Stati Uniti
Il mercato mondiale dell’audiovisivo, specie quello statunitense, sta vivendo un particolare momento, cosiddetto di cord-cutting, caratterizzato da un abbandono di massa degli utenti verso i servizi Over-the-Top. Un fenomeno probabilmente dovuto, ha sottolineato In-Stat nell’ultimo Report “1Q11 US Digital Entertainment Database” alla stagnazione del comparto pay Tv.
Stando ai dati raccolti negli Stati Uniti, nel 2010 gli abbonati alla pay Tv sono aumentati solo di 148.000, con una crescita annua dello 0,15%.
L’industria del cavo ha evidenziato le più grosse perdite (-2,5 milioni di utenti), mentre gli operatori via satellite e le telcos hanno fatto la differenza. Eppure durante l’anno, sono state maggiori le famiglie che hanno aggiunto canali premium ai loro pacchetti.
Gli analisti hanno indicato che, seppure questi numeri non rilevano una tendenza significativa, bisogna ammettere che esiste una parte sostanziale di abbonati alla pay Tv che presenta le stesse caratteristiche delle famiglie coinvolte nel fenomeno del video cord-cutting.
Gli analisti ritengono che offrire più sport non proteggerà gli operatori da questo abbandono di massa e che indubbiamente i canali sportivi su cavo vengono valutati significativamente meno rispetto all’accesso a contenuti on demand televisivi o a canali premium.
Per Keith Nissen, analista di In-Stat, “E’ importante individuare questi abbonati ‘a rischio’ piuttosto che considerare l’intera base degli abbonati pay Tv. I dati raccolti confermano infatti il trend crescente dei video online. Ma, eccetto che per Netflix, l’uso dei servizi non è in espansione”.
Per In-Stat questo avviene perché gli utenti si rivolgono maggiormente a piattaforme online per la visione di programmi Tv specifici o film. In ogni caso questo flusso non aumenterà fino a quando su internet non saranno disponibili programmi originali.