Stati Uniti
“Il mio nome è Barack Obama e sono quello che è riuscito a far mettere in giacca e cravatta Mark Zuckerberg“. Ha esordito così il presidente americano, nell’intervista concessa al popolo di Facebook dal quartiere generale di Palo Alto e trasmessa live sul social network (Leggi Articolo).
Ben consapevole della grande forza di internet, specie tra i giovani, Obama ha usato il web per presentare i punti essenziali del programma col quale si presenterà per le presidenziali del 2012.
Nodo centrale, gli sgravi fiscali, fortemente sostenuti dai Repubblicani, di cui fino a oggi si sono avvantaggiate le classi medio-alte.
In tempi di crisi, non è più possibile ‘fare regali’. Una dichiarazione forte che non ha suscitato alcuna reazione in Zuckerberg, 26 anni, considerato il più giovane miliardario del mondo.
Il presidente sta lavorando con il partito di opposizione al progetto bipartisan per la riduzione del deficit americano ma, ha spiegato, di non condividere la bozza presentata dal repubblicano Paul Ryan che parla di tagli per i programmi di energia pulita e i trasporti.
Drastici anche gli interventi sul sistema sanitario. “Ryan è cieco“, ha detto Obama, “non possiamo accettare simili idee che non vanno nella direzione di rendere l’health-care system più efficiente ed economico”.
“Troppo facile risolvere i problemi economici sulle spalle dei poveri, dei disagiati, di quelli che non hanno potere di lobby”.
Secca la risposta di Brad Dayspring, portavoce del Repubblicano Eric Cantor, membro della commissione bipartisan incaricata di presentare a giugno il progetto di risanamento, che ha commentato: “Obama è in campagna elettorale. Il suo è solo uno spettacolo politico“.
Le dichiarazioni del presidente Usa arrivano giusto ad alcuni giorni della nuova nota di Standard & Poor che per la prima volta ha abbassato il proprio giudizio sul debito del governo da ‘stabile’ a ‘negativo’. Un rating che potrebbe subire un ulteriore ribasso se non si trovasse l’accordo su un piano credibile sul deficit che quest’anno potrebbe raggiungere 1.650 miliardi di dollari.
Le domande di Zuckerberg hanno poi riportato la discussione su argomenti molto vicini al mondo ICT. Il fondatore di Facebook ha chiesto a Obama chiarimenti sulla politica per l’immigrazione, inclusa la possibilità per i lavoratori stranieri di avere il visto per poter aprire nuove imprese negli Stati Uniti. Il giovane ha citato il caso di Andy Grove, ex Ceo di Intel.
“Noi vogliamo più Andy Grove negli Usa“, ha detto Obama, spiegando che l’interesse del Paese è quello di attirare i capitali stranieri ed evitare che finiscano in Cina o Francia.
“Vogliamo più scienziati – ha commentato – e che la gente senta l’emozione per la prossima grande esplosione di internet , così come è avvenuto con lo sbarco sulla luna”.
“Se mettessimo nella politica la stessa energia e immaginazione che tu hai messo in Facebook, sono sicuro che non ci sarebbe niente di irrisolvibile”.
In questo momento Facebook è al centro di molte polemiche per via della politica aziendale sulla privacy e della decisione di volersi espandere in Cina.
Zuckerberg è stato anche criticato da molti osservatori che lo hanno definito un ‘furbo’ per aver fatto salire a bordo del gruppo diversi ex politici di Washington. Un modo per tenersi buona la politica americana? Forse.
In ogni caso il presidente Usa ha chiarito che la sua presenza a Palo Alto non va interpretata come personale sostegno a una specifica compagnia, ma come l’idea di sfruttare le grandi potenzialità della rete sociale per portare il proprio messaggio al popolo americano.
Obama è andato via portandosi dietro un regalo di Mark Zuckerberg, la sua uniforme, la famosa felpa con la scritta Facebook.