Italia
S’è tenuto ieri alla Camera dei Deputati (Sala della Mercede) il Convegno “+ Giovani + Merito = Futuro“. Al centro della giornata le proposte per dare spazio ai giovani, elaborate sulla base della Ricerca “Le classi dirigenti nel mondo globale” realizzata da Eliteam e Glocus con il sostegno di Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
I lavori sono stati aperti da Marcello Panà, Fondazione MPS ed è seguito l’intervento del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi.
Presentata, quindi, la Ricerca “Le classi dirigenti nel mondo Globale” da Giovanni Canepa, manager, coordinatore gruppo di lavoro Glocus; Carlo Carboni, prof. di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso l’Università di Ancona; Cristina Dell’Aquila, ricercatrice Glocus.
Il presidente Glocus, Linda Lanzillotta, ha illustrato il position paper di Glocus “+ Giovani + Merito = Futuro”, aprendo il dibattito al quale hanno contribuito Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea; Marco Colombo, presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese; Francesco Delzio, autore di “Generazione Tuareg”; Alessandra Lanzara, prof.ssa di Fisica presso l’Università della California, Berkeley; Michel Martone, prof. di Diritto del Lavoro presso l’Università L.U.I.S.S. Guido Carli di Roma; Carlo Maria Medaglia, professore di Sistemi e Tecnologie della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma; Marco Rossi, Ceo di Movenda.
Un fondo per le politiche giovanili “non inferiore ai 5 miliardi di euro l’anno” con un pacchetto di proposte imperniate da un lato sullo studio e la formazione e dall’altro sul mercato del lavoro, per sostenerne l’occupazione combattendo la precarietà e contestualmente defiscalizzando i costi del lavoro per determinate figure (tra cui giovani e donne laureate). Sono tra le misure presentate da Glocus, che punta anche all’introduzione del reddito minimo garantito per giovani disoccupati o occupati al di sotto di una certa soglia di reddito.
“Al centro dell’agenda politica va messa la questione giovanile, che è drammatica”, ha detto la parlamentare Linda Lanzillotta di Alleanza per l’Italia, sostenendo che “se non si insiste sui giovani, non si investe nel futuro dell’Italia”.
La Ricerca Glocus, elaborata per analizzare i modi in cui in alcuni dei principali Paesi sviluppati, tra i quali l’Italia, si formano, si selezionano e si rinnovano le classi dirigenti, dà del nostro Paese un desolante quadro di immobilismo, di chiusura, di tendenza all’autoconservazione delle elites in tutti i settori strategici della società e dell’economia.
“Un Paese da più parti considerato ‘per vecchi’, se non addirittura ‘contro’ i giovani”.
La questione giovanile sta esplodendo in Italia in tutta la sua drammaticità. Lo dicono le cifre, davvero sconvolgenti, della disoccupazione dei giovani (più del 30% con punte del 50 nel Mezzogiorno, tra i dati peggiori dell’area OCSE e il peggiore per disoccupazione di lungo periodo), della precarietà del lavoro quando c’è (la più alta diffusione dei contratti di lavoro temporanei e atipici), dei giovani che non studiano e non lavorano (il 21 % nella fascia 15-29 anni, il più alto livello in Europa). Senza considerare poi la preoccupante crescita del fenomeno cosiddetto “Neet”, “Not in Employment, Education or Training”.
Da questi dati Glocus parte per proporre una terapia d’urto che ridia opportunità e fiducia ai giovani e per reimmettere nel corpo del nostro Paese l’apporto vitale dell’energia e della creatività delle giovani generazioni.
