lasciate che il Sig. Marconi perfezioni il suo sistema trans-atlantico. Io gli auguro successo dal profondo del mio cuore …”.

 

È una lezione che ci viene dal passato e che, dopo quasi centodieci anni, ci giunge diretta a colpirci molto profondamente nei giorni in cui ci troviamo ad affrontare la grande sfida di trasformare le nostre reti di accesso in rame nelle reti ottiche di nuova generazione. Vedo intorno a me molte tentazioni di rallentare questo processo, dicendo che il rame è abbastanza buono, o – peggio ancora – sento che una parte dell’industria cerca di fare tentativi di fuga dalla concorrenza. Questo sarebbe un errore e dobbiamo avere sempre molto chiaro in mente, nel prendere le decisioni, il messaggio che il Signor Pupin ha inviato quella notte al Mondo.

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