NGN. Corrado Sciolla (BT Italia): ‘Fibra volano per l’economia, accelerare sulla nuova rete’

di Alessandra Talarico |

L'ad di BT Italia ha toccato i temi della neutralità della rete e dei possibili modelli da adottare per l'utilizzo sostenibile delle NGN, chiedendo regole chiare che assicurino parità d'accesso alla nuova infrastruttura.

Italia


Corrado Sciolla

Continua presso la Commissione Lavori pubblici del Senato, l’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo della rete a banda larga, nell’ambito della quale è stato ascoltato ieri l’amministratore delegato di BT Italia, Corrado Sciolla.

L’ad della divisione italiana di British Telecom ha ribadito l’opportunità di disporre di una NGN per ogni realtà territoriale, auspicabilmente garantendo che ciascuna rete di nuova generazione abbia più cavidotti, per permettere che su di essa vengano veicolati servizi offerti da diversi operatori.

Partendo dal presupposto che esisterà un’unica rete di nuova generazione per unità territoriale – sia che venga realizzata tutta o in parte da Telecom Italia o da una società mista o da altri operatori locali – e che ciò significa che la NGN diventerà un nuovo monopolio o un insieme di nuovi monopoli, Sciolla ha quindi puntato il suo intervento sulla necessità di accelerare la realizzazione dell’infrastruttura e di garantire parità di accesso per tutti gli operatori e fornitori di servizi di telecomunicazioni.

Secondo l’ad della divisione italiana di British Telecom, “…la competizione infrastrutturale richiede più reti e non una sola rete costruita da più operatori, poiché, in presenza di una unica rete, a prescindere dal costruttore, lo sviluppo armonioso del mercato richiederebbe comunque l’accesso a tale monopolio in modo capillare e uguale per tutti”.
Sciolla ha quindi evidenziato i vantaggi della rete di nuova generazione per le aziende, dal momento che una NGN ad elevatissime prestazioni e disponibile in breve termine rappresenterebbe un volano fondamentale per lo sviluppo delle imprese e, di riflesso, del sistema economico nazionale.

Pur dicendosi d’accordo con l’impianto dei disegni di legge nn. 1710, 1988 e 2576 sulla neutralità della rete, all’esame dell’8a Commissione, su temi come la neutralità nelle condizioni di accesso, l’informatizzazione delle pubbliche amministrazioni, la garanzia dell’accesso dei disabili a tali servizi e la diffusione e l’utilizzo di standard di piattaforme aperte, Sciolla si è detto invece contrario alla possibilità di bloccare l’utilizzo delle tecnologie di traffic management, ossia quei sistemi utilizzati dagli operatori per ottimizzare il trasporto del traffico, al fine di evitare i cosiddetti “colli di bottiglia” e quindi fornire a tutti gli utenti un servizio migliore.

“…Non permettere agli operatori di trattare con diverse priorità i diversi contenuti, sulla base dell’importanza e dell’urgenza, rischia di condizionare negativamente l’accesso alla rete e l’utilizzo dei servizi. Pertanto, per evitare tale distorsione, risulta fondamentale non confondere il concetto di libero accesso ai contenuti, da parte di tutti gli utenti, con il fatto che tutti i contenuti abbiano lo stesso valore e priorità”.

Di conseguenza, ha aggiunto, “…le logiche e le modalità di gerarchizzazione dei contenuti dovranno essere chiare e magari regolate: infatti, negarne il principio significherebbe contrastare con l’interesse della comunità e non sfruttare a pieno l’evoluzione tecnologica”.

Allo stesso modo, Sciolla ha evidenziato la necessità di regole chiare e trasparenti sulle modalità di indicizzazione e gerarchizzazione dei contenuti online, così da evitare eventuali abusi di posizione dominante da parte dei motori di ricerca come Google, sotto inchiesta Ue per aver posto in essere presunti ostacoli volti a svantaggiare i servizi o i prodotti dei concorrenti.
Attualmente, infatti, il principale motore di ricerca, ossia Google, organizza i propri dati sulla base dei livelli di domanda richiesti e dei connessi traffici commerciali, ma secondo Sciolla la regolamentazione dei motori di ricerca dovrebbe consentire di poter fruire di diverse tipologie di ricerca, sulla base di parametri di trasparenza.

Per quanto riguarda, invece, la questione dei modelli di business per le reti NGN, Sciolla ritiene che gli investimenti pubblici siano positivi solo nelle aree a fallimento di mercato, dove, cioè, gli operatori non investono per paura di non ottenere un ritorno economico in tempi prevedibili. Dal momento che non sembra percorribile l’ipotesi del coinvestimento nella rete da parte degli operatori Over-the-Top, “…appare essenziale trovare una soluzione che accresca la capacità di investimento e non sbilanci troppo il baricentro economico esclusivamente a favore degli OTT”.

Pertanto, i possibili modelli da adottare per l’utilizzo sostenibile delle NGN devono cercare di perseguire alcuni obiettivi principali, come “l’efficienza economica della filiera, il mantenimento di internet come rete aperta e competitiva, l’utilizzo efficiente delle infrastrutture”.

Tre le soluzioni indicate da Sciolla: “il pagamento da parte dei service provider, di una reverse charge agli operatori di rete basata sui volumi e sull’urgenza dei dati trasportati; la differenziazione della qualità del servizio; infine, la stesura di accordi bilaterali tra network provider e service provider”.
Riguardo, infine, alle ipotesi di switch-off della rete in rame, con il conseguente passaggio alla rete in fibra ottica, Sciolla ritiene che esso “sarà automatico una volta che tutte le aziende saranno state collegate tra loro attraverso una nuova rete in fibra ottica” ed evidenzia come Telecom Italia “abbia fatto alcuni passi positivi verso il parziale scorporo della rete ma che un maggior sviluppo richiederebbe ulteriori progressi in tale direzione”.

In Gran Bretagna, British Telecom ha avviato lo sviluppo di una rete di nuova generazione in fibra, con un investimento di oltre 2,5 miliardi di sterline e prevede, entro il 2015, la connessione per 16 milioni di linee tra case ed aziende, pari ai due terzi del totale, raggiungendo una copertura del 66%.

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