La Lanzillotta ha spiegato che il pacchetto prevede:
a)un aumento massiccio delle risorse destinate al diritto allo studio perché solo così si può rimettere in moto l’ascensore sociale. Questo significa più borse di studio, residenze e alloggi per i fuori sede; in altre parole un vero e proprio piano per la modernizzazione e la competitività del nostro sistema universitario.
b) Norme che facciano uscire il lavoro dei giovani dalle condizioni di sfruttamento e di precarietà cui sono da anni condannati. Riforma dei contratti a termine per convergere verso un unico modello contrattuale. Retribuzione anche minima degli stages divenuti uno scandaloso strumento di sfruttamento giovanile. Agevolazioni fiscali per il costo del lavoro di giovani laureati e giovani donne, sperimentando un sistema che incentivi il costo del lavoro qualificato. E ancora: disincentivi fiscali e retributivi per i contratti temporanei. Iniziative per sostenere la creazione di imprese da parte di giovani e un fondo di venture capital riservato agli spin off universitari.
c) Redistribuire il lavoro con un nuovo patto occupazionale intergenerazionale applicando un meccanismo adatto soprattutto alle piccole imprese e all’artigianato.
Il nostro paper, ha quindi aggiunto la Lanzillotta, prospetta poi un pacchetto di ulteriori proposte volte a rimuovere barriere: un fondo di emancipazione per le nuove generazioni con il versamento di somme annuali destinate ai nuovi nati, da riscattare al momento della maggiore età e investire in formazione e qualificazione professionale. Ma anche l’introduzione del reddito minimo garantito per i giovani disoccupati al di sotto di una determinata soglia di reddito, massiccia liberalizzazione di attività professionali e di produzione di servizi che possano offrire enormi opportunità di lavoro per i giovani.
“Ma il punto chiave è che a questo insieme di interventi – ha concluso la Lanzillotta – vanno destinate adeguate risorse, bisogna che la questione giovanile divenga il centro dell’agenda politica. Per questo proponiamo la creazione di un Fondo Opportunità per i Giovani con una dotazione di non meno di 5 miliardi di euro. Le risorse nel bilancio dello Stato ci sono: responsabilità della politica è oggi decidere che il futuro dei giovani (e dunque dell’Italia) è la priorità su cui investire”.
Per il pacchetto di proposte si può immaginare di destinare un finanziamento una tantum recuperato dal contenimento dei costi della politica di 100 milioni di euro; quota parte del recupero dell’evasione fiscale annuale quantificata ex post (ad esempio nel 2010 l’erario ha recuperato una cifra pari circa a 8 miliardi di euro, la metà dei quali potrebbero essere destinati ai giovani); quota reperibile da parte degli incentivi discrezionali concessi alle imprese ogni anno, stimabile in 4 miliardi di euro; Fondi europei ad hoc.
Al momento il Quadro Strategico Nazionale ha stanziato oltre 700 milioni di euro per interventi di sostegno al lavoro autonomo e all’avvio di imprese (100 milioni) e per lo sviluppo del potenziale umano attraverso studi e formazione (620,4 milioni).
I giovani sono portatori di idee, ha detto infine Glocus, energie e potenzialità che chiedono di essere valorizzate, anche nella prospettiva di renderle risorse funzionali alla rigenerazione dell’interesse pubblico e per il bene del Paese del futuro.
Occorre fornire risposte responsabili all’onda strisciante di malessere, sfiducia e disagio che monta tra le nuove generazioni, altrimenti si rischia di minare in modo insanabile la coesione sociale, già duramente “sotto attacco” per le gravi difficoltà economiche, gli squilibri e le inaccettabili diseguaglianze socio-territoriali di cui soffre il Paese. Prendere sul serio la nuova questione giovanile è una delle principali sfide per le classi dirigenti, non solo italiane, ma ciò assume nel nostro Paese caratteri di urgenza, per i motivi in parte illustrati e per recuperare terreno dopo troppo tempo durante il quale i giovani sono stati lasciati colpevolmente e senza lungimiranza al margine del dibattito pubblico e di strategie organiche di policy.
Per maggiori approfondimenti:
Le classi dirigenti nel mondo globale (Report)
+ Giovani + Merito = Futuro (Position Paper)