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Philips cade sotto la scure sudcoreana. Dopo 60 anni abbandona le Tv

Europa


Il gigante olandese Philips ha annunciato stamani l’uscita dalla produzione dei televisori. Era l’ultimo brand europeo a essere riuscito a reggere la concorrenza asiatica. Ma oggi, dopo 60 anni di attività, ha gettato la spugna. Cederà il 70% della divisione all’azienda di monitor di Hong Kong Tpv Technology, mantenendo solo una quota del 30% della nuova società. Il prezzo sarà calcolato in funzione dei risultati finanziari della divisione su un periodo minimo di tre anni a partire dal 2012.

In altri termini, l’azienda riceverà denaro solo se la divisione realizzerà degli utili. I televisori prodotti dalla joint venture avranno il marchio Philips per almeno 5 anni, ricevendo in cambio il versamento delle royalties.

La nuova società non potrà tuttavia vendere televisori in Cina, India, America del Nord e in alcuni Paesi del Sudamerica, dove il gruppo aveva già ceduto il proprio marchio ad altri produttori.

 

Fondata nel 1891, la società olandese ha prodotto nel 1950 i primi televisori in bianco e nero destinati al mercato nazionale e nel 1962 ha debuttato con i modelli a colori.

Oggi impiega circa 117 mila dipendenti, di cui 3.500 nella branca Tv, e s’è specializzata anche nella produzione di piccoli elettrodomestici.

Da diversi anni è anche attiva nel settore medico, per questa ragione ha infatti deciso di focalizzare l’attività nel business della cura della persona e prodotti medicali.

Dietro la decisione il calo degli utili nel primo trimestre 2011 a 138 milioni di euro dai 200 milioni dello stesso periodo 2010.

 

Philips soccombe a competitor come la giapponese Sony o le sudcoreane Samsung e LG con la divisione tv che ha riportato una perdita di 87 milioni di euro, mentre gli asset health-care hanno registrato una crescita dei profitti a 138 milioni dai 103 precedenti. I conti di Philips hanno deluso le attese degli analisti che – scrive Bloomberg – puntavano su utili per 165 milioni di euro.

 

La società non ha comunque in programma di abbandonare altri segmento del comparto dell’elettronica di consumo. Lo ha affermato il Ceo Frans van Houten, aggiungendo che la manterrà la sua politica di dividendi e non rilascerà più guidance di breve termine.

A proposito dei danni apportati dal terremoto in Giappone, van Houten ha dichiarato che il settore che ha subito le perdite maggiori è stato quello dell’assistenza sanitaria seguito dal comparto delle illuminazioni.

 

Il Ceo ha commentato che “Trovare una soluzione per il nostro business Tv è stata la nostra priorità e crediamo fortemente che l’intesa con Tpv consentirà un ritorno alla redditività per il business delle televisioni, e un maggior focus di Philips sul portafoglio nei segmenti di business dedicati alla salute e benessere“.

Philips – ha ribadito – è attiva nel settore della Tv da molti decenni e la partnership strategica a lungo termine con Tpv dimostra il nostro impegno nel continuare a gestire il business dei televisori per i nostri consumatori ed i nostri partner commerciali.

 

La partnership sfrutta la forza del marchio Philips, la  capacità di innovazione e i rapporti commerciali,  e la portata  e la forza produttiva di Tpv.

Nel primo trimestre del 2011, il settore health-care ha dimostrato una crescita media comparabile a una cifra con particolari risultati nel business del Patient Care and Clinical Informatics. Nello stesso periodo, il settore Lighting è tornato a crescere con una crescita media a una cifra grazie al LED. I business di Consumer Lifestyle sono cresciuti a doppia cifra. Le vendite comparabili nei mercati in crescita sono aumentate dell’11%.

 

L’Ebita nel primo trimestre è migliorato nell’health-care, mentre i redditi inferiori di Lighting e Consumer Lifestyle hanno fatto sì che l’Ebita totale nel suo complesso fosse inferiore rispetto allo stesso trimestre del 2010. Il margine Ebita è sceso all’8,3%. L’utile netto nel primo trimestre è sceso a 138 milioni di euro rispetto ai 201 milioni di euro dello stesso trimestre dell’anno precedente.

 

I concorrenti di Philips, ha commentato Sjoerd Ummels, analista di ING, “hanno letteralmente svenduto i televisori di loro produzione, distruggendo completamente il mercato”.

Il gruppo olandese ha dovuto fare i conti con l’abbattimento dei prezzi deciso dalle sudcoreane grazie a un modello di produzione ad alto rendimento, beneficiando anche di una moneta debole.

Negli ultimi anni, Philips ha perso importanti fette di mercato, passando dal più del 10% al 5-6%.

La vendita dei televisori Philips, fabbricati in Ungheria, Brasile e Argentina, rappresentava nel 2005 ancora il 25% del fatturato totale contro solo il 13% del 2010.

